1921 – Il mistero di Rookford, la recensione

1921, Inghilterra. La giornalista investigativa Florence Cathcart si occupa di smascherare montature che riguardano il paranormale e per la sua esperienza sulla materia viene contattata dal direttore del collegio di Rookford, dove gli alunni sono terrorizzati dalla presenza di un fantasma. Florence si reca immediatamente nella magione sperduta nei boschi e comincia a piazzare le sue strumentazioni. Già la prima notte riesce ad intuire chi si nasconde dietro la maschera del presunto fantasma, ma naturalmente la questione non è proprio così semplice da risolvere.

Tornata in auge soprattutto grazie al moderno cinema spagnolo, la ghost story dalle atmosfere gotiche ha dato buona mostra di se agli inizi del terzo millennio. Dal bellissimo The Others di Aménabar agli altrettanto suggestivi La spina del Diavolo di Del Toro e The Orphanage di Bayona, passando per il Fragile di Balaguerò e il meno accattivante Saint Ange di Laugier, di film sul medesimo filone ne abbiamo visti abbastanza. Sulla stessa linea è il britannico 1921 – Il mistero di Rookford che inevitabilmente appare un po’ un frullato di tutto quello uscito in quegli anni, pagando il dazio di essere arrivato per ultimo.

1921 - Il mistero di Rookford

Le atmosfere cupe e lugubri della scuola Rookford sono magnificamente illuminate dalla fotografia crepuscolare di Eduard Grau (Buried – Sepolto) e infatti l’elemento che si lascia ricordare con maggior incisività di questo film è proprio la bella atmosfera che il regista televisivo Nick Murphy (La nebbia; Blood) riesce a creare utilizzando tutti i topoi che il genere richiede. Il mistero di Rookford gioca moltissimo con la location e con le ombre, lasciando molto marginali le occasioni di spavento che invece sono elemento essenziale per gran parte dei film simili su citati. A Murphy sembra quasi non interessare la componente prettamente horror, puntando in parte sul melodramma e in parte sui postumi bellici con i quali il Paese è costretto a fare i conti. Se la componente più prettamente melodrammatica che predomina nel lungo finale sa di fastidioso già visto e risulta anche molto prevedibile, è l’immersione nell’atmosfera post-bellica a risultare il punto di maggiore interesse per il film di Murphy.

1921 - Il mistero di Rookford

1921 – Il mistero di Rookford si svolge in Inghilterra nell’anno che capeggia il titolo italiano, in piena fase ricostruttiva in seguito agli orrori della Grande Guerra. Il Paese è in lutto e piange i propri caduti, scatenando nelle persone un intenso bisogno di “fantasmi”. È proprio su questo bisogno (sopran)naturale che si fonda l’essenza del film e l’aspetto più originale e interessante. Il mistero di Rookford si apre con una seduta spiritica che scopriremo subito essere una truffa, pratica diffusa e redditizia proprio in un momento in cui le persone cercavano un contatto con chi li aveva lasciati di recente, in guerra. Fin da qui si istaura subito la base di questo bisogno reciproco tra vivi e morti, poi approfondito nella figura del direttore di Rookford (Dominic West), un reduce di guerra circondato continuamente dai fantasmi dei suoi compagni caduti, e nella figura della scettica protagonista, anch’essa privata dell’amore del suo uomo morto al fronte. Non di meno, l’intero climax finale è immerso in questa dimostrazione di bisogno reciproco, portata alle estreme conseguenze, con una Rebecca Hall/Florence Cathcart progressivamente diseducata al suo scetticismo e accompagnata al “risveglio” della sua coscienza (non a caso in originale il film si intitola The Awakening, il risveglio, appunto).

1921 - Il mistero di Rookford

Il personaggio di Florence è interessante anche se la sceneggiatura di Nick Murphy e Stephen Volk (veterano dell’horror con all’attivo film come Gothic di Ken Russell e L’albero del male di William Friedkin) le dona una crescita caratteriale molto basilare e simile a quella di molti altri film. Florence ci viene presentata come una sorta di Dylan Dog con lo scetticismo del Mike Enslin del kinghiano 1408: prima impegnata a smascherare una falsa medium e poi raggiunta nella sua abitazione da un cliente che vuole assoldarla per un caso di infestazione. Il modo in cui Florence fa la preziosa di fronte alla richiesta del direttore di Rookford la fa apparire davvero una Dylan Dog in gonnella, poi ovviamente il suo scetticismo è messo alla prova fino a una totale conversione di fronte all’evidenza dei fatti. La crescita caratteriale di Florence è dunque scontata anche se funzionale, però rappresenta solo un campanello d’allarme per un senso di déjà-vu e prevedibilità che accompagna purtroppo l’intera pellicola.

1921 - Il mistero di Rookford

Il difetto maggiore di 1921 – Il mistero di Rookford è proprio questo suo apparire troppo assimilabile alla massa, gli manca un segno di riconoscimento che possa distinguerlo e renderlo vivo nella memoria dello spettatore il giorno dopo la visione. Purtroppo, accade l’esatto contrario e malgrado la bella atmosfera, qualche intuizione interessante (i fantasmi della guerra) e una Rebecca Hall bravissima nel ruolo principale, il film si lascia dimenticare con troppa facilità. Non aiuta neanche il ritmo rilassato e parco di momenti di reale tensione, che va ad inficiare sull’attenzione dello spettatore. In questi termini Il mistero di Rookford funziona meglio nella prima parte, nella quale si trovano gli unici due momenti di suspense (quello con la casa delle bambole anche discretamente riuscito), poi il film rallenta e si fa noiosetto, fino a un finale poco convincete.

1921 – Il mistero di Rookford sicuramente si lascia guardare e non mancherà di essere apprezzato dai fan della ghost story goticheggiate, ma la mancanza di originalità, l’assenza di momenti di spavento e la lentezza che sconfina nella noia, lo rendono dimenticabile e poco coinvolgente.

1921 - Il mistero di Rookford

Curiosità. 1921 – Il mistero di Rookford nasce dall’idea di portare al cinema un celebre programma televisivo della BBC, Ghostwatch, trasmesso dall’emittente inglese nei primi anni ’90 e poi sospesa perché considerata troppo spaventosa per la tv.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Rebecca Hall in uno dei ruoli migliori della sua carriera.
  • Un’atmosfera appropriata e una bella location gotica.
  • L’idea di unire il lutto generato dalla guerra alla presenza di fantasmi.
  • Un po’ banale e già visto nella costruzione degli eventi e dei personaggi.
  • Mancano momenti di vero spavento.
  • Seconda parte noiosetta e prevedibile.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
1921 - Il mistero di Rookford, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.