22 Jump Street, la recensione

Tra Il 1987 e il 1991 sono andate in onda negli Stati Uniti le cinque stagioni di una serie tv poliziesca piuttosto anomala. Si intitolava 21 Jump Street (conosciuta in Italia come I quattro della scuola di polizia) e raccontava le avventure di un dipartimento di polizia di Los Angeles specializzato in crimini minorili e, nello specifico, di una sezione che infiltrava agenti nelle scuole per risolvere i casi. Nel tempo la serie si è ammantata di un alone cult per un motivo ben preciso: in quattro delle cinque stagioni recita in uno dei ruoli principali Johnny Depp.

In un panorama cinematografico come quello americano odierno, dove il revisionismo, l’effetto nostalgia e la latitanza di idee originali ha portato all’adattamento cinematografico di serie televisive, non poteva mancare quella di 21 Jump Street, arrivata nel 2012 per la regia dei dinamici Phil Lord e Chris Miller e con Jonah Hill e Channing Tatum nel ruolo dei protagonisti.

Il film era genuinamente divertente, ricco di gag e con due protagonisti assolutamente azzeccati, tanto che al non scontato successo di pubblico si unì anche un certo inaspettato successo di critica.

Va da se che il 21 Jump Street cinematografico non poteva rimanere un caso isolato e, come anticipato dal finale, arriva un sequel, 22 Jump Street.

Stessi registi, medesimi interpreti e storia che ripercorre con ironia tutti i topoi del buddy-movie per un sequel frizzante e spassoso tanto quanto il prototipo.

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Proprio come da frase di chiusura di 21 Jump Street, qui troviamo gli agenti Schmidt (Jonah Hill) e Jenko (Channing Tatum) impegnati in una missione sotto copertura in un college, dove è morta di recente una ragazza a causa degli effetti devastati di una nuova droga chiamata WHYPHY, che accresce l’attenzione e l’apprendimento dei ragazzi rendendoli iperattivi, ma poi li getta in un trip allucinogeno. L’unico indizio che Schmidt e Jenko hanno per trovare lo spacciatore è una foto di bassa qualità da cui è possibile riconoscere solo un tatuaggio del sospettato, per i due comincia così una caccia all’uomo, cercando però di apparire il più credibili possibile come studenti del college, tra partite di football e prove di iniziazione per l’ammissione nelle confraternite.

Phil Lord e Chris Miller sono le nuove menti geniali nelle mani Hollywood. Registi, sceneggiatori e produttori, hanno cominciato la gavetta nella sit-com fenomeno How I Meet Your Mother per portare a segno il colpo con il bellissimo Piovono Polpette. Il dato curioso è che da questo momento i due cominciano ad alternare cinema d’animazione con live action e così segue 21 Jump Street, a cui si aggiunge The Lego Movie e poi segue 22 Jump Street, con la parentesi produttiva di Piovono Polpette 2. La prova che i due sono perfettamente capaci di trattare con medesima maestria prodotti per famiglie NON infantili e commedie scorrette per adulti e adolescenti che però non ricorrano all’irritante espediente della volgarità.

22 Jump Street segue in maniera pedissequa la struttura del film precedente ma lo fa in maniera metacinematografica, ironizzando sulla prevedibilità dell’intreccio (che poi prevedibile non sarà affatto!), sulla regola che i sequel devono essere più ricchi ed “esagerati” dei prototipi e riempiendo i dialoghi di citazioni pop, con il picco raggiunto dai titoli di coda, che da soli valgono il prezzo del biglietto.

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Jonah Hill e Channing Tatum hanno una sinergia incredibile, con il primo che fa visibilmente da traino e il secondo che regge ottimamente il testimone al collega mattatore. I due rappresentato una coppia di poliziotti decisamente anomala, trasfigurando il tipico duo cinematografico – che la tradizione vuole alla Arma Letale o alla Bad Boys – in un qualche cosa di talmente incongruente da risultare assolutamente azzeccata.

Con la costruzione delle dinamiche di coppia che ricorda il film di Starsky & Hutch (altra serie tv anni 80 finita al cinema!), in 22 Jump Street si calca la mano sul parallelismo tra partners sul lavoro e partners nella vita, creando una palese parodia della coppia omosessuale con alcune gag che riescono a far ridere di gusto.

Tra improbabilissimi trip allucinogeni in split screen, apprezzabili invenzioni registiche, un Ice Cube scatenato ancora nel ruolo del Capitano Dickson e uno degli scontri finali più comici mai visti in un film, 22 Jump Street si lascia guardare davvero con piacere, grazie anche a una freschezza nella scrittura dei personaggi e dei dialoghi che non ne fanno la solita commedia demenziale.

Se nel primo film c’era il cammeo di Johnny Depp, qui c’è Richard Greico, altro membro del 21 Jump Street originale, a cui si aggiungono affettuose comparsate di Seth Rogen e Anna Faris.

Insomma per una serata di risate goliardiche e azione, 22 Jump Street è l’ideale… e, al termine, viene voglia davvero di guardare un ipotetico 23 Jump Street, 24 Jump Street, etc…

 Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Sceneggiatura frizzante.
  • Ottima sinergia tra i due attori protagonisti.
  • Diverte di gusto.
  • In fin dei conti è costruito sulla falsariga del precedente.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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