3/19 e Promises: Kasia Smutniak e Pierfrancesco Favino protagonisti di due sofisticati drammi disponibili in DVD

Se da una parte CG Entertainment si porta avanti nel nobile obiettivo di rinverdire la memoria nei confronti di un cinema italiano del passato, dall’altra parte continua a dimostrarsi molto attenta verso le nuove produzioni Made in Italy rivolgendo sempre un occhio di riguardo verso il moderno cinema d’autore italiano, o comunque ad esso collegato. Usciti entrambi in sala a metà novembre scorso per mano di Vision Distribution, sono da poco disponibili in DVD (niente supporto ad alta definizione, purtroppo) 3/19 e Promises. Il primo è un affascinante dramma urbano misto al thriller, diretto da Silvio Soldini e interpretato da un’intensa Kasia Smutniak, mentre il secondo è un riflessivo dramma esistenziale con protagonista Pierfrancesco Favino.

A quattro anni di distanza dal suo precedente film, Il colore nascosto delle cose, Silvio Soldini torna dietro la macchina da presa con 3/19, un anomalo dramma urbano che si mostra interessato a dialogare con certe dinamiche del thriller e del noir. Il tutto, però, non all’insegna di uno spicciolo intrattenimento bensì come pretesto di riflessione su alcune condizioni dell’animo umano. Ne viene fuori un film molto maturo, cupo ma speranzoso al tempo stesso, in cui il regista si dimostra molto attento e interessato alla delineazione dei suoi personaggi piuttosto che alle dinamiche narrative, per lo più pretestuose. Un pretesto decisamente voluto dal momento che il faro che sembra intenzionato a seguire il regista di Pane e Tulipani è quel cinema legato all’incomunicabilità e al malessere dell’anima che ci ha fatto conoscere Michelangelo Antonioni.

Un titolo misterioso che non sembra essere nemmeno un titolo. 3/19. Una sigla, più che un nome. Si, perché il “3/19” è una dicitura adottata dagli obitori e che sta ad indicare il terzo corpo non identificato dell’anno. E questo è il punto d’innesco della narrazione. Kasia Smutniak, qui alle prese con una delle sue interpretazioni più complete e complesse, interpreta Camilla, un’avvocatessa di successo che sta per diventare socio in un grande studio d’avvocati. Una sera, mentre torna a casa, Camilla causa inavvertitamente un incidente. Un motorino con a bordo due ragazzi finisce a terra. Uno dei due sbatte la testa e muore, l’altro fugge via senza lasciare traccia. Sentendosi in colpa per quello che ha provocato, Camilla nei giorni seguenti si reca all’obitorio e qui scopre che nessuno ha reclamato il corpo del ragazzo morto. Peggio ancora, i documenti che il ragazzo aveva sono falsi e nessuno conosce la sua vera identità. Camilla prende curiosamente a cuore il caso e, con l’aiuto del direttore dell’obitorio (un bravissimo Francesco Coltella), cerca di scoprire l’identità del deceduto così come quella del motociclista fuggito dopo l’incidente. Un’indagine lacunosa e dalle scarse probabilità di riuscita che, tuttavia, diventa il pretesto per Camilla per mettere dei punti fermi all’interno della sua vita privata decisamente instabile.

Un po’ Blow-up, un po’ Professione: reporter, un po’ Identificazione di una donna, un po’ nulla di tutto questo. 3/19 è chiaramente un film di sana ispirazione antoniana, lo è nel modo in cui approccia la tematica thriller mettendola al centro del racconto ma senza darle peso e sostanza al tempo stesso. Perché l’elemento crime, nel film di Soldini, non è il vero focus del racconto bensì l’innesco necessario a smuovere l’indagine introspettiva di Camilla. La donna, infatti, chiusa nel suo mondo e incapace di tessere relazioni sane (persino con sua figlia ha problemi comunicativi), oltre ad indagare sulle identità dei due ragazzi dell’incidente dovrà indagare a fondo sulla sua infelicità emotiva e sulla sua condizione di donna. L’unico vero aiuto le giunge da Bruno, il solitario ma gentile direttore dell’obitorio, un uomo che sembra condividere con Camilla una curiosa posizione d’infelicità esistenziale.

Forte di una narrazione e di una messa in scena molto più vicina al cinema francese che a quello italiano, 3/19 è un’opera sicuramente non adatta a tutti i palati ma, al tempo stesso, è una delle offerte più interessanti che ci sono giunte in questi ultimissimi tempi dal cinema d’autore italiano.

Passato ingiustamente inosservato alla sua uscita in sala, 3/19 può essere finalmente riscoperto in home video grazie a Vision Distribution e CG Entertainment che editano il film su supporto DVD. La mancanza dell’alta definizione blu-ray si avverte molto ma, nonostante tutto, il DVD offertoci dalle due label si lascia comunque apprezzare. Le potenzialità del supporto vengono sfruttate al massimo così che il film viene restituito alla visione casalinga con un quadro video sufficientemente limpido e rispettoso del dettaglio visivo. Anche il reparto sonoro svolge bene la propria funzione grazie ad un doppio ascolto in italiano, sia Dolby Digital 5.1 che 2.0. Tra i contenuti extra, invece, troviamo due approfondimenti sul carattere dei due protagonisti per voce degli stessi interpreti: Bruno (3 minuti) e Camilla (2 minuti). Conclude un filmato di backstage di 2 minuti in cui il direttore della fotografia Matteo Cocco ci illustra come viene realizzata la scena d’apertura dell’incidente stradale.

Passiamo a Promises, secondo film di questo lotto.

Sandro (Pierfrancesco Favino) è un commerciante di libri che, dopo un’infanzia difficile a causa della prematura morte del padre, si trova a fare i conti con la complicata relazione tra amore e tempo. Nonostante sia sposato con Bianca e abbia con lei una figlia, una sera ad una festa conosce Laura (Kelly Reilly) e ne rimane irrimediabilmente affascinato. È un colpo di fulmine. Ma lei, nonostante ricambi l’attrazione per Sandro, si deve sposare il mese seguente. Così i due negli anni intrecciano un rapporto fatto di distanze e amore. Il film si sposta continuamente tra passato e presente, mostrandoci i momenti di vita di Sandro, sempre legato ad un’idea di amore che non riuscirà mai a raggiungere.

Amanda Sthers, novellista di successo, dopo Madame e Holy Lands firma ancora una volta sia regia che la sceneggiatura. Ed è l’esempio lampante di un’autrice troppo legata alla storia che ha scritto (consideriamo che Promises è basato sull’omonimo best seller scritto proprio dalla regista). Viene trasmessa infatti la sensazione di vedere un prodotto pensato non per il pubblico, bensì per autocompiacimento. Tutte le situazioni narrate, così come le tematiche affrontate, rimangono terribilmente superficiali e rendono complicata l’immedesimazione dello spettatore.

È evidente, guardando il film, che Promises è un’opera che su carta funziona. Tutto ci suggerisce che la sofferta storia d’amore tra Sandro e Laura, afflitta e forse resa ancor più passionale proprio dal lento e inesorabile scorrere del tempo, sia pensata ad hoc per funzionare nell’ambito letterario. È una storia che vive di capitoli, non di minuti, di sensazioni che possono essere facilmente sviscerate ed evocate tramite la parola scritta, non immortalate dalla macchina da presa. Non in questo modo, almeno.

Promises è un film che gioca continuamente con i piani temporali, con la scomposizione della travagliata storia d’amore tra i due protagonisti. E in questo il film può dirsi sicuramente interessante, ricordando per certi versi anche il lavoro svolto dal bellissimo e mai abbastanza citato Alabama Monroe. Promises, dunque, è un alternarsi continuo di Sandro da anziano, poi da piccolo, poi adulto e di nuovo bambino. Un continuo sali scendi sulla scala del tempo in cui si va dal passato al futuro, passando per il presente, senza nessun bisogno di continuità.

Una concezione nobile di racconto, certo, ma altrettanto difficile da gestire. E infatti alla Sthers il gioco non riesce bene come invece era riuscito a Felix Van Groeningen. In Promises tutto risulta confuso, al limite dell’incomprensibile. La scomposizione temporale del racconto porta ad una narrazione che sembra composta da tante scenette a sé stanti, slegate fra loro. Si ha la costante sensazione di essersi persi dei pezzi della storia e spesso non si capisce in che piano temporale stiano succede le cose sullo schermo. Sembra che a mancare, in Promises, sia una vera e propria visione d’insieme del racconto e tutto ciò conduce verso una storia che non riesce mai a coinvolgere perché, in primis, a non appassionare è proprio la passione che lega i due innamorati.

Co-prodotto da Francia e Italia, Promises è un film dall’impianto internazionale che sceglie l’inglese come lingua madre del racconto. Questo conduce ad un ulteriore problema per quanto riguarda la fruizione del film sul nostro mercato. Promises ha un doppiaggio italiano davvero brutto, in alcuni momenti persino destabilizzante. E questa cosa non può che porre lo spettatore in una posizione ancor più di distacco nei confronti di ciò che sta vedendo.

Presentato nella selezione ufficiale della scorsa Festa del Cinema di Roma, Promises è da poco disponibile in home video sempre per mano di Vision Distribution e CG Entertainment che pensano di editare anche questo titolo solo su supporto DVD. Ma a differenza del caso precedente in cui il lavoro svolto sul supporto fisico era comunque apprezzabile, nel caso di Promises ci vediamo costretti a esprimere un giudizio sul DVD che si può tradurre in una bocciatura bella e buona. Si, perché il più grosso limite del supporto si lega proprio al discorso fatto in precedenza sul doppiaggio in italiano. Non solo il doppiaggio risulta particolarmente brutto e in alcuni casi persino sbagliato (doppiando, si è perso completamente il gioco di lingue che prevedeva un alternarsi di italiano, inglese e francese) ma il DVD ci pone l’obbligo di vedere il film solo nella versione doppiata. Non è previsto dunque l’ascolto originale del film. E questo ci costringe anche nella posizione di dover vedere tutto il film con Favino che recita con una voce che non è la sua. Questa cosa, a maggior ragione se si tratta di un film moderno realizzato in co-produzione con l’Italia, è davvero inaccettabile.

Il reparto audio, perciò, prevede solo la traccia italiana presente in doppia versione: Italiano Dolby Digital 5.1 e Italiano Dolby Digital 2.0. Nulla da lamentare, invece, sul reparto visivo che restituisce un’immagine appagante, ben contrastata e con una buona attenzione nei confronti del dettaglio visivo. I contenuti extra rappresentano il secondo neo di quest’edizione DVD che non prevede nessun contenuto aggiuntivo oltre al film. Nemmeno il canonico trailer.

Giuliano Giacomelli e Agata Brazzorotto

3/19 di Silvio Soldini

Label: CG Entertainment e Vision Distribution

Formato: DVD

Video: 16/9  2.39:1

Audio: Italiano Dolby Digital 5.1; Italiano Dolby Digital 2.0; Audiodescrizione

Sottotitoli: Italiano per non udenti

Extra: Bruno, Camilla, Incidente

Puoi acquistare il DVD di 3/19 cliccando su questo link.

PROMISES di Amanda Sthers

Label: CG Entertainment e Vision Distribution

Formato: DVD

Video: 16/9  2.39:1

Audio: Italiano Dolby Digital 5.1; Italiano Dolby Digital 2.0; Audiodescrizione

Sottotitoli: Italiano per non udenti

Extra: Non presenti

Puoi acquistare il DVD di Promises cliccando su questo link.

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One Response to 3/19 e Promises: Kasia Smutniak e Pierfrancesco Favino protagonisti di due sofisticati drammi disponibili in DVD

  1. Francesco ha detto:

    Favino ha doppiato sé stesso nella versione italiana. È la sua voce! Doppiando le parti in inglese non si sarebbero comunque distinte le parti in italiano, mentre le parti in francese sono pochissime e quando possibile, (come per il ruolo del nonno) sono state mantenute.

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