36TFF. All These Small Moments, la recensione

Crescita.
C’è solo un modo per raccontarla: attraverso le sfumature. E in questo All These Small Moments riesce bene.
Già dal titolo, il primo lungometraggio firmato da Melissa B. Miller e presentato in concorso al 36esimo Torino Film Festival, vuole farci capire che la pellicola terrà conto proprio di quei piccoli momenti che, caotici e imprevedibili, si sommano a generare un cambiamento. Nostro malgrado.
Ma andiamo per ordine: il film segue le vicende di Howie Sheffield, ragazzo adolescente ossessionato da una trentenne che vede ogni giorno in autobus.
A causa di un braccio rotto che lo costringe in biblioteca durante l’ora di ginnastica, conosce anche Lindsay, coetanea che nutre interesse nei suoi confronti.
Ad aggiungersi all’uragano emotivo, i suoi genitori hanno gravi problemi di coppia e non sono in grado di gestirli senza coinvolgere i due figli.
Questo è ciò che affronta Howie, e lo fa con pacatezza a tratti poetica. E la messa in scena rispetta il modo di fronteggiare gli eventi del protagonista, con una regia chiara, delicata.
Plauso a Brendan Meyer che interpreta Howie in modo naturale e, soprattutto, a una brillante Molly Ringwald nei panni della madre.
Ma un grande punto di forza di questa pellicola è che anche gli altri personaggi, adolescenti o adulti che siano, vivono i loro “small moments”: sia i genitori di Howie, sia Odessa, la trentenne di cui il protagonista è innamorato, sono vittime del tumulto sentimentale che regna sovrano.
Quasi a voler sottolineare che poco importa l’età, ogni vita è densa di momenti a cui diamo poca importanza, ma che, nel profondo, ci fanno inevitabilmente crescere, nel bene o nel male.
Michele Cappetta
PRO | CONTRO |
|
|
Lascia un commento