Attacco al Potere 3, la recensione

Iniziata nel 2013 per la regia di Antoine Fuqua, la saga di Attacco al Potere ha guadagnato una popolarità importante nell’odierno panorama del cinema action diventando in breve tempo uno dei maggiori successi di sempre per la casa di produzione Millennium Films. Capace quasi di triplicare con gli incassi il budget di 70 milioni di dollari, il primo film ha immediatamente dato il via libera a un sequel nel 2016, Attacco al Potere 2, che addirittura è costato meno e ha incassato ancora di più! Un’occasione troppo ghiotta per non riportare una terza volta in scena il capo della sicurezza del Presidente USA Mike Banning che oggi ritroviamo in azione in Attacco al Potere 3 – Angel Has Fallen.

Il regista del secondo film, Babak Najafi, lascia il testimone al talentuoso Ric Roman Waugh, un passato da stunt e una carriera dietro la macchina da presa che annovera già titoli di un certo interesse come Snitch – L’infiltrato e La fratellanza. Un’occasione per Waugh di confrontarsi con un film votato all’intrattenimento meno realistico in cui dar sfoggio con il giusto senso dello spettacolo agli anni passati con gli stunt.

Attacco al Potere 3

Attacco al Potere 3 si apre in maniera anomala per appartenere a una saga che vuole palesemente rinnovare la tradizione action testosteronica anni ’80 e ’90, una nota di malinconico aggancio al realismo. Nell’incipit, infatti, troviamo Banning costretto da sempre più frequenti malori a consultare un medico che lo ammonisce delle sue ormai precarie condizioni di salute: una commozione cerebrale riscontrata nell’ ultima missione potrebbe avere delle ripercussioni sul suo sistema motorio in maniera permanente e costringerlo a una sedia a rotelle. L’unica soluzione è dare le dimissioni dalla sua carica nella sicurezza della Casa Bianca e dire addio alla vita votata al pericolo. Mike non sa come dirlo alla moglie e soprattutto al Presidente Trumbull, ma il fato vuole che Banning sia nuovamente costretto all’azione quando un attacco con i droni mette in pericolo la vita del Presidente. L’intero staff di Trumbull viene ucciso e l’unico a sopravvivere e mettere in salvo il Presidente è proprio Banning, che però è stato incastrato da qualcuno e ora ritenuto responsabile dell’attentato. Ferito e senza nessun aiuto, l’ormai ex capo della sicurezza della Casa Bianca è in fuga, con le autorità alle calcagna.

Fuori Aaron Eckhart, ex Presidente USA, e promozione per il suo vice Morgan Freeman con un ruolo leggermente meno comprimario di quanto non lo fosse quello del Presidente Asher nei primi due capitoli. Questo permette a Gerard Butler di diventare il mattatore assoluto del capitolo più crepuscolare ma anche un po’ più stanco della saga.

Attacco al Potere 3

Dopo l’impianto alla Die Hard utilizzato nel primo film e quello alla Fuga da New York del secondo, stavolta si cerca ispirazione dalle parti de Il fuggitivo con l’importante differenza che qui il protagonista accusato ingiustamente e inseguito da una tostissima agente dell’FBI interpretata da Jada Pinkett è addestratissimo nell’offesa e nella difesa, così da appiattire completamente quell’alone di impotenza e pericolo che si sarebbe potuta respirare. Anche perché quell’elemento che avevamo dato per fondamentale nell’incipit – i problemi di salute del protagonista – col passare dei minuti viene completamente dimenticato.

Nonostante questa facilità narrativa che sconfina nella piattezza, dove possiamo anticipare per filo e per segno qualsiasi cosa accada, Attacco al Potere 3 resta un poderoso action-movie rigorosamente old-style, ignorante e violento, in cui si riesce ad empatizzare con l’eroe ed odiare i cattivi, proprio come la tradizione impone. A tal proposito, Gerard Butler, anche produttore del film, è un eroe d’azione perfetto anche se in questo film appare invecchiato e imbolsito. Il suo Mike Banning ha carisma e lui ha le fisique du role per incarnare con credibilità il miglior surrogato di John McClane.

Attacco al Potere 3 - Angel Has Fallen

Ric Roman Waugh con questa prova non si distingue da uno shooter qualsiasi dimostrando quella mancanza di autorialità che invece sarebbe servita e avrebbe potuto dare una marcia in più al film. L’azione è concitata, esplode qualsiasi cosa appena ce n’è l’occasione, e i corpo a corpo sono ben girati. Un compito ben svolto, ma nulla di memorabile.

I dati ci dicono che dietro un’ulteriore riduzione di budget (è costato 40 milioni di dollari, incredibilmente!), il film ha già registrato un ottimo esordio al botteghino USA, facendo auspicare un prevedile lauto guadagno a fine corsa. Chissà che non sentiremo ancora parlare di Mike Banning… nonostante la commozione cerebrale!

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Gerard Butler continua a convincere, nonostante sia vistosamente invecchiato.
  • L’azione è tanta e ben gestita.
  • L’incipit è interessante.
  • Peccato che l’incipit non porti a nulla…
  • Si nota una stanchezza di fondo e una difficoltà nel coinvolgere Banning in nuovi pericoli.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Attacco al Potere 3, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.