Biografilm 2017: Être et Durer, la recensione

Persone con l’unico scopo nella vita se non quello di trovarsi sempre più vicini alla morte.

Lo ammetto, sono tra quegli inetti che, leggendo notizie di giovani incauti che saltano di tetto in tetto, riuscivo solo a immaginare una realtà non molto diversa da quella appena descritta. Se anche voi fate parte di questo gruppo allora probabilmente non vi farebbe male dare un’occhiata al documentario opera prima di Serena Mignani, presentato in anteprima alla tredicesima edizione del Biografilm Festival. Serena è una madre apprensiva che ha dovuto convivere con la natura vivace del figlio Lorenzo fin dai primissimi anni di quest’ultimo, segno premonitore della sua futura viscerale passione per quella disciplina che ai più è conosciuta come parkour.

Ogni madre è istintivamente in ansia per la salute del proprio figlio, ma questa preoccupazione si ingigantisce se il ragazzo scopre molto presto una predisposizione ad arrampicarsi su qualunque superficie rialzata disponibile. Serena però è decisa a non diventare quel tipo di figura materna che proibisce a priori certi comportamenti. Per questo afferra una videocamera e inizia a registrare le acrobazie di Lorenzo, via via sempre più audaci. Inizialmente per giustificare la sua presenza nei pomeriggi funambolici del figlio, e man mano sempre più per comprendere a fondo la disciplina a cui il suo ragazzo si è legato, tentando di superare l’angoscia a cui una situazione di questo tipo conduce per natura.

La grande forza motrice di Être et Durer è proprio lei, Serena. Insieme a questa madre tanto inquieta quanto curiosa lo spettatore entra dentro un universo sconosciuto, quello del parkour, da un punto di vista profondamente umano, evitando fin da subito qualsiasi elemento puramente divulgativo o, peggio, catechizzante. L’obiettivo non è solo quello di raccontare una disciplina ma di comprenderla fino in fondo per prepararsi nel migliore dei modi ad affrontare paure e novità derivate dalla sua condizione.

Tutti abbiamo o abbiamo avuto qualcuno in apprensione per noi, o una persona per cui stare in ansia. Per questo, narrativamente parlando, presentare un argomento non molto conosciuto (o addirittura mal visto) come il parkour attraverso un’esperienza così personale risulta molto efficace, e riesce nell’intento di trasmettere il messaggio universale della necessità di affrontare i propri limiti e le proprie paure non solo come soluzione immediata ma per poter progredire sulla propria strada, qualunque essa sia.

Una filosofia di vita quella del superare l’ostacolo che in fondo sta alla base dello stesso parkour. Una disciplina completa ed essenziale che a conti fatti necessita di poche cose per essere praticata: l’uomo e il mondo che lo circonda. Un’attività fisica che nasconde uno scopo molto intimo e personale di realizzazione interiore. Una disciplina di cui è impossibile non ammirare e apprezzare il gesto atletico, che risalta all’occhio e imprime ritmo all’intero documentario permettendo di creare un climax ascendente attraverso la crescita del rischio nelle acrobazie lungo tutta la pellicola, concludendosi in un finale letteralmente da pelle d’oca. Un’intensa sensazione atavica che paradossalmente riporta tutti gli scettici coi piedi per terra e dimostra come certe emozioni non abbiamo né razza né età.

Être et Durer, prodotto dalla bolognese Imago Orbis, è in competizione al Biografilm Festival 2017 nella categoria Biografilm Italia.

Matteo Pioppi

PRO CONTRO
Il modo intimo e personale attraverso cui viene raccontata una realtà spesso fraintesa e mai approfondita come il parkour. La voce fuori campo della regista, nonostante le parole profonde e mai banali, a volte acquista un tono un po’ troppo didascalico.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Biografilm 2017: Être et Durer, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

One Response to Biografilm 2017: Être et Durer, la recensione

  1. Maria Chiara Mignani ha detto:

    Emozione unica che ti penetra e ti coinvolge intimamente….film intenso da vedere e rivedere per comprenderlo totalmente

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    Valutazione: 5.0/5 (su un totale di 1 voto)
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