Blood Red Sky, la recensione

Facendo onore alla sua proverbiale tendenza a rappresentare tensioni ed evoluzioni della Storia in tutti i suoi risvolti più cupi, il cinema di genere non poteva non portare sullo schermo le paure derivate da una data così simbolica ed epocale come l’11 settembre. Il cinema post attentato alle “Torri Gemelle”, infatti, ha sovente raccontato le ansie, i timori e i peggiori incubi di un mondo Occidentale sempre più fragile e vulnerabile nei suoi luoghi simbolo. Un’idea che ha trovato forma attraverso film nei quali il fulcro narrativo è rappresentato da una situazione che forse più di ogni altra ci terrorizza e ci pone difronte ad un terribile interrogativo: come reagiremmo se fossimo ostaggi in un aereo ad alta quota? Domanda che può trovare risposta in quei film – alcuni già precedenti al famigerato attentato terroristico, per la verità – ambientati in aerei che da semplice mezzo di trasporto si trasformano in un tetro scenario di morte e terrore: è ciò che accade in Snakes on a Plane, 7500 o Air Force One, giusto per citare gli esempi più efficaci ed adrenalinici.

Tutti titoli dalla struttura ben codificata e collaudata, quasi ai limiti della monotonia, alla quale cerca di apportare una ventata di novità Peter Thorwarth con il suo nuovo film Blood Red Sky, disponibile sulla piattaforma Netflix, un mix ben riuscito tra horror e action, di sicuro non del tutto originale ma comunque godibile e piacevole da guardare. Il regista tedesco, che con questo lungometraggio si presenta al grande pubblico internazionale, in questo suo lavoro si diverte a mescolare le carte e a colpire lo spettatore con immagini forti e violente e scene d’azione realizzate con maestria che vedono come protagonisti vampiri sanguinari e spietati.

Nadja è una giovane madre che sta per imbarcarsi su un aereo in America, accompagnata dal suo figlioletto Elias, diretta in una clinica dove potrà sperimentare una cura all’avanguardia contro una rara malattia del sangue che la affligge da tempo. Ben presto, però, l’aereo viene assaltato da un gruppo di terroristi che uccidono proprio la giovane mamma davanti agli occhi del proprio figlio. Ma quando tutto sembra essere finito, la donna ritorna in vita sotto forma di una terribile vampira pronta a seminare sangue e morte all’interno dell’aereo.

Quando ci si appresta ad effettuare un viaggio ad alta quota il rischio di soffrire di vertigini e perdere la lucidità è sempre dietro l’angolo, ma Thorwarth evita a piè pari questo pericolo ed anzi si dimostra molto lucido e lineare nel realizzare questo suo primo lavoro dal respiro internazionale. Blood Red Sky, infatti, dimostra di essere un film molto solido, rigoroso nel suo sviluppo e finanche affascinante dal punto vista visivo, con una tensione costante che rende la storia avvincente e dai ritmi sempre sostenuti.

Il regista tedesco è abile nel mettere su una storia giocata sull’inganno delle apparenze e sul contrasto tra i sentimenti provati dai protagonisti e le immagini crude e violente a cui si assiste. È questo il caso del piccolo Elias il quale, nonostante veda l’aspetto mostruoso della mamma, nutre verso la donna un affetto senza limiti che lo porta ad avere un’immagine della sua mamma linda e candida, come se quello che gli accadesse intorno non intaccasse l’integrità morale e il legame tra lui e la genitrice.

Contesto truculento nel quale emerge l’ottimo lavoro nella realizzazione del make-up dei vampiri, la cui estetica riporta alla mente i villain dell’ottimo 30 Giorni di buio, dalle movenze rapide e animalesche, e dei trucchi splatter che si rivelano realistici e per questo molto efficaci nel trasmettere orrore.

Se a questo si accompagna una sceneggiatura che sa regalare colpi di scena che scacciano la noia e il rischio di rendere stantia e monocorde la storia, si comprende come Blood Red Sky sia un film di genere molto interessante, consapevole dei propri limiti e capace di tenere incollati allo schermo per le sue due ore di durata.

Già, due ore… proprio questa è forse la grande pecca del film, ovvero una durata eccessiva che inevitabilmente induce Thorwarth a riempire alcuni momenti del film con lungaggini ed elementi non del tutto funzionale allo svolgimento del plot.

Passaggi a vuoto che vengono però riscattati da uno sviluppo narrativo che contribuisce a catalogare Blood Red Sky come un film consigliato per gli amanti del genere e sopra la media del non sempre esaltante, nel complesso, catalogo horror della piattaforma streaming Netflix.

Vincenzo de Divitiis

PRO CONTRO
  • Scene di tensione ben costruite.
  • Trucchi ed effetti speciali ben fatti e realistici.
  • Sceneggiatura solida e coerente.
  • Una durata eccessiva che riempie il film di elementi non sempre utili.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Blood Red Sky, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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