Borat – Seguito di film cinema, la recensione

A 14 anni di distanza dal mockumentary ormai cult Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan (2006), l’attore Sacha Baron Cohen torna a vestire i panni del giornalista kazako che gli ha dato notorietà in tutto il mondo e arriva, in esclusiva su Amazon Prime Video, Borat – Seguito di film cinema, che in originale ha un titolo a prova di memoria che si traduce Borat – Seguito di film cinema: consegna di portentosa bustarella a regime americano per beneficio di fu gloriosa nazione di Kazakistan.

L’impresa messa in atto da Sacha Baron Cohen, che il film l’ha anche scritto (insieme a  Peter Baynham, Nick Corirossi, Jena Friedman, Anthony Hines, Lee Kern, Dan Mazer, Nina Pedrad, Erica Rivinoja, Dan Swimer) non era affatto semplice e in più occasioni lo stesso attore aveva ribadito che non sarebbe riuscito a realizzare un sequel di Borat, semplicemente perché quando lo realizzò nel 2006 non era noto ai più e la natura mockumentary costruita attorno a vere candid camera poteva funzionare, al contrario di oggi che tutto il mondo conosce Baron Cohen, il suo personaggio e ha riso del primo film. Eppure, in gran segreto (l’annuncio dell’esistenza di Borat 2 è stato dato dalla produzione un mese fa, a riprese concluse) e in tempi abbastanza stretti utilizzando il periodo subito precedente e contemporaneo all’emergenza sanitaria, il regista televisivo Jason Woliner ha diretto questo sequel con il preciso intento di un esordio sulla nota piattaforma streaming in tempo per le presidenziali 2020.

Borat subsequent movie

Questo è stato possibile essenzialmente grazie a due espedienti: da una parte lo stesso Baron Cohen/Borat ha indossato travestimenti intradiegetici con lo scopo di non essere riconosciuto dalle vittime delle candid camera (e l’inizio del film con i cittadini di Los Angeles che lo fermano chiedendogli l’autografo è esemplare!), dall’altra hanno reso co-protagonista di tutta la vicenda la figlia di Borat, Tutar, interpretata da Maria Bakalova, che in molte occasioni raccoglie il testimone del padre/mentore/schiavista.

Così impostato, Borat – Seguito di film cinema riesce a tenere immutata la sua natura ibrida fiction/mockumentary (anche se stavolta abbiamo una prevalenza di sequenze narrative di fiction pura) e svolgere il medesimo compito di mettere alla berlina l’ignoranza e le contraddizioni dell’America odierna.

Borat seguito film cinema

Borat – Seguito di film cinema parte dal presupposto che il grande successo del documentario realizzato dal giornalista kazako nel 2006 (che era, poi, lo stesso film Borat) ha reso ridicola agli occhi del mondo la piccola nazione del Kazakhistan e per questo lui è stato arrestato e condannato ai lavori forzati (mentre il suo odiato e invidioso vicino di casa gli sottraeva moglie, figli, abitazione e tutti i beni che vi erano dentro). Gli anni passano, al presidente democratico Obama segue il repubblicano Trump e il presidente kazako nota come il nuovo leader USA intrattenga rapporti di amicizia con i maggiori dittatori del mondo e lamenta il fatto di non esserci anche lui tra i fortunati contatti. Così, con l’idea di accattivarsi l’amicizia di Trump, il governo kazako libera Borat e lo manda negli Stati Uniti con la missione di recapitare un regalo al vice Presidente Mike Pence. Il regalo consiste in Johnny la scimmia, uno scimpanzè ministro della cultura kazako e noto attore hard di tutti i migliori film di produzione kazaka. Borat accetta ma non sospetta che, giunto in USA, nella cassa in cui è trasportato Johnny la scimmia c’è anche la sua affamata figlia Tutar, che, fatta fuori la scimmia, diventa nuova merce di scambio per assecondare i favori degli States.

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Da questo articolato incipit, prende il via un film che procede a step nella dimostrazione di quanto siano gretti, meschini e spudoratamente stupidi gli americani, mostrando una crescita nel personaggio di Borat ben maggiore di quella mostrata nel precedente film. E su questo dettaglio si fonda la sostanziale differenza tra Borat e Borat 2: fermo restando che entrambi hanno un chiaro e riuscitissimo intento satirico, se il primo era un film cattivo, sgradevole e offensivo, quindi divertente anche per queste ragioni, il secondo è più conciliatorio e, a modo suo, buonista, molto focalizzato sul rapporto padre/figlia e anche sulla presa di coscienza da parte del protagonista che molti suoi pregiudizi culturali fanno a cazzotti con la realtà e la logica. Quindi, se in Borat il protagonista teme gli ebrei a tal punto di fuggire spaventato davanti a quella che lui crede una demoniaca trasformazione dei vecchietti che lo ospitavano in scarafaggi, in Borat 2 dopo una tipica pantomima in una sinagoga, il protagonista capisce che i suoi acerrimi nemici “giudei” sono innocui e “perfino” che l’Olocausto è davvero esistito! Insomma, anche Borat – Seguito di film cinema è lo specchio dei tempi che corrono e la scelta ovvia è dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Cosa che al contrario non accade con la destra repubblicana americana, obiettivo primario di Borat – Seguito di film cinema, mirato a evidenziare in ogni modo la stupidità di certi soggetti (si veda la bellissima sequenza al raduno repubblicano dove Borat si improvvisa cantante country) e le contraddizioni dell’amministrazione Trump, compresa la gestione del turbolento e drammatico periodo dell’emergenza sanitaria.

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Un punto focale di Borat – Seguito di film cinema è proprio quello che sta accadendo in USA (ma potremmo dire in tutto il mondo) durante la pandemia, tra città deserte, negazionisti e no-mask, accanimento sulla nazionalità del “virus cinese” e dichiarazioni di propaganda elettorale da parte di Trump e il suo team. Di fatto, il terzo atto di Borat 2, compreso il geniale twist finale, ne fanno il primo VERO film di caratura internazionale a trattare il tema del covid-19. Ovviamente lo fa con quell’irruenza e quella spregiudicatezza (ben più “pesante” dell’innocua pochade di Lockdown all’italiana) che potrebbe far indignare qualcuno.

Comunque, di momenti scompiscianti in Borat – Seguito di film cinema ce ne sono molti, concentrati soprattutto nella prima parte, e tra i soliti eccessi parodistici sulla retrograda cultura kazaka e gli attacchi al femminismo, agli influencer e al bigottismo cristiano (la scena dell’equivoco sul tentato aborto è di una scorrettezza e di un divertente da lacrime agli occhi), c’è da divertirsi molto. Tra l’altro, questo film ha il merito di lanciare un nuovo talento comico, Maria Bakalova, nel ruolo della figlia 15enne di Borat, che ha una trasformazione – soprattutto fisica – incredibile durante il film e rende credibile e divertente un personaggio fuori da qualsiasi realtà.

Borat seguito film cinema

Dunque, se avete amato Borat, non vi infastidisce l’esasperazione del politicamente scorretto e non votereste mai Trump, Borat – Seguito di film cinema fa al caso vostro, mettendo comunque in conto che non si raggiungono le vette del primo film e il politicamente scorretto è leggermente ridimensionato per riscattare delle minoranze.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Fa ridere, c’è poco da girarci attorno.
  • È il primo vero film internazionale che parla della pandemia da covid-19 (anche se in maniera irriverente).
  • Maria Bakalova.
  • Politicamente scorretto si, ma con l’idea di dare un colpo al cerchio e l’altro alla botte.
  • Stringi, stringi è un film di propaganda anti-Trump.
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