Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio, la recensione

Nel 2012 esplose improvvisamente la Biancaneve-mania, legata al fatto che i diritti di sfruttamento cinematografico dei personaggi erano stati liberati dalle grinfie della Disney. Nell’arco di pochi mesi, infatti, arrivarono nei cinema un Biancaneve con Julia Roberts nei panni della madrina cattiva, molto orientato a un pubblico di bambini e fedele alla fiaba d’origine, e Biancaneve e il cacciatore, con Kristen Stewart nel ruolo della protagonista e più indirizzato a un pubblico adolescenziale, con pesanti virate dark. La sfida tra le due cine-fiabe fu stravinta da Biancaneve e il cacciatore, con risultati economici anche ben maggiori alle aspettative, ecco dunque che la Universal Pictures mette in cantiere un fantomatico sequel.

Ma se il film del 2012, seppur ricco di licenze narrative, era comunque l’adattamento di un testo preesistente, Il Cacciatore e la Regina di ghiaccio è composto tutto da materiale ex novo. E così ecco spuntare dal nulla personaggi inediti, la conferma di alcuni già conosciuti ma già accuratamente modificati e la decisione di fare un film che è un po’ prequel e un po’ sequel.

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Il Cacciatore e la Regina di ghiaccio (che in corsa si è guadagnato il pre-titolo La storia prima di Biancaneve… anche se per l’80% ne è sequel!) inizia con un balzo nel passato, mostrandoci Ravenna alle prese con la sorella Freya, erede al trono del suo regno. Quando Freya perde la sua bambina appena nata, per il dolore sviluppa un potere sopito che le consente di controllare il ghiaccio. La Regina comincia a costruirsi un esercito addestrando soldati bambini e tra di loro ci sono Eric e Sara. Tra i due sboccia l’amore, che però non viene ben visto dall’arida Regina, che decide di separarli drasticamente. Molti anni dopo, Eric è diventato Cacciatore e fa parte dell’esercito di Biancaneve, ormai Regina del regno che le era stato usurpato da Ravenna; ora quest’ultima è stata sconfitta e Biancaneve decide si sbarazzarsi anche del suo malefico specchio dorato, rinchiudendolo in un mausoleo. Ma durante il trasporto, l’oggetto magico viene rubato e ora Eric è incaricato di recuperarlo.

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Con un incipit mirato a introdurre un nuovo villain, ovvero Freya la Regina di ghiaccio, utile anche a creare un background al Cacciatore e introdurre il suo amore, la tenace Sara, questo strambo spin-off/prequel/sequel ci tiene subito a confermare tono e look del suo predecessore. Le atmosfere colorate e festose delle fiabe su grande schermo a cui siamo stati abituati dall’amorevole chioccia Disney qui non sono ben visti e siamo subito introdotti in un’atmosfera fatta di dolore, cattiveria e rancore, dove l’amore è stroncato sul nascere con una certa crudeltà. Quei toni dark, quasi da horror, di Biancaneve e il Cacciatore sono confermati, ma c’è spazio anche per l’ironia con la presenza dei nani… per la precisione due dei sette nani che conosciamo, qui affiancati da due femmine della loro razza con le quali non mancano di battibeccare per fornire quello stemperamento della tensione richiesto.

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Malgrado sia più volte nominata, Biancaneve non compare nel film (se non fugacemente di spalle con un goffo espediente) vista che Kristen Stewart questa volta non era parte della squadra, piuttosto Charlize Theron torna a vestire i panni di Ravenna malgrado fosse stata uccisa nel film precedente. Tra le new entries abbiamo invece Emily Blunt, che dà corpo alla Regina di ghiaccio Freya, palesemente modellata sulla figura di Elsa, protagonista del successo Disney Frozen (a sua volta tratta da La regina delle nevi di Andersen), e Jessica Chastain, che è la guerriera Sara, amore del Cacciatore Eric, a cui torna a prestare i bicipiti Chris Hemsworth.

Un cast perfetto, tutti belli, anzi bellissimi. Applauso alle scenografie, gran cura nella messa in scena ed effetti speciali sempre più perfetti e realistici. Eppure Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio non solo delude, ma si dimostra di gran lunga inferiore al film che l’aveva preceduto.

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Al di là di scelte discutibili come il far praticare ai personaggi le arti marziali e mettere tra i ricorrenti un attore di colore, quando si presume che il film sia ambientato nel passato in un paese del Nord Europa quindi lontano dai combattimenti dell’estremo oriente e sicuramente in un luogo non popolato all’epoca da afroamericani, ci troviamo di fronte a un film affetto da pigrizia cronica.

I caratteri dei personaggi sono tagliati con l’accetta, tutti si comportano come ci si aspetterebbe che si comportassero e soprattutto ogni cosa accade con enorme prevedibilità, perfino quelli che dovrebbero essere i colpi di scena. A una scrittura scolastica si uniscono tutti i cliché possibili e immaginabili del blockbuster americano, tanto che ci si può abbandonare anche in qualche sonnellino senza che si perda mai il filo del racconto.

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In un film che procede col pilota automatico lo spettacolo è ovviamente assicurato, ma si ha una sensazione di inutilità piuttosto opprimente, percependo una mancanza di ispirazione generale. E in tale svogliato lavoro ad uscirne vincitrice è giusto Jessica Chastain, bellissima come sempre ma anche dannatamente brava e coinvolta dal ruolo. Eccesso di zelo.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Grande cura generale per l’aspetto visivo, le scenografie in particolare.
  • Jessica Chastain.
  • È tutto troppo prevedibile, anche i colpi di scena.
  • In generale si percepisce troppo che questo film nasce dall’esigenza economica: manca completamente d’ispirazione risultando sostanzialmente inutile.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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