Cannes74. Annette, la recensione

Annette, film di apertura della 74ª edizione del festival del cinema di Cannes, è il nuovo film di Leos Carax, regista del cult Holy Motors, con le star Adam Driver, Marion Cotillard e Simon Helberg (famoso per il ruolo di Howard Wolowitz in The Big Bang Theory). Ciò che può sembrare inusuale (per quanto alla fine quando si parla di Carax l’inusuale sia scontato) è che Annette è un musical. Ma più che un musical in realtà Annette è un’opera tragica, lontana dai mondi colorati e sognanti di Hollywood e molto più vicina alle tragedie di Mozart e Puccini, sia nelle tematiche che nello stile narrativo.

Un comico e una cantante d’opera si innamorano. Lui un misantropo, egoista, narcisista, lei una dea, una regina, un’icona. All’inizio assistiamo alle loro performance artistiche, parte anche noi di una audience invisibile che non deve neanche respirare durante il film (come invita a fare Carax nell’introduzione che rompe la quarta parete e presenta il cast del film). Henry McHenry, (Adam Driver), con il suo stile sarcastico, macabro e narcisistico, conosciuto col nome d’arte di The Ape of God, la scimmia di Dio, l’uomo che uccide ogni sera il suo pubblico. “Li ho uccisi, distrutti, assassinati“. D’altronde L’unico modo per poter dire la verità senza venire uccisi è facendo ridere. Ann (Marion Cotillard), invece, il suo pubblico lo salva. È lei a sacrificarsi sul palco e a morire, morire e morire ancora, ogni notte. Annette è il frutto del loro amore: una bambina che agli occhi dai genitori sembra poco più che un pupazzo, una bambola da usare per abbellirsi e da svuotare per cercare ulteriore successo.

Annette

Annette è un film di fantasmi e incubi, di suggestioni e simbolismi, di amore e vendetta. È un film che gioca molto con lo spettatore e che ci ricorda per tutto il tempo il suo essere un film, attraverso effetti sopra le righe, momenti pieni di sovrapposizioni, incubi a occhi aperti e rotture della quarta parete. Il personaggio di Annette, che dà il titolo al film, è infatti in realtà… un pupazzo, animato in maniera innaturale e finta, a metà tra il comico paradossale e l’inquietante surrealismo del bambino di Eraserhead di David Lynch.

Annette

Ci sono molte tematiche interessanti e attuali toccate dal film. In primo piano c’è la relazione tra due star e la costante rottura della loro intimità privata da parte del pubblico e dei media, spesso ritratti con un tono fortemente critico e ironico. Non per nulla in una scena onirica viene anche mostrato il finale di The Crowd di King Vidor, film del 1929 che parla di una famiglia che crede di essere unica per scoprire di essere una delle tante, parte di un pubblico indistinto che ride sbadatamente a delle battute che, nel film di Carax, non fanno volutamente neanche ridere. Ma Annette è anche un film sulla caduta di una star, e di come si reagisce una volta che la gente smette di ridere a quelle battute che una volta sembravano tanto apprezzare. Ed è un film che parla di accuse di violenze sessuali nel mondo dello star system e di sfruttamento commerciale di bambini che non hanno le capacità di comprendere la loro parte nel disegno economico degli altri. Ed è in particolare quest’ultimo l’arco narrativo che prende il sopravvento nella parte finale del film, un tema quanto mai attuale nel mondo di oggi in cui siamo abituati a vedere influencer sfruttare l’immagine dei figli in ogni modo possibile.

Annette

Il film è molto cantato, come una vera e propria opera, dove le canzoni e la ripetizione di alcune melodie in contesti e momenti diversi giocano un ruolo fondamentale nella trama, costituendo un richiamo continuo ad eventi precedenti del film ed evidenziando i cambiamenti nei protagonisti. Si tratta di un’opera affascinante ed esuberante che spesso riesce a spiazzare lo spettatore, mostrandogli la finzione evidente dietro ciò che accade, cosa che a uno spettatore abituato all’immersione totale del cinema hollywoodiano potrebbe dare fastidio.

Annette

Sebbene il finale sia forse un po’ troppo esplicito (ma alla fine riprendendo lo stile delle opere teatrali forse è anche giusto così) Annette è un’opera piena di elementi da analizzare e collegare. È anche un film che potrebbe essere molto divisivo: la costante esuberanza, la rottura dello schermo e la particolarità di alcune scelte potrebbero non essere apprezzabili da tutti e la durata di circa due ore e mezza non lo rendono una visione leggera.

Mario Monopoli

PRO CONTRO
  • Stile accattivante.
  • Interpretazioni di alto livello.
  • Colonna sonora piena di elementi che tornano per dare spessore psicologico ai personaggi.
  • L’esuberanza e la rottura degli schemi potrebbe non essere apprezzata da tutti.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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