È andato tutto bene, la recensione

Tout s’est bien passé, adattamento del romanzo È andato tutto bene di Emmanuèle Bernheim che è anche il titolo italiano del film, è il nuovo lungometraggio presentato in competizione al Festival del Cinema di Cannes da François Ozon. Il film tratta di un argomento particolarmente delicato e di attualità: l’eutanasia. Protagonista del film è Emmanuèle Bernheim (Sophie Marceau) che, con la sorella interpretata da Géraldine Pailhas, deve gestire la difficile situazione del padre André Bernheim (André Dussollier) dopo che un infarto lo ha fortemente debilitato, tanto da chiedere alla figlia di aiutarlo a farla finita.

Il film si concentra molto sul rapporto di Emmanuelle con il padre, segnato da un passato difficile ma che con il tempo ha portato ad un affetto sincero, ma anche con il resto della famiglia, partendo dal celato complesso di inferiorità della sorella, sempre vista per seconda dal padre, e la depressione della madre.

Il punto di forza del film sta nel suo riuscire a tratteggiare con semplicità e delicatezza un momento difficile e molto forte emotivamente, che nonostante tutte le specificità dei personaggi coinvolti riescono a farsi emblema di una storia quasi universale. Il film riesce a smorzare con ironia i momenti più drammatici, grazie soprattutto all’interpretazione di André Dussollier nel ruolo del padre di Emmanuèle, che con la sua caparbietà, strafottenza e simpatia riesce a strappare diversi sorrisi lungo l’arco del film.

Il film si svolge in maniera molto naturale, con qualche breve flashback o incubi sporadici che interrompono la “normalità” del dramma in atto, una storia insomma che potrebbe succedere a chiunque, che abbiamo già sentito diverse volte o che magari abbiamo visto da vicino. Un dramma che però si può intuire già dopo 5 minuti di film: a parte i riferimenti ad un oscuro personaggio di nome Gerard (noto anche come “Shithead”) il cui ruolo si capirà più avanti nel film e alcuni riferimenti alla sessualità di alcuni personaggi (tema ricorrente nei film di Ozon), È andato tutto bene è esattamente il film e la storia che vi verrebbe in mente se qualcuno vi scrivesse la premessa di un padre anziano che chiede alle sue figlie di aiutarlo a morire, mostrando tutti i dubbi, il dramma, la speranza e la disperazione che traspaiono in questi momenti.

Per quanto il film soffra di questa prevedibilità, il tema principale di È andato tutto bene è decisamente molto attuale e può aiutare a riflettere su un argomento difficile e molto discusso. Basti pensare che in Italia il 18 giugno 2021 è stata avviata dall’Associazione Luca Coscioni una raccolta firme, con l’obiettivo di raggiungerne 500.000 entro il 30 settembre, per avviare una domanda di referendum sull’eutanasia legale in Italia. Un tema che quindi in questo periodo ci tocca anche da vicino e porta a interrogarci su un argomento complesso, drammatico e pieno di sfaccettature, che è al centro del film di Ozon.

Mario Monopoli

PRO CONTRO
Tema interessante e di stretta attualità. Dopo i primi 5 minuti si possono intuire i successivi 108 senza troppe difficoltà.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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È andato tutto bene, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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