Archivio categorie: Netflix
Copenhagen Cowboy: il noir in tinta neon di Nicolas Winding Refn

Disponibile dal 5 Gennaio su Netflix dopo essere stata presentata fuori concorso alla 79^ Mostra del Cinema di Venezia, Copenhagen Cowboy è la nuova serie del regista danese Nicolas Winding Refn, noto ai più come regista di film culto quali Bronson e Drive.
Ambientato nella capitale danese, Copenhagen Cowboy vede Miu, una giovane donna, venduta a una famiglia di criminali di origine Est Europea. Il motivo della sua vendita è cheviene vista come una sorta di portafortuna: si crede che la donna sia dotata di poteri magici che facciano realizzare i desideri delle persone. Tenuta in cattività dalla famiglia mafiosa, Miu verrà a stretto contatto con la realtà criminale di questa famiglia serba. Giri di prostituzione, racket, traffico di droga e lotte con altre mafie internazionali rivali si mescoleranno in un turbine di violenza che avvolge tutto il tono della serie, in pieno stile Refn.
The Pale Blue Eye – I delitti di West Point, la recensione

Paesaggi nevosi e ammantati dalla nebbia, magioni gotiche, atmosfere ottocentesche e una serie inquietante di delitti efferati e di matrice misteriosa, spesso soprannaturale: sono questi alcuni degli elementi che concorrono a disegnare il quadro del classico racconto del terrore, così come lo immagina la maggior parte delle persone, anche chi non ha alcuna dimestichezza con il genere horror. Una ricetta che se ai nostri occhi è percepita come consolidata e ormai scontata, in realtà è il frutto di una stagione, quella della letteratura gotica, che, proprio grazie a questi ingredienti, ha saputo regalare a generazioni di lettori racconti e romanzi spaventosi, forieri di brividi immortali che ancora oggi si provano nel leggere le pagine dei grandi maestri del genere.
La vita bugiarda degli adulti, recensione della serie Netflix tratta dal romanzo di Elena Ferrante

Elena Ferrante è una scrittrice affermata in tutto il mondo. I suoi romanzi sono letti da milioni di persone e adattati per il grande schermo da registi importanti. Come non ricordare, infatti, Mario Martone che nel 1995 ha diretto L’amore molesto, tratto dal suo omonimo romanzo d’esordio, fino ad arrivare alla quadrilogia televisiva de L’amica geniale, la nota serie diretta da Saverio Costanzo, e La figlia oscura, il film che ha segnato l’esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal, presentato in concorso alla 78ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Ora tocca a La vita bugiarda degli adulti, l’ultimo romanzo della scrittrice partenopea, che è diventato una miniserie in sei episodi diretta da Edoardo De Angelis (Perez, Indivisibili, Il vizio della speranza), disponibile sul catalogo Netflix dal 4 gennaio.
Glass Onion – Knives Out, la recensione

A tre anni di distanza dal gran successo dell’ottimo mistery Cena con delitto – Knives Out, il regista e sceneggiatore Rian Johnson riporta in scena il suo detective Benoit Blanc per una nuova detective story che stavolta lo trasporterà su un’isola (privata) da sogno al largo della Grecia per risolvere un delitto che non è ancora stato commesso.
Il magnate della tecnologia Miles Bron invia una misteriosa scatola/puzzle a cinque suoi cari amici, contenente un invito sulla sua isola per un “weekend con delitto”. Claire, Lionel, Birdie, Duke e Cassandra dovranno risolvere una serie di indizi per scoprire il colpevole dell’omicidio dello stesso Miles. Ovviamente si tratta di un gioco, una scusa per una periodica rimpatriata tra amici, a cui però è stato invitato misteriosamente anche il celebre detective Benoit Blanc. La presenza del detective, apparentemente non in programma, sarà forse il presupposto per il compiersi di un vero delitto?
Natale a tutti i costi, la recensione

È disponibile sul catalogo Netflix la divertente commedia Natale a tutti i costi, il terzo lungometraggio di Giovanni Bognetti, che aveva esordito nel 2016 con Babysitter. La pellicola, remake di Mes très chere enfants diretto dalla regista francese Alexandre Lecière, annovera un cast di grandi nomi da Christian De Sica, Angela Finocchiaro, Fioretta Mari, Dharma Mangia Woods a Iaia Forte.
Alessandra ed Emilio (Dharma Mangia Woods e Claudio Colica) decidono di lasciare la casa dei genitori, Carlo e Anna (Christian De Sica e Angela Finocchiaro) per andare a vivere finalmente da soli. Il nuovo cambiamento li porta a prendere debitamente le distanze dai genitori, facendosi sentire di meno e disertando i pranzi domenicali. Infine, la scelta di non passare Natale in famiglia. Con sommo dispiacere di Carlo e Anna, soprattutto di Anna. Come fare per richiamare la loro attenzione? L’improvvisa notizia di un’eredità, un enorme lascito da parte di un’anziana zia. Tra l’altro non vera. Ma Carlo e Anna fino a quando mentiranno?
White Noise – Rumore bianco: La famiglia è la culla della disinformazione mondiale

Ad aprire la 79esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia è White Noise di Noah Baumbach, con Adam Driver, Greta Gerwig e Don Cheadle, in un film che fonde quotidianità e follia in una critica sarcastica all’America, ma anche un po’ a tutta l’umanità e alla sua intrinseca fragilità.
Tratto dall’omonimo romanzo di Don DeLillo, il film, ambientato negli anni ’80, ruota attorno a Jack Gladney (Adam Driver), professore di “Nazismo Avanzato” e più grande esperto di Hitler in America, portandoci dentro una quotidianità vicina e contemporaneamente surreale, in una commedia che si trasforma in una parodia horror.
Pinocchio di Guillermo del Toro, la recensione

Pinocchio è una delle favole più amate in tutto il mondo, trasposta con centinaia di varianti, adattata a dozzine di realtà culturali che, al cinema, ha senza ombra di dubbio conosciuto la notorietà grazie alla riduzione disneyana del 1940 che tradiva non poco l’originale letterario di Carlo Collodi. Il dato curioso è che, al di là di quei punti saldi per intere generazioni rappresentati proprio dal classico Disney, dalla miniserie di Luigi Comencini del 1972 e dalla serie animata della Tatsunoko dello stesso anno, ci sono stati talmente tanti adattamenti di Pinocchio da essere, per lo più, completamente passati inosservati o dimenticati. In Italia, per ragioni diametralmente opposte, nell’ultimo ventennio abbiamo memorizzato l’imbarazzante versione diretta e interpretata da Roberto Benigni (2002) e quella diretta da Matteo Garrone (2019), ma nel solo anno corrente, il 2022, sono arrivate ben tre nuove versioni della favola di Collodi: quella russa d’animazione diretta da Vasiliy Rovenskiy, il remake Disney live action con Tom Hanks e la versione di Guillermo del Toro e Mark Gustafson che arriverà su Netflix dal 9 dicembre.
Jaula, la recensione

Come già rilevato svariate volte da psicologici e studiosi, l’universo infantile fin dalla notte dei tempi ha rappresentato una fonte di ispirazione per la narrativa horror i cui autori, di ogni epoca e stile, sono da sempre rimasti affascinati dalla complessità della mente dei bambini e le loro molteplici modalità di comunicare con il mondo circostante. Gli stessi bambini, sospesi tra l’apparente semplicità e innocenza dei loro giochi, provano a rapportarsi con il prossimo per superare quei piccoli o grandi ostacoli a cui la vita li sottopone fin da quando iniziano a muovere i primi passi. La conseguenza di ciò è rappresentata, nei casi più estremi, da atteggiamenti aggressivi e di chiusura in sé stessi, cosa che non poteva lasciare indifferente chi trae ispirazione da queste esperienze per mettere giù storie del terrore.
Figure così complesse e oscure, infatti, non potevano che ispirare storie con protagonisti bambini dai poteri paranormali, perfidi e spietati assassini o addirittura ignari prestatori di corpi per antichi demoni malvagi. Ma, a volte, tale spunto può essere sviluppato in maniera diversa al fine di realizzare horror e thriller che vanno ben oltre le solite trame viste e riviste.
Mercoledì, la banalità dell’anticonvenzionale nella serie Netflix di Tim Burton

Non è di certo una novità assistere al passaggio di un rinomato autore cinematografico dal grande al piccolo schermo, del resto in passato importanti personalità come Steven Spielberg, Martin Scorsese, David Lynch, Quentin Tarantino, Sam Raimi e perfino Alfred Hitchcock, hanno fatto incursioni nella serialità televisiva mentre erano nel fiore della loro carriera. Non ci deve stupire, quindi, trovare il nome di Tim Burton a caratteri cubitali sulla nuova serie Netflix, Mercoledì; a maggior ragione se lo stesso Burton si trova in un periodo poco roseo (è da poco terminata -poco bene- la collaborazione con Disney) e il materiale a disposizione è perfetto per apporre il suo marchio.
Mercoledì: Tim Burton presenta a Lucca Comics & Games la nuova serie sulla Famiglia Addams

Oggi, 31 ottobre, giornata di Halloween, Lucca Comics & Games ha visto ospite un grande artista che ha indelebilmente legato il suo nome al mondo del macabro, Tim Burton. In Italia per presentare la serie Netflix Mercoledì, dedicata alla primogenita de La Famiglia Addams e sulla piattaforma streaming dal 23 novembre con tutti e 8 gli episodi della prima stagione, Burton ha raccontato alla stampa il suo punto di vista su questo iconico personaggio e sul mondo di cui fa parte.