Coma, la recensione

Come ad ogni Festival che si rispetti, in concorso c’è sempre quel film soporifero che batte il record di fughe dalla sala. Coma è uno di questi, anche se forse al 33° Torino Film Festival se la giocava con Colpa di comunismo di Elisabetta Sgarbi.

Tre donne – nonna, madre, figlia – vivono recluse in un vecchio palazzo di Damasco. Hanno scelto di condurre un’esistenza in volontaria prigionia estraniandosi da una città in perenne stato di assedio. Mentre fuori infuria la guerra, le donne si aggirano nelle stanze come fantasmi ancora in vita, con la surreale colonna sonora di appassionate soap siriane.

Sara Fattahi racconta la Siria ancora in guerra. Il suo film è piuttosto un messaggio per il mondo, una richiesta d’aiuto. La regista non rappresenta la guerra mostrando cadaveri e sangue, ma piuttosto le conseguenze sulla vita di una singola persona.

Tuttavia, pur animato da buone intenzioni, importanti e solidali, Coma proprio non convince. Ne viene fuori un film troppo pretenzioso, saccente. Pretende di mostrare immagini troppo semplici con uno stile auto-proclamatosi “alto”. Come se per far passare un messaggio tanto semplice ci fosse bisogno di fare del cinema complesso e complessato.

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Non è la prima donna regista che cerca di realizzare un’opera casalinga ma socialmente impegnata, ma la regista fallisce nell’intento. Il film non possiede quella genuinità di sentimenti che sarebbe stata invece necessaria.

La regista vuole raccontare il Libano ma, al termine della proiezione, nessuno ha avuto la sensazione di aver vissuto uno sguardo su un paese. Perché questa è un’altra cosa che manca: uno sguardo.

La qualità delle immagini è discutibile e la loro presentazione è pure troppo complessa, tanto che qualcuno ha addirittura azzardato l’ipotesi che nel film esistano una serie di simboli nascosti contraddistinti da una caratteristica: sono tutti al contrario. Se è vera questa ipotesi, la regista merita i complimenti: sono nascosti proprio bene.

Claudio Rugiero

PRO CONTRO
  • E’ animato da buone intenzioni.
  • Un’ottima cura per l’insonnia.
  • Film che non coinvolge mai.
  • Non c’è sguardo.
  • Poco intelligibile.
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Valutazione: 4.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Coma, la recensione, 4.0 out of 10 based on 1 rating

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