Cruel Peter, la recensione

cruel peter

Italia, terra di poeti, santi e navigatori. Ma anche di spettri, magia e creature demoniache!

Spesso, nel tracciare un’ideale mappa culturale del Balpaese si tralascia la ricchissima tradizione folklorica che la penisola custodisce grazie a una storia antichissima e delle radici culturali ben sedimentate della Storia, fatta di un melting pot culturale che ha determinato nel profondo la nascita di un popolo così omogeno e allo stesso tempo multiforme. La letteratura e il cinema sono in più occasioni riusciti a far emergere questo “colorato” passato italiano, non a caso la nostra tradizione nell’intrattenimento di genere è stata ed è tutt’ora di ispirazione a molti artisti internazionali.

Anche se, ormai, si è un po’ persa la nostra celebrità nel creare maestranze nel settore del cinema horror, di tanto in tanto compaiono titoli degni di nota che elevano la tradizione culturale di genere a una fruizione internazionale, cercando di raccontare il lato oscuro dell’Italia con suggestiva professionalità. Era accaduto, un paio d’anni fa, con l’opera prima di Roberto De Feo The Nest – Il nido, si era replicato lo scorso anno con Il legame di Domenico de Feudis e ora la tradizione di rinnova con Cruel Peter di Ascanio Malgarini e Christian Bisceglia, che si mostra come una puntuale sintesi tra i due titoli appena citati. Infatti, come nel film di De Feo troviamo un sapore internazionale molto forte caratterizzato da un modus narrandi particolarmente accattivante e fruibile; allo stesso tempo, come nell’esempio di de Feudis, c’è un fortissimo legame con la tradizione culturale italiana (del Sud Italia, nello specifico), fatta di rituali magici e superstizione.

Cruel Peter

Un prologo ambientato nel 1908 a Messina ci mostra le nefandezze di Peter, giovane pupillo della famiglia di armaioli inglesi Hoffman di stallo in Sicilia. Dopo la misteriosa morte del padre, Peter comincia a manifestare segni di crudeltà e sadismo prima verso gli animali, poi verso altre persone. Coperto da sua madre, Peter viene però rapito e “punito” da Alfredo, il figlio del giardiniere di casa Hoffman, stanco delle angherie del bambino. Ma nel bel mezzo della “punizione”, un devastante terremoto travolge Messina e si perdono per sempre le tracce di Peter e della sua famiglia. Oltre un secolo dopo, l’archeologo inglese Norman Nash arriva a Messina con sua figlia Liz, adolescente muta e ancora scossa dalla morte di sua madre. Norman deve occuparsi del restauro della sezione inglese del Cimitero Monumentale e durante gli scavi rinviene una lapide che sembra far riferimento a un bambino scomparso, Peter Hoffman! Allo stesso tempo, Liz riesce a mettersi in contato con la madre morta, attraverso una sfera per comunicare con gli spiriti, ma l’entità che le ha risposto forse non è la genitrice…

Cruel Peter

Avevamo lasciato il duo Malgarini e Bisceglia nell’ormai lontano 2012 con un altro film dell’orrore, Fairytale, apprezzabilissima fiaba ultra-dark e spaventosa che raccontava un’altra storia di genitori e figli e un orrore proveniente dal passato che aveva letali conseguenze sul presente. Con estrema continuità tematica e, in parte, stilistica, Malgarini e Bisceglia dirigono, da una sceneggiatura dello stesso Christian Bisceglia, un’altra fiaba macabra che trova un fertile sviluppo nel trend contemporaneo del cinema dei fantasmi e delle possessioni demoniache.

L’influenza più facilmente ravvisabile in Cruel Peter, infatti, è quella del cinema di James Wan e dei film del Conjuringverse, in cui la tradizione culturale di un Paese diventa il contesto di una storia di orrore famigliare con una seconda famiglia impegnata ad affrontarla. A tal proposito, come il regista di Insidious, Malgarini e Bisceglia giocano abilmente con il vedo/non vedo e focalizzano l’attenzione sul buio come nascondiglio per i demoni, riuscendo a dar vita ad alcuni momenti di spavento davvero ben architettati ed efficaci.

Cruel Peter

Oltre alla storia coinvolgente e ben sviluppata, Cruel Peter si fa sicuramente forte di un reparto effettistico di grandissimo pregio che porta in scena creature mostruose raccapriccianti e ottimi effetti speciali (sia visivi che meccanici e di trucco) che sono un po’ l’anima di tutta l’opera. Non a caso, a porre il marchio produttivo sul film c‘è anche Makinarium, azienda leader in Italia per gli effetti speciali (Il racconto dei racconti, Indivisibili, Shortcut e una marea di film interazionali con set in Italia), con il contributo diretto di Nicola Sganga e Leonardo Cruciano. Insomma, se gradite creature mostruose a valanghe, in Cruel Peter avrete pane per i vostri denti!

C’è anche da dire che l’ascriversi al filone dei fantasmi e delle possessioni, con tutti i crismi delle attuali produzioni internazionali, fa di Cruel Peter anche un film abbastanza conformato al panorama horror contemporaneo. L’ambientazione messinese, con i paesaggi marittimi e i richiami a una tradizione folkloristica tutta italiana, tra cui il terremoto che davvero distrusse Messina inizio secolo scorso, fanno sicuramente la differenza, ma il modo come gli spaventi e i risvolti della trama sono portati in scena mostrano un’idea di orrore molto standard che sicuramente ha giocato un ruolo determinante per rendere il film più appetibile a un pubblico più ampio possibile.

Cruel Peter

Molto buono l’apporto attoriale e se Henry Douthwaite (Animali fantastici e dove trovarli, Love, Death & Robots) veste il ruolo da protagonista, a distinguersi sono soprattutto la giovane Zoe Nochi e Katia Greco, che abbiamo già visto in tv ne Il giovane Montalbano e Il cacciatore e al cinema in Picciridda e Bolgia totale.

Insomma, Cruel Peter è un horror realizzato con tutti i crismi del genere che conferma la vitalità ritrovata del panorama cinematografico e italiano e la capacità nel saper comunicare a un pubblico potenzialmente molto vasto.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Unisce con funzionalità il folklore italiano con il modus narrandi e i temi della moderna ghost-story internazionale.
  • Ottimi effetti speciali.
  • Trova un modo molto convenzionale nel portare in scena l’orrore.
  • Alcune sequenze sono un po’ troppo scure.
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Valutazione: 6.8/10 (su un totale di 6 voti)
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