Eternals, la recensione

Quando nel 1976 Jack Kirby dava alle stampe Gli Eterni non poteva immaginare quello che il cinema avrebbe realizzato oltre 30 anni dopo con le IP della Marvel e l’universo cinematografico che ne sarebbe nato, né poteva mai pensare che oltre 40 anni dopo il n.1 di The Eternals, le sue creature avrebbero racchiuso parte del fulcro principale di quella che i Marvel Studios avrebbero definito Fase 4 di un progetto che ha rivoluzionato completamente il modo di pensare e fare cinema a Hollywood.

Il 26° film del Marvel Cinematic Universe, Eternals, diretto dalla neo-vincitrice dell’Oscar alla regia per Nomadland Chloé Zhao, è proprio il primo vero tassello fondamentale di questa Fase 4 che già sappiamo avrà il suo apice nel sequel di Doctor Strange. Eternals, fondamentalmente, apre un discorso vastissimo che andrà realisticamente a influenzare tutte le narrazioni venture dell’MCU parlandoci del passato, di un presente che ignoravamo e di un futuro colmo di eventi in itinere.

Dopo la gradevolissima parentesi di Black Widow e l’introduzione di un nuovo super-eroe in Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli, Eternals è come se inaugurasse quella che sarà la prossima saga dell’MCU, con personaggi inediti e un intero mondo – incredibilmente esteso – tutto da esplorare e già colmo di argomenti da espandere nei prossimi film.

In principio c’erano i Celestiali, dèi dello spazio che hanno dato origine all’umanità. Poi sono giunti gli Eterni, esseri divini dagli incredibili poteri, abitatori del pianeta Olympia. Ma insieme agli Eterni sono arrivati anche i Devianti, creature mostruose, grandi predatori che hanno terrorizzato la Terra fin dalla sua origine, uccidendo e divorando tutte le forme di vita inferiori. I Celestiali hanno posto a guardia della Terra gli Eterni per difendere il pianeta dai Devianti: questo era il loro unico scopo, per far si che l’umanità potesse evolversi senza poter mai interferire con le altre azioni che avrebbero investito l’uomo, compreso il genocidio attuato da Thanos. Per millenni gli Eterni non hanno avuto uno scopo sulla Terra, visto che gli ultimi Devianti sono stati sconfitti a Babilonia nel 500 a.C., e si sono mimetizzati tra gli uomini; ma la comparsa improvvisa di un Deviante nel centro di Londra nel presente mette in allerta Ikaris, Sersi e Sprite che contattano Kingo, Druig, Thena, Gilgamesh e Phastos per prepararli a tornare in azione.

Di più non si può dire perché Eternals è forse il film con più colpi di scena che l’MCU abbia fino ad ora avuto (alcuni prontamente svelati da una stampa tossica e meschina che agisce senza rispetto soprattutto sui social media), un film denso di eventi brillantemente sviluppati negli oltre 150 minuti di durata, facendone il film Marvel Studios più lungo dopo Avengers: Endgame.

E qui torna ancora una volta l’immenso talento narrativo di cui godono gli autori che lavorano per i Marvel Studios, stavolta rappresentati dagli sceneggiatori Patrick Burleigh, Ryan Firpo, Matthew K. Firpo e dalla regista e sceneggiatrice Chloé Zhao, che riescono a dar vita in maniera ordinata, comprensibile e completa a una storia davvero gigantesca che abbraccia la Storia dell’umanità e mondi fino ad ora sconosciuti o solo accennati (in Guardiani della Galassia).

Una storia che si focalizza su un gruppo abbastanza ingente di personaggi, tutti introdotti qui per la prima volta, ognuno con il giusto spazio per farsi conoscere, per dar vita al più corale dei film MCU che non sia un Avengers. Ogni personaggio degli Eterni ha la sua personalità ben tratteggiata, anche se si tratta di gesti, parole, da cui capiamo moltissimo e se gli eventi rendono centrali Ikaris di Richard Madden e Sersi di Gemma Chan, anche Makkari (Lauren Ridloff) con il suo handicap e Phastos (Brian Tyree Henry) con i suoi ideali e la sua famiglia, che entrano in scena solo dopo la prima metà del film, riescono a comunicare molto e a farci affezionare a loro. Ogni Eterno ha la sua funzione, è un tassello fondamentale per risolvere o complicare la situazione, facendo si, arrivati a fine film, di avere la sensazione di conoscere ognuno di loro da molto più tempo.

Su questo film, inoltre, sono stati compiuti importanti stravolgimenti narrativi in confronto al materiale di base figli anche dei tempi in cui viviamo. Da una parte abbiamo un adeguamento delle storie al contesto dell’MCU portandole verso direzioni ben precise utili a sviluppi futuri, dall’altra abbiamo avuto importanti cambiamenti che ci comunicano anche il valore dell’inclusività (di genere, di etnia, di sesso) che in questi anni si sta vivendo nelle grandi produzioni hollywoodiane. Ma tutto funziona, ogni nuovo elemento si sposa con naturalezza nel contesto, mostrandoci il modo giusto di lavorare in questa direzione senza fare a pugni con la logica e far imbufalire i fan.

C’è da dire che Eternals è anche un film distante dallo standard a cui ci hanno abituato le produzioni Marvel Studios, soprattutto per il tono più adulto e grave, per uno sguardo più oscuro sui personaggi, le origini divine degli stessi, e sulla vulnerabilità umana che lo fa apparire quasi più vicino ad alcuni prodotto della DC (Zack Snyder’s Justice League su tutti). Un film in cui si fa ricorso all’allegoria religiosa per raccontare il conflitto tra creatore e creature, pur non tralasciando l’impronta ironica (molto più esigua che altrove) e un ampio discorso sulla famiglia, vero tratto distintivo di tutti i nuovi prodotti dell’MCU.

A tutto ciò contribuisce senz’altro anche l’impronta autoriale di Chloé Zhao che non scompare come molti suoi colleghi che si sono confrontati con questi film e, pur non imponendosi, riesce ad emergere in diverse scene ambientate in esterni, nello splendido “scontro finale”, con immagini livide che descrivono la vastità del creato.

Probabilmente in Eternals c’è un po’ meno trasporto emozionale che in altri film Marvel, una maggiore freddezza data dalla stessa natura divina dei personaggi, e un andamento narrativo che richiama altri classici del genere fantascientifico e superoistico (Watchmen, Ultimatum alla Terra, perfino la serie The Boys), ma nel complesso è un’opera molto solida e con una personalità definita. Un nuovo punto di partenza che potrebbe dare ai fan del Marvel Cinematic Universe davvero tante soddisfazioni.

Come sempre, non uscite dalla sala prima della fine di tutti i titoli di coda perché ci sono ben due scene molto importanti ad aspettarvi.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • 150 minuti per scoprire un intero universo con nuovi personaggi e prospettive future molto intriganti.
  • Un bel cast corale con una bravissima Gemma Chan.
  • La mano di Chloé Zhao si vede, per fortuna.
  • La corsa all’inclusività qui è gestita benissimo, fornendo un esempio concreto su come le produzioni dovrebbero agire rincorrendo questa esigenza.
  • C’è una freddezza e una gravosità di base che potrebbe scontentare la fanbase dell’aspetto più leggero e brillante dei film Marvel.
  • La storia procede con qualche taglia e cuci narrativo da altri film del medesimo genere e filone.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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