Fast X, la recensione del decimo Fast and Furious

Quando 22 anni fa usciva nei cinema Fast and Furious di Rob Cohen nessuno avrebbe mai scommesso che avrebbe dato origine a una delle saghe più longeve e remunerative della Hollywood contemporanea. Un film piccolo, con attori sconosciuti, che rubava il titolo a un vecchio b-movie scritto da Roger Corman era destinato a rivoluzionare in maniera indelebile il panorama mondiale del cinema action, lanciando nell’olimpo delle star il suo protagonista (e futuro produttore) Vin Diesel. Tra rapine, corse e inseguimenti spettacolari, evoluzioni che sfidano le leggi della fisica, scontri e alleanze, dipartire inaspettate e altrettanto inaspettati ritorni e una famiglia sempre più larga che lascia il passo a una nuova generazione, Fast and Furious arriva al decimo capitolo. E non ha intenzione di arrestarsi, anche se ormai una conclusione è stata pianificata, perché Fast X è il primo tassello di un’annunciata trilogia che porterà alla chiusura della saga con il dodicesimo film.

Nel 2011, il team di Dom Toretto ha messo a ferro e fuoco Rio De Janeiro facendo un colpo milionario ai danni del losco Hernan Reyes, che è morto al termine di un furioso e catastrofico inseguimento per le strade della città. Quello che non sapevamo fino ad oggi è che Reyes aveva un figlio, Dante, socio in affari e prezioso collaboratore sul campo di tutti i traffici del padre, che era rimasto gravemente ferito proprio nell’incidente che costò la vita ad Hernan.

Per oltre dieci anni, Dante Reyes ha covato rancore architettando una spietata vendetta nei confronti di Dom Toretto mirata a colpire i suoi affetti più cari, proprio come è accaduto a lui. Per questo motivo, Dom e il suo team vengono incastrati in una missione a Roma a cui non dovevano prendere parte risultando agli occhi dei media e delle autorità internazionali gli artefici di un disastro che coinvolge la Città Eterna e il Vaticano. L’Agenzia, ora rappresentata da Tess, figlia di Mr. Nobody, e dall’agente Aimes, volta le spalle alla “famiglia” Toretto e sulle loro teste si erge ora una taglia indetta dallo stesso Dante Reyes.

Fast X, che porta alla regia della The Fast Saga l’esperto in action Louis Leterrier (Transporter: Extreme, L’incredibile Hulk, Scontro tra Titani), si dedica alla pura e semplice vendetta, senza alcuna concessione agli aspetti tecno-thriller spionistici e polizieschi che hanno caratterizzato i precedenti capitoli della saga.

Un po’ come il nono film era concentrato essenzialmente sullo scontro tra fratelli e i retroscena della famiglia Toretto, questo decimo si dedica al 100% sulla vendetta di Reyes Jr. e sul complesso tentativo da parte della “famiglia” Toretto di sottrarsi al suo diabolico piano.

Il film si fa, quindi, uno scontro a due: da una parte abbiamo il Dominic Toretto di Vin Diesel, impegnato fin dalle prime immagini di questo capitolo a crescere la sua prole educandola ai principi della “famiglia” (e all’alta velocità), dall’altra il Dante Reyes della new entry Jason Momoa, che viene qui descritto come il più temibile e spietato tra le nemesi di Toretto.

Fast X è, paradossalmente, la meno corale delle avventure di Fast and Furious e questo nonostante abbia il cast più nutrito di tutti e dieci i film. Di conseguenza, ogni personaggio che non sia Dom Toretto e Dante Reyes ha un minutaggio su schermo abbastanza esiguo dando, nel complesso, un senso di parzialità che si sposa con la natura di “Parte 1” di questo film.

Se escludiamo la spettacolare (e articolatissima) sequenza iniziale ambienta a Roma, dove ogni membro della squadra fa la sua parte proprio come in passato, il resto del film vede i “nostri” separati in piccoli gruppi, ognuno dei quali impegnato a “fare cose” in giro per il mondo, mentre l’obiettivo della macchina da presa di Leterrier si concentra quasi esclusivamente su Toretto e Reyes.

E così vedremo il Deckard Shaw di Jason Statham in una sola sequenza, sua madre interpretata da Helen Mirren in una breve scena, la Cipher di Charlize Theron in un ruolo molto marginale (anche se ha una delle scene action più belle, fianco a fianco a Michelle Rodriguez), così come il personaggio di Scott Eastwood che si vede per pochissimo nei primi venti minuti e via dicendo con Letty (Michelle Rodriguez), Mia Toretto (Jordana Brewster), Han (Sung Kang), Roman (Tyrese Gibson), Tej (Chris Ludacris Bridges) e Ramsey (Nathalie Emmanuel). Giusto John Cena, anche se entra in scena abbastanza tardi, ha un peso maggiore nella trama (ma il suo personaggio è fin troppo simpatico per essere stato il villain fino allo scorso film), così come i nuovi personaggi interpretati da Brie Larson, Alan Ritchson e Daniela Merchior, quest’ultima in un ruolo chiave destinato a lasciare il segno.

E così Fast and Furious si fa narrativamente molto basic, come non lo era dai primissimi film, andando a tradire idealmente nella scrittura corale il concetto di “famiglia” che ha sempre portato avanti con coerenza nei capitoli precedenti. Rimane, ovviamente, un senso del ritmo incredibilmente alto che offre allo spettatore una percezione di durata incredibilmente inferiore ai 130 minuti effettivi e una serie di scene d’azione davvero incredibili, come ormai da marchio di fabbrica della saga.

Vale la pena dedicare un discorso a se riguardo il villain interpretato da Jason Momoa. Dante Reyes è palesemente il “cattivo dei cattivi”, quello che mai e poi mai immagineremmo passare dalla parte di Toretto in un capitolo futuro. Dante Reyes è fortemente caratterizzato e ha una personalità così ingombrante da essere l’unico, in questo film, a tener testa – come carisma – a Toretto. Allo stesso tempo, Jason Momoa ha caricato talmente tanto il personaggio con un eccesso di overacting da risultare, paradossalmente, una macchietta. Il suo lo fa, non fraintendetemi, ma il risultato è a tratti così grottesco da spegnere la sua minacciosità. Per questo motivo una Cipher o un Deckard Shaw, ma anche un Jakob Toretto, rimangono idealmente più temibili.

Arrivati al decimo film, la saga di Fast and Furious mostra coerentemente una parabola discendente: dopo l’apice crescente toccato con i capitoli 5, 6 e 7, è iniziata una leggera curva di flessione che sta accompagnando la saga dall’ottavo capitolo e tocca qui, per il momento, il punto più basso da quando la Fast Saga ha preso coscienza di sé stessa. Ci si diverte e neanche poco, ma si fatica a immaginare come possa essere portata avanti la storia ancora per altri due film e questo al netto di una vera e propria chiusura a cliffhanger.

Non alzatevi subito dalla poltrona perché c’è una sorpresa davvero inaspettata dopo i titoli di coda, purtroppo spoilerata subdolamente da numerose testate dopo la premiere romana del film, nonostante indicazioni precise ai media da parte della distribuzione.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Le scene d’azione, sempre più elaborate, sempre più spettacolari.
  • Le connessioni con il passato della saga che ne fanno emergere i sempre più stretti legami narrativi.
  • Ci sono troppi personaggi e troppo poco spazio per ognuno di loro.
  • Tutto si riduce a una semplice storia di vendetta.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.5/10 (su un totale di 2 voti)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Fast X, la recensione del decimo Fast and Furious, 6.5 out of 10 based on 2 ratings

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.