Fino all’ultimo indizio, la recensione

Se c’è un genere cinematografico che davvero non passa mai di moda, quello è il thriller di matrice poliziesca, capace di trasformarsi e cambiar pelle nei decenni ma di rimanere sempre molto fedele a un’impostazione di base ferrea. Negli ultimi anni, questo genere ha trovato terreno fertile soprattutto sul piccolo schermo andando in contro all’ennesimo mutamento d’abito e, grazie a prodotti di qualità indiscutibile come True Detective e Mindhunter, ha continuato a rimanere vivo nell’esperienza dello spettatore. Con Fino all’ultimo indizio (The Little Things, in originale) troviamo una interessante variante sul tema che sembra far sue le esperienze del thriller poliziesco cinematografico classico e le più recenti prove seriali di qualità.

Atteso per una distribuzione nelle sale cinematografiche da Warner Bros. ma inevitabilmente dirottato per un’uscita digitale sulle piattaforme streaming, Fino all’ultimo indizio si ambienta nel 1990 a Los Angeles dove un misterioso serial killer sta mietendo vittime tra le giovani donne del posto. Un modus operandi che ricorda sospettosamente un caso rimasto insoluto molti anni prima e di cui si stava occupando l’allora detective Joe Deacon, oggi vice-sceriffo di Kern Country, a nord della California. Caso vuole che lo stesso Deacon sia inviato dallo sceriffo a raccogliere alcune prove rimaste nei laboratori della scientifica di Los Angeles e qui, oltre a ritrovare alcuni vecchi colleghi, incontra il giovane sergente Jim Baxter che vede in Deacon un prezioso aiuto. Il vice-sceriffo, che sembra ancora ossessionato dal caso che non è riuscito a risolvere, accetta di collaborare applicando subito il suo primo insegnamento: far sempre caso alle “piccole cose”, perché sono gli indizi apparentemente più insignificanti a tradire il colpevole.

fino all'ultimo indizio

Con un prologo che promette suspense e brividi mettendo lo spettatore nei panni di “un’aspirante vittima” del serial killer, Fino all’ultimo indizio in realtà si mostra piuttosto parco di emozioni forti ancorandosi a uno stile da procedurale classico che domina la scena per una metà abbondante della sua durata. Seguiamo, infatti, l’indagine parallela e spesso sinergica di due poliziotti molto diversi tra loro, come la tradizione chiede, uno ormai anziano che mette nel lavoro l’efficacia della sua esperienza e uno giovane ma con la testa sulle spalle che però molto ha ancora da imparare.

Si tratta di due personaggi archetipici del thriller poliziesco che aiutano lo spettatore ad entrare facilmente nella storia focalizzandosi sulla personalità introversa e solitaria di Deacon, intrappolato in un lavoro divenuto ossessione che ne ha cannibalizzato la vita privata, e quella più normale di Baxter, che fa di tutto per non ripetere gli errori di Deacon alternando alle indagini la sua famiglia. Due personaggi molto umani con cui è facile empatizzare che hanno il volto e il carattere perfetti di Denzel Washington (Joe Deacon) e quella presenza un po’ più spaesata di Rami Malek (Jim Baxter).

fino all'ultimo indizio

Dopo una prima metà concentrata sulle indagini, con scene del delitto e interrogatori a vuoto, entra in scena il sospettato numero uno, individuato proprio grazie alle “piccole cose” di cui parla Deacon. A dargli volto è Jared Leto nella sua consolidata dedizione trasformista, un ometto dall’aspetto viscido e dal fare strafottente, un “figlio di nessuno” che ha tutte le carte in regola per essere il perfetto colpevole. Da questo momento in poi, Fino all’ultimo indizio muta tono e il rassicurante senso di déjà-vu della prima parte lascia il passo a un thriller oscuro e serrato in cui tutto viene messo in discussione.

È questa seconda parte a fornire al film scritto e diretto da John Lee Hancock (The Founder, Saving Mr. Banks, Highwaymen – L’ultima imboscata) la giusta personalità capace di distinguerlo dalla massa, quel quid che potrebbe farlo ricordare nell’ambiente del thriller.

fino all'ultimo indizio

Sicuramente debitore al fondamentale apporto dato da David Fincher al genere, visto che a più riprese ricorda ora Zodiac, ora Mindhunter e nella parte finale Seven, Fino all’ultimo indizio è un solidissimo film di genere che si affida in particolare all’ottimo mestiere degli interpreti coinvolti.

Potete trovare Fino all’ultimo indizio dal 5 marzo in esclusiva digitale per l’acquisto e il noleggio premium su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Infinity.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Il film fa suo l’insegnamento di alcuni grandi titoli del genere thriller e aggiunge personalità a mano a mano che si avvicina all’epilogo.
  • Ottimi attori, in particolare Jared Leto.
  • Se non siete appassionati del genere, potrebbe annoiarvi.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Fino all'ultimo indizio, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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