Free Birds – Tacchini in fuga, la recensione

Reggie è un giovane tacchino che vive in una pittoresca e apparentemente tranquilla fattoria di famiglia. La sua vita, e quella dei suoi compagni tacchini, è interamente incentrata sui pasti a base di mais. Reggie, indispettito dagli eccessi nutrizionali della vita nella fattoria, è l’unico tacchino che teme il fattore ma ciò che lo spaventa maggiormente è che sta per avvicinarsi il temuto giorno del Ringraziamento. La vita del giovane tacchino è destinata a cambiare una mattina quando riceve un’inaspettata visita dal Presidente degli Stati Uniti che, sotto consiglio di sua figlia, lo sceglie come “tacchino graziato” e ciò significa scampare alla festa del Ringraziamento e vivere una vita comoda e tranquilla a Camp David. Mentre si gode la sua lussuosa vita piena di comfort, Reggie viene sequestrato da Jake, un impavido tacchino con una sola missione nella vita: cambiare per sempre la storia dei tacchini. Servendosi di una macchina del tempo di nome S.T.E.V.E., Jake e Reggie torneranno indietro nel tempo nel 1961, prima del primo Ringraziamento, con lo scopo di evitare che i tacchini finiscano sul menù.

È abbastanza un dato di fatto, quando si parla di film d’animazione, per la maggiore, è possibile fare una grossa bipartizione qualitativa: da una parte ci sono i film targati Disney-Pixar, dall’altra c’è tutto il resto. Di tanto in tanto è possibile imbattersi nell’eccezione che conferma la regola, ma i prodotti che portano il marchio Walt Disney continuano da sempre ad avere quella marcia in più perché hanno davvero trovato la formula giusta per far si che il film d’animazione non sia solamente un mero intrattenimento per bambini bensì una piacevole visione, ricca di contenuti, che possa risultare gradevole ed adatta a tutti i pubblici, ai grandi e ai più piccini. Free Birds – Tacchini in Fuga non riveste nessuna eccezione e, non portando sulle sue spalle il marchio Disney, rientra come sospettabile nella categoria “tutto il resto”.

Primo lungometraggio realizzato dalla società d’animazione Reel Fx Animation Studios e diretto da Jimmy Hayward (responsabile del mediocre Jonah Hex), Free Birds è un cartone animato dalle poche pretese, sia contenutistiche che artistiche, che proprio non riesce ad andare al di là del semplice passa tempo per i più piccoli. Non necessariamente una colpa, certo, ma dal momento che il plot alla base della narrazione era tanto folle quanto geniale, non sarebbe dispiaciuto un approccio alla materia che rendesse il prodotto finale meno infantile e più “commestibile” anche alle fasce d’età sopra i dieci anni.

Reggie e Jake, i due tacchini che vogliono cambiare il passato

Reggie e Jake, i due tacchini che vogliono cambiare il passato

Il film si fa carico di una serie di stereotipi ormai decisamente vecchi, anche per un cartone animato, soprattutto per ciò che riguarda la caratterizzazione dei personaggi, che risultano tutti molto banali e risaputi, partendo proprio dai due tacchini protagonisti. Ma il più grave problema del film è riscontrabile sicuramente nella narrazione del tutto squilibrata che inizia con un accumulo serratissimo di eventi che conduce lo spettatore a faticare non poco nel seguire la storia. Una volta avvenuto l’incontro tra Reggie (la cui voce originale è di Owen Wilson) e Jake (doppiato originariamente da Woody Harrelson), invece, il tutto rallenta vertiginosamente e sembra che il film abbia esaurito tutte le sue cartucce, così da andare avanti solo con siparietti tragi-comici ai danni di Reggie che, richiamando i meccanismi della slapstick comedy, risultano alle lunghe esageratamente sguaiati ed irritanti.

Non tutto è da buttare, ovviamente. L’animazione in computer graphic, con le sue forme morbide e colorate, risulta decisamente gradevole e qualche sorriso durante l’ora e mezza viene anche strappato, eppure la sensazione che rimane alla fine è quella di aver assistito ad una bella occasione mancata perché Free Birds – Tacchini in Fuga, un po’ come i casi passati di Planet 51 e Space Chimps, appartiene a quella categoria di cartoni animati sorretti da una bella idea di partenza ma destinati purtroppo a non lasciare alcun tipo di segno.

Resta sicuramente uno spettacolino gradevole per i più piccoli.

Giuliano Giacomelli

Pro Contro
  • Idea di partenza decisamente geniale.
  • Computer graphic dai tratti morbidi e colorati.

 

  • Troppo infantile.
  • Narrazione squilibrata.
  • Situazioni comiche sempre uguali e così sguaiate da risultare irritanti.
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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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