Giorni d’estate, la recensione

Giorni d’estate (Summerland) è un film drammatico/sentimentale diretto da Jessica Swale con Gemma Arterton nel ruolo della protagonista ovvero Alice Lamb, una giovane scrittrice che vive da sola in una bella casa nella regione del Kent.

Siamo negli anni Quaranta e la Seconda Guerra Mondiale è in pieno svolgimento. In realtà non vediamo cannonate, sparatorie o missioni eroiche, perché l’aspetto bellico è vissuto (e visto) solo come sfondo sociale. L’intero racconto scaturisce dagli effetti nefandi di quella guerra di cui, si spera, tutti conoscano già ogni particolare.

Ciò che preme sottolineare è l’effetto molto straniante della situazione narrata: come mai una giovane donna abita da sola in una bella casa nelle campagne del Kent (sud-est della Gran Bretagna)? Per di più una che ama studiare la mitologia e il folklore del passato? È una strega? La società non è ancora avvezza a comprendere una tale bizzarra situazione in quell’epoca in cui per “fare scandalo” basta proprio poco. Ma Alice non teme né le chiacchiere né le maldicenze e vive come desidera, in barba alle consuetudini.

giorni d'estate

Una vita tranquilla, in una regione tranquilla, tra prati verdi, antichi castelli e bianche scogliere che scendono a picco sul mare. Un posto idilliaco che la guerra, in apparenza, non scalfisce. Eppure, un giorno bussano alla porta e le affidano un ragazzino la cui famiglia, a Londra, non può più allevare. Il padre è stato arruolato in guerra e la madre è al lavoro per il governo inglese. Alice non si è mai offerta volontaria per questi “affidamenti” ma è in qualche modo costretta ad accettarlo.

Col tempo le vite della donna e del ragazzino cambiano in profondità. Il loro rapporto progredisce, si affina e muta con il procedere del racconto e si arricchisce di dettagli sempre più personali. Alice infonde al giovane nuovo arrivato concetti pagani che nulla hanno a che fare con la cultura in voga. Secondo lei, ciò che succede dopo la morte non ha molto in comune con le credenze religiose bensì si incrocia con i miti del passato remoto, tra regni sovrannaturali e contesti mitologici. E il giovane resta incantato dai racconti appassionati di Alice.

Ciò che nessuno sa (e che non può essere assolutamente detto) è ancora più sconcertante per la cultura anglosassone degli anni Quaranta: Alice, in passato, era innamorata di un’altra donna. Un segreto che la protagonista può solo conservare nella memoria più intima ma non può in nessun modo condividere con alcuno.

Giorni d'estate

È molto evidente il tocco femminile della regista Jessica Swale, nella tenerezza della narrazione e nella profondità dei tratti psicologici di ogni personaggio. L’ambientazione è ricca di fascino e Gemma Arterton è misurata ma al contempo energica nell’interpretazione di questa misteriosa, affabile, sensibile e impenetrabile giovane scrittrice. L’evoluzione finale è alquanto banale e un po’ scontata, ma lascia soddisfatto il palato dello spettatore che cerca distrazione con una storia che regala, a  tratti, dolcezza e buoni sentimenti. Può solo deludere i più smaliziati con un twist finale non difficile da immaginare che sa di “già visto” più e più volte.

Giorni d’estate è in uscita il prossimo 25 agosto grazie a Movies Inspired.

Marcello Regnani

PRO CONTRO
Scenografia da sogno e buoni sentimenti. Prevedibilità e un tocco troppo edulcorato.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Giorni d'estate, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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