Hard Night Falling – Una notte per morire, la recensione

Ma quante farfalle nello stomaco resuscita il rivedere il bel faccione di Dolph Lundgren a schermo.

Riaffiorano, ad esempio, quei magici momenti di Rocky IV in cui l’attore svedese troneggiava dall’alto sul povero Sly nell’iconico e indimenticabile ruolo di Ivan Drago.

Poi il resto della pellicola qui in sede di giudizio ci riporta purtroppo alla dura e amara realtà e a parte qualche comparsata in produzioni mainstream hollywoodiane del calibro di The Expendables – I mercenari o Aquaman, quel che rimane è una non certo memorabile (ma comunque redditizia) carriera di produzioni di serie b solitamente indirizzate all’home video.

Ed è proprio questo il formato a cui va ad affiancarsi Hard Night Falling – Una notte per morire, produzione italo-americana che riprende i fasti del genere tanto cari a Die Hard per calarci nella più classica delle situazioni rapinatori/ostaggi che vedrà protagonista proprio il buon Dolph con moglie e figlia al seguito.

Spiace dover criticare così il lavoro di Giorgio Bruno ma tolta la consapevolezza di un comparto tecnico tutto sommato che non eccelle ma che non delude completamente, per quanto riguarda tutto il resto la pellicola purtroppo grava di non pochi problemi.

L’intero svolgersi della vicenda è di una banalità sconcertante, non c’è un guizzo, un’idea o un cambio di direzione inaspettato che dia un minimo di valore a ciò che scorre dinanzi agli occhi dello spettatore ma tutto prosegue sui più classici dettami del genere.

L’italica villa in cui si svolge la vicenda è strutturata in modo confusionario e con poca attenzione.

Una delle caratteristiche principali di questo tipo di pellicole dovrebbe essere delineare bene l’ambiente in cui l’azione prenderà luogo così da poter capire e rendersi conto di come l’eroe si ingegnerà per sfruttare a proprio vantaggio lo spazio e gli ambienti che lo circondano, mentre qui l’ecosistema delle location rimane quello di una splendida cornice per un quadro che ha veramente poco di originale da raccontare.

La narrazione viene quindi costantemente invasa da personaggi secondari che entrano ed escono di scena durante l’assedio, annullando completamente la tensione che l’impossibilità di fuga al centro di questo tipo di situazione dovrebbe infondere nello spettatore.

Tutto questo solo per dare vita ad una parata di comprimari dalle connotazioni inesistenti calati nell’azione semplicemente per dar vita a pessime sparatorie in CGI e ad agghiaccianti scene di lotta il cui livello rasenta l’amatorialità.

O più probabilmente per mettere una pezza e riuscire a colmare lo scarso livello di minutaggio che vede protagonista Lundgren che scompare per lunghi periodi dalle scene (scelta gravata probabilmente dallo scarso budget dietro la produzione) lasciando spazio al suo noioso trio di “assistenti” che sembrano appena scappati da una brutta fiction italiana (uno dei tre, a livello narrativo, non fa letteralmente niente se non farsi dimenticare fino alla ricomparsa finale).

E per quanto la sua presenza sia molto ridotta, il buon Dolph non “buca” esattamente lo schermo ma anzi sembra contrariato ed annoiato lasciando trasparire tutta la sua voglia di voler essere altrove.

Il grande Hal Yamanouchi quantomeno ingoia la pillola ricoprendo i panni di un’antagonista che non spicca certo per originalità o per degli ideali accattivanti che ne giustifichino le azioni, ma quantomeno ci mette un minimo di  amore e convinzione per quello che sta’ facendo, nonostante non venga sicuramente coadiuvato da linee di dialogo del livello “mostro del giorno” con cui dovranno vedersela i nostri (“Sei un bastardo!” – “Grazie”).

Hard Night Falling è purtroppo uno di quei pasticci action che annoverano esplosioni in pessima CGI, brutte scene di combattimento, sparatorie svogliate e pessimi personaggi senza un realistico background, una reale identità o delle caratteristiche che possano interessare uno spettatore un minimo smaliziato sul genere.

Sciatto e senz’anima, con due protagonisti comunque di notevole interesse per una produzione italiana ma che purtroppo annegano nel marasma generale di personaggi secondari anonimi ed attori dalle scarse capacità recitative.

Spiace perché comunque Bruno, che viene dal buon cinema horror di Almost Dead e They Talk, sa come si tiene un set ma supponiamo che la caratura degli intenti della produzione, i nomi coinvolti e il risicato budget non devono aver facilitato la realizzazione del progetto.

Hard Night Falling – Una notte per morire è disponibile su Sky e Now e in PVOD Prime Video, Chili, RakutenTv, TimVision ma anche in home video distribuito da CG Entertainment.

Andy Pompeo

PRO CONTRO
  • Ritrovare Yamanouchi è comunque sempre un piacere.
  • Dura un’ora e mezza.
  • La messa in scena dell’azione rasenta un livello quasi amatoriale.
  • Personaggi inesistenti.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 4.5/10 (su un totale di 2 voti)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Hard Night Falling - Una notte per morire, la recensione, 4.5 out of 10 based on 2 ratings

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.