Hostile, la recensione

Il problema che mi mette davanti Hostile di Nathan Ambrosioni, in uscita il 31 ottobre, nel doverlo recensire è semplice: quanto è corretto stroncare un horror girato da un quattordicenne? Qual è il confine fra trattarlo con il rispetto che merita, essendo pur sempre un film che viene distribuito in sala, e lo sparare sulla croce rossa?

Anche solo parlare della trama per Hostile è difficoltoso. Una donna (Shelley Ward) adotta due bambine (Julie Venturelli e Luna Belen). Ma quando le cose iniziano a farsi inquietanti e difficoltose, fra presenze sinistre e intrusioni, decide di rivolgersi a un programma, SOS Adozioni, per cercare aiuto. Ovviamente la cosa degenererà fra   babysitter ammazzate, possessioni e improbabili colpi di scena.

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Già la trama, quindi, è al contempo stracolma di roba che succede, eppure totalmente vuota. E noiosa. I primi venti minuti sono esemplificativi in questo caso: fin dalla prima scena si vedono presenze, fantasmi, assassini, ombre che si muovono tanto veloci, mani che sbucano dal buio e afferrano barattoli. Lo spettatore si trova, fin da subito, così pieno di quest’accozzaglia di eventi senza quasi nessun filo logico dietro, che non può far altro che stringersi nelle spalle e dire vabbè.

Ma con uno sforzo di volontà, si potrebbe anche chiudere un occhio su tanta vuotezza in fase di scrittura (sempre di Ambrosioni), e concentrarsi sull’aspetto più prettamente emotivo. D’altronde, l’horror, come nessun altro genere, richiede un approccio di pancia. Ecco, e qui sta il disastro più totale in Hostile. Ogni singola scena è priva della benché minima tensione. Il tutto si limita a gente che compare e scompare alle spalle e a qualche stacco con la colonna sonora (trucco atroce che Ambrosioni usa anche quando deve rappresentare i momenti felici).

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Il regista è incapace di costruire tensione e qualsiasi tipo di climax. Semplicemente butta nel mucchio vari elementi con la speranza che facciano paura. Un esempio su tutti: la sequenza del rapimento e tortura della babysitter, capolavoro di tutto ciò che non dovrebbe essere, fra recitazione, inquadrature e sonoro.

Ogni tanto viene utilizzata anche la tecnica del found footage, ma forse è meglio far finta di no.

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Ho cercato, seriamente, qualcosa che si salvasse in Hostile. Vuoi perché comunque Ambrosioni ha quattordici anni e non mi sembra il massimo della correttezza stare qui a dire quanto sia brutto il suo horror, vuoi per una qualche testardaggine mia nel voler cercare qualcosa di buono in ogni film. Ma, francamente, non ho trovato nulla. Anzi, una qualche parte di me si è anche indignata per Ambrosioni stesso, mandato in giro con questo horror ingiustificabile, sbandierato per il solo fatto che lo ha diretto a quattordici anni. Non è proprio il massimo nei suoi confronti, probabilmente.

Sicuramente non lo è nei miei.

Samuele Petrangeli

PRO CONTRO
  • No.
  • Mancanza totale di ogni tensione.
  • Sceneggiatura scialba e noiosa.
  • Recitazione al limite del sopportabile.
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Valutazione: 3.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Hostile, la recensione, 3.0 out of 10 based on 1 rating

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