I Segreti di Osage County, la recensione

I segreti di Osage County – tratto dalla pièce August: Osage County, firmata da Tracy Letts (Killer Joe) e vincitrice del Premio Pulitzer nel 2008 – è il secondo lungometraggio diretto da John Wells (The Company Men) e interpretato dai premi Oscar Meryl Streep e Julia Roberts, entrambe candidate agli Academy Awards 2014, rispettivamente come Migliore Attrice Protagonista e Migliore Attrice non Protagonista. Il film conserva l’impostazione teatrale nei dialoghi torrenziali, nei caratteri tipici del dramma corale e nella scelta di ambientare l’azione prevalentemente nel caldo soffocante di casa Weston, riuscendo ad amalgamare fluidamente la derivazione dal palcoscenico con meccanismi più strettamente cinematografici.
Il sipario si apre sulla voce di Beverly Weston (Sam Shepard), anziano capofamiglia, che sussurra allo spettatore – quasi cercasse la sua complicità – una citazione di T.S. Eliot, calzante metafora della sua vita. L’ex professore e poeta senza più ispirazione si rivolge in realtà a Johnna (Misty Upham), la corpulenta ragazza indiana che ha assunto per prendersi cura della chiassosa e irriverente moglie Violet (Meryl Streep) – malata di tumore alla bocca e patologicamente dipendente dagli psicofarmaci – con la quale vive da più di trent’anni in un casolare nella contea di Osage, in Oklahoma. Poco dopo, Beverly esce di casa e sparisce misteriosamente. Violet non sembra sorpresa; dopotutto, il marito non è nuovo a comportamenti simili. Ma stavolta è diverso: Beverly, da tempo devoto solamente all’alchool, ha infatti deciso di porre fine alla propria vita. La terribile disgrazia richiama all’ovile le tre figlie: la solitaria e introversa Ivy (Julianne Nicholson), l’appariscente e frivola Karen (Juliette Lewis) – con tanto di amante-trofeo al seguito (Dermot Mulroney) – e la tormentata Barbara (Julia Roberts), che accorre con il marito (Ewan McGregor), con il quale è in crisi, e la figlia adolescente (Abigail Breslin). Non mancano nemmeno la prepotente sorella di Violet, Mattie Fae (Margo Martindale), il suo compagno Charles (Chris Cooper) e il loro figlio, Little Charles (Benedict Cumberbatch). Quando una famiglia così numerosa e male assortita come i Weston, suo malgrado, si ritrova, diventa impossibile anche solo condividere un pasto in armonia; inevitabilmente, gli isterismi non vogliono tacere né i rancori e le tensioni restare sotto la cenere. In men che non si dica, la commemorazione di Beverly diventa il teatro di un passionale e circense scontro, senza esclusione di colpi, tra i membri del bellicoso nucleo familiare. Ciascuno, infatti, ha uno scomodo segreto da nascondere – o da svelare – e vuole finalmente dire la propria, specialmente la polemica e provocatoria Violet…
Al termine della riunione, nessuno di loro sarà più lo stesso.

Violet (Meryl Streep), la sorella Mattie Fae (Margo Martindale) e la figlia Barbara (Julia Roberts) al funerale del marito, cognato e padre Beverly Weston (Sam Shepard).

Violet (Meryl Streep), la sorella Mattie Fae (Margo Martindale) e la figlia Barbara (Julia Roberts) al funerale del marito, cognato e padre Beverly Weston (Sam Shepard).

Siamo di fronte a un prodotto filmico drammaturgicamente ben confezionato, coinvolgente e valorizzato da una calda e morbida fotografia. Benché, infatti, teatro delle svolte principali del plot siano prevalentemente le quattro mura di casa Weston, le imponenti e sconfinate distese rurali dell’Oklahoma, immortalate in campi lunghi e lunghissimi, vengono investite di un efficace e suggestivo valore metaforico. Queste, caratterizzate da un assolato silenzio e una desolata armonia, in contrapposizione alla disturbante e claustrofobica cacofonia delle liti casalinghe, suggellano il disperato desiderio di evasione di ciascun personaggio ma, al tempo stesso, anche la sua impotenza di fronte alla insostenibile realtà degli eventi che lo coinvolgono. Così, la seducente bellezza della natura assume connotati quasi Leopardiani: apparentemente, benevola via di fuga; di fatto, pronta a schiacciare e inghiottire con noncuranza l’illusione di chiunque percorra quella via nella vana speranza di un futuro migliore.

I brillanti e cinici dialoghi sono perfetto veicolo di tensione di un labile equilibrio familiare pronto, da un momento all’altro, ad andare in corto circuito sgretolando ogni ipocrisia e menzogna.
Il tono della narrazione, nella prima parte della pellicola più che mai dinamico e dal ritmo serrato, mantiene in ottimo equilibrio passaggi caratterizzati da un convincente umorismo, talvolta grottesco ma mai sopra le righe, e improvvise esplosioni di focose escandescenze, dall’impatto travolgente. Meryl Streep e Julia Roberts sono gli straordinari alfieri di questa complessa dicotomia. La prima è l’impeccabile interprete di una matriarca ingombrante, egocentrica, instabile… Simile, per molti aspetti, alle indimenticabili figure materne dipinte da Woody Allen nei suoi lungometraggi più cupi: Interiors e Settembre. Meryl incarna con eccezionale naturalezza una donna traviata dalle difficoltà della vita e resa incapace di mostrare amore o affetto nonostante ne abbia, a sua volta, un disperato bisogno. La vulcanica Roberts si cimenta, per chi scrive, nella migliore interpretazione della sua carriera, dando corpo e (alta) voce alla controparte emotiva di Violet; Barbara è a sua volta incapace di mostrarsi fragile e indifesa, preferendo lo scontro accorato, anche violento, per far ascoltare le proprie ragioni. Il conflitto generazionale tra le due donne darà luogo ai momenti più intensi e spiazzanti del film.
A tal proposito, punto di forza di I Segreti di Osage County è senz’altro l’impeccabile caratterizzazione dei personaggi della famiglia Weston: identità fragili, problematiche, in crisi. Un eccentrico gineceo, dall’imponente bagaglio emotivo, in cui gli uomini sono per lo più figure deboli e marginali, seppure, in linea di massima, positive. All’inizio dei giochi, ciascuna delle Weston è profondamente convinta di aver rimesso insieme i pezzi della propria esistenza e stare andando incontro con successo a una vita migliore. Invece, questa multiforme carrellata di caratteri femminili, accomunati soltanto biologicamente, sarà costretta a fare i conti con un’indesiderata quanto inevitabile presa di coscienza, che le coglierà ora spaesate, ora rabbiose.
Nell’ottimo cast, si distinguono anche il Premio Oscar Chris Cooper e la scoppiettante Margo Martindale.

Violet osserva con sarcasmo la famiglia riunita a tavola per pranzo, pronta a dire qualche cattiveria delle sue.

Violet osserva con sarcasmo la famiglia riunita a tavola per pranzo, pronta a dire qualche cattiveria delle sue.

Tuttavia, a un primo macro segmento praticamente ineccepibile, segue una seconda parte più lenta e meno grintosa, che rischia di provocare un calo d’attenzione anche nello spettatore più assorto. Se non ci fossero i numerosi colpi di scena a risollevare le sorti dello script, le sequenze finali risulterebbero piuttosto fiacche e meno agevoli da digerire. Sarebbe stato più opportuno, ai fini di mantenere il carisma del prodotto all’altezza della prima ora e mezza di film, snellire l’impianto complessivo sottraendo qualche tempo morto. Ultimissima scena compresa.

I Segreti di Osage County è un film da non perdere, che colpisce dritto allo stomaco e rimane lì, come un amaro e seducente magone, destinato a scuotere e spiazzare lo spettatore in virtù dell’autenticità dei personaggi (e delle interpretazioni), della potenza della storia e dei risvolti inaspettati di quest’ultima.

Il film è nelle nostre sale dal 30 gennaio, distribuito da BIM Distribuzione.

Chiara Carnà

PRO CONTRO
  • L’interpretazione di un cast in forma smagliante. Julia Roberts più brava che mai.
  • Personaggi femminili complessi e interessanti.
  • La vicenda coinvolgente, appassionata e ricca di colpi di scena.
  • La pellicola riesce a divertire ed emozionare grazie a un ritmo narrativo solido e di buon livello.

 

  • Una seconda parte non all’altezza della prima per mordente e grinta.
  • Una scena finale non particolarmente degna di nota né originale.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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I Segreti di Osage County, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

One Response to I Segreti di Osage County, la recensione

  1. Luca ha detto:

    D’accordissimo, è stato l’unico film dell’anno a farmi uscire tremante della sala.
    Ha superato ogni mia aspettativa, contrariamente a Dallas Buyers Club e 12 Years A Slave. Indimenticabile.

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