Il cacciatore di donne, la recensione

Ultimamente al cinema siamo invasi da pellicole tratte da storie vere, vuoi per mancanza di idee nuove o perché si pensa che una storia realmente accaduta possa attirare più pubblico rispetto a qualcosa di inventato, fatto sta che Il cacciatore di donne si rifà anch’esso ad un fatto reale di cronaca nera. La storia è quella di Robert Hansen, serial killer americano che prelevava dalla strada prostitute per legarle, seviziarle e, una volta liberate, dar loro la caccia in un bosco in Alaska.

Bene, cosa dire invece del film in questione? Nonostante si parta da una sceneggiatura che (dovrebbe) ricalcare le gesta del temibile killer e del poliziotto al quale le indagini furono affidate, ci si trova davanti ad un’accozzaglia di “roba” buttata in faccia alla spettatore in modo talmente frenetico e a tratti illogico da far risultare tutto un lungo e ripetitivo videoclip senza capo ne coda.

I personaggi sono mal gestiti nonostante si tenti di far capire la vita del poliziotto e del killer ma lo si fa in modo talmente superficiale e sbrigativo che alcune scene sfiorano il patetico se non il comico. Le famiglie dei due, ad esempio, non vengono quasi mai mostrate e si vuole suggerire che la moglie e la figlia del poliziotto non approvano la sua tenacia e la sua totale dedizione al caso mostrandole semplicemente una manciata di secondi in una scena in cui non gli rivolgono la parola.

Altri momenti di involontaria ironia si toccano con l’eccessiva casualità che permea quasi tutta la pellicola come l’arrivo della donna che decide di aiutare la ragazza, che spunta dopo pochi secondi che questa sta camminando per strada senza alcun senso logico, o quando il killer si trova esattamente davanti alla porta dalla quale esce la ragazza che gli è sfuggita alla caccia.

Vanessa Hudgens e Nicholas Cage in Il cacciatore di donne

Vanessa Hudgens e Nicholas Cage in Il cacciatore di donne

Al di la dei casi specifici comunque in tutto il film permea questa aurea di casualità fastidiosa e ridicola in cui ogni evento sembra capiti al momento giusto e nel posto giusto (o sbagliato al momento sbagliato) per far continuare la trama che altrimenti rischierebbe di bloccarsi o di avere momenti di stallo. Incomprensibili poi sono alcuni comportamenti dei personaggi, su tutti quello interpretato da Vanessa Hudgens che dovrebbe essere una ragazza in balia degli eventi, spaventata ed in perenne indecisione su che strada prendere, ma si ha invece la sensazione di trovarsi davanti una ragazza che fa cose a caso senza alcuna soluzione di continuità.

Nella trama ci si perde continuamente perché alcuni passaggi risultano forzati e troppo frettolosi, con elementi che non sono minimamente costruiti o analizzati a dovere tanto da risultare incomprensibili o peggio da non lasciare il segno che dovrebbero.

Poco da salvare anche sul piano attoriale con un Nicholas Cage che come al solito mantiene la stessa espressione facciale dalla prima all’ultima scena ed un John Cusack veramente fuori parte e che non riesce per nulla a rendere l’idea del bravo cittadino dietro al quale si nasconde un male cosi assoluto e impensabile.

In sostanza in questo film si salva la fotografia che fa davvero la differenza e nient’altro, facendo de Il cacciatore di donne un film tutt’altro che interessante; un film che sostanzialmente non desta interesse e non tende ad approfondire un fatto di cronaca nera di cui si sa poco e di cui, dopo il film, si continuerà a conoscere altrettanto poco.

Gianluca Fedele

 

PRO CONTRO
  • Bella fotografia, funzionale al racconto.
  • Montaggio videoclipparo, confusionario e frettoloso.
  • Sensazione di casualità che permea tutto il film.
  • Attori (quasi) tutti fuori parte.
  • Storia vera trattata con superficialità.

 

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