Il Racconto dei Racconti, la recensione

C’era una volta un luogo indefinito e senza tempo all’interno del quale sorgevano tre regni. Ognuno di questi regni era dominato da un castello al cui interno avevano luogo strane avventure di re e regine, principi e principesse, streghe e terribili mostri. La Regina di Selvascura è disperata perché non riesce ad avere un erede. Disposta a tutto pur di avere un figlio, decide di seguire il consiglio di un misterioso negromante giunto una notte nel suo regno: mangiando il cuore di un drago marino, cucinato da una vergine, la Regina potrà rimanere incinta.

Il Re di Roccaforte è un uomo costantemente alla ricerca di nuovi piaceri carnali; convinto di aver posseduto tutte le donne del suo regno, una notte ode per sbaglio una voce deliziosa, mai sentita prima, proveniente da una casetta fuori le mura del castello. Invaghitosi di quella voce, il Re non aspetta altro che conquistare quella creatura dalla voce soave che lui crede essere una candida fanciulla.

Il Re di Altomonte, sconvolto dalla morte del suo bizzarro animale domestico, giunge ad un’idea: far scuoiare il suo animale e concedere la mano di sua figlia a chi saprà riconoscere a quale bestia apparteneva quella pelle. L’unico capace di indovinare, così da guadagnarsi la mano della principessa, è un ferocissimo Orco che vive nelle montagne.

«L’Italia possiede nel Cunto de li Cunti o Pentamerone del Basile il più antico, il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari…»

(Benedetto Croce, 18 dicembre 1924)

Andare al cinema, accomodarsi nella poltrona per poi sprofondare, subito dopo, nel buio della sale ritrovandosi davanti un film come Il racconto dei racconti non è certo una cosa che accade tutti i week-end. A dire il vero, anzi, a questi livelli e con questi risultati è una cosa che probabilmente non è mai accaduta. Un unicum nella storia del cinema italiano.

il racconto dei racconti immagine 1

Lo stupore e l’entusiasmo è sempre alto quando ci si trova davanti ad un caso del genere, ma è piuttosto evidente che negli ultimi anni qualche cosa inizia finalmente a cambiare. A piccoli passi, certo, ma sempre meglio che niente. Ciò che conta è risvegliare la settima arte da quel gravoso torpore in cui versa da fin troppi decenni. Qualcosa di significativo è indubbiamente accaduto un paio di anni fa quando, piaccia o meno, Sorrentino ha saputo donare al cinema italiano di nuovo quell’importanza che mancava da fin troppo tempo. Un’importanza insita più nell’opera stessa che non nell’agevole riconoscimento ottenuto dagli Academy Awards. Due anni dopo La grande bellezza, Matteo Garrone compie il passo successivo che consiste nel riportare il genere all’interno del cinema italiano. Una mossa coraggiosa, persino inaspettata se ci soffermiamo a pensare che ciò è avvenuto per mano di uno degli autori più importanti e stimati dell’attuale scena cinematografica. Garrone compie il suo approccio al genere in maniera senz’altro estrema e con piglio sovversivo decide di portare sui nostri schermi un vero e proprio film fantasy, nella concezione più classica del termine, una storia i cui protagonisti sono re e regine che combattono contro orchi e draghi feroci. Un genere di certo non facile, raramente esplorato dalla nostra cinematografia (l’ultimo esempio significativo l’abbiamo avuto nei primi anni novanta con il televisivo Fantaghiò di Lamberto Bava) ma generalmente poco frequentato dalle logiche produttive europee.

il racconto dei racconti immagine 2

Ma se da un lato stupisce, dall’altro lato c’era anche da aspettarselo che uno come Matteo Garrone non fosse del tutto estraneo a certe dinamiche legate al fantastico. In fin dei conti, anche in alcuni suoi film precedenti come L’imbalsamatore o Reality, si riusciva a respirare in lontananza una certa aroma fiabesca tanto nella creazione dei protagonisti quanto nel linguaggio attribuito alla narrazione. Garrone ha sempre caratterizzato i suoi personaggi con quella nota di stravaganza finendo così per sposare, spesso, il punto di vista di esseri abietti o sognatori incapaci di scindere dal reale la loro visione distorta del mondo. Lo stile fiabesco, dunque, scalpitava per emergere già da un po’ e qui diventa finalmente protagonista attingendo a piene mani dalla raccolta di fiabe di Giambattista Basile, celebre scrittore popolare del seicento a cui dobbiamo l’opera Lo Cunto de li Cunti (tradotto dal napoletano, Il racconto dei racconti), ossia una raccolta di cinquanta racconti in lingua napoletana, la più antica e importante d’Europa, dalla quale provengono fiabe famosissime come Cenerentola o Il gatto con gli stivali. L’opera di Basile, successivamente illustrata da scrittori come i fratelli Grimm, è sempre stata caratterizzata da racconti fantastici fortemente ancorati al reale, al folclore delle sue terre, con protagonisti molto spesso estrapolati direttamente dal mondo popolare. Quanto allo stile narrativo, invece, le sue opere spaziano con estrema frequenza da toni comici e sentimentali a incursioni nell’horror puro. Garrone, che nel suo film decide di portare in scena tre racconti del Basile in cui è centrale il punto di vista di tre donne molto differenti fra loro, rievoca lo stile di Giambattista Basile in maniera molto puntigliosa riuscendo a dare al film, nonostante le ambientazioni e le tematiche trattate, un taglio molto realistico e personale con atmosfere cupe ed estranianti molto lontane dal linguaggio del cinema fantasy hollywoodiano e più vicine a quel look storico-medievale della fortunata serie Il trono di spade. Inoltre, Matteo Garrone dimostra una buona conoscenza dei generi che maneggia con molta disinvoltura fino a portare in scena situazioni estreme, degne del miglior cinema horror, a base di cuori mangiati e donne scuoiate dalla testa ai piedi in perfetta tradizione Clive Barker.

il racconto dei racconti immagine 3

Se da un punto di vista contenutismo Il racconto dei racconti rappresenta qualcosa di veramente nuovo all’interno della nostra cultura cinematografica, lo è ancor di più sotto un punto di vista visivo grazie ad un lavoro magistrale e meraviglioso svolto sulle scenografie, sui costumi e sugli effetti speciali. Le location del film sono incantevoli, paesaggi fiabeschi mozzafiato che nulla hanno da invidiare a quella Terra di Mezzo de Il Signore degli Anelli ma che, a differenza dei film di Jackson, non sono ricreati in post-produzione ma sono scenografie naturali della Nostra terra. Per ciò che concerne gli effetti speciali, invece, nulla del genere era mai stato visto in un film italiano. Draghi marini, pulci giganti, pipistrelloni mostruosi, tutto è stato realizzato e supervisionato da Leonardo Cruciano con un perfetto connubio di effetti artigianali e visivi capaci di rendere realistica ogni singola creatura che appare nel film.

A rendere il prodotto ancora più maestoso e internazionale ci pensa il cast che vanta nomi celebri in tutto il mondo come Salma Hayek, Vincent Cassel, Toby Jones e John C. Reilly affiancati, al momento giusto, da caratteristi del cinema italiano come Renato Scarpa, Franco Pistoni e Massimo Ceccherini.

In definitiva Il racconto dei racconti è un film capace di racchiudere in se un’importanza internazionale che mancava al Nostro cinema da fin troppo tempo. Sicuramente non mancano piccoli difetti qua e la, come la mancanza di un vero e proprio climax finale utile a chiudere perfettamente un cerchio, ma l’incanto che riesce a trasmettere ogni singola immagine non può che sopraffare quei difetti che finiscono per sembrare davvero piccoli.

Con buona probabilità, sarà il film che ci rappresenterà il prossimo anno alla notte degli Oscar.

Giuliano Giacomelli

Pro Contro
  • Finalmente un vero film di genere tutto italiano.
  • Garrone ha il coraggio, e la bravura, di portare in scena un fantasy che non ha nulla da invidiare alle grandi produzioni hollywoodiane.
  • Toni cupi e realistici per una fiaba fuori dal comune.
  • Un cast indubbiamente notevole.
  • Effetti speciali, location e costumi di rara bellezza.
  • Dispiace per la mancanza di un vero climax finale. Il titoli di coda arrivano in maniera brusca e inaspettata.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: +1 (da 1 voto)
Il Racconto dei Racconti, la recensione, 9.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.