Il sesso degli angeli, la recensione

Il sesso degli angeli è il quattordicesimo lungometraggio di Leonardo Pieraccioni, che ritorna al cinema dopo Se son rose…, uscito nel 2018. È senza dubbio un’opera che rappresenta una nuova fase nella filmografia del regista toscano. Infatti, il ruolo da lui interpretato non è il solito latin-lover, giovane e spensierato, ma quello di un prete maturo e devoto.

Don Simone (Leonardo Pieraccioni) è il parroco di una piccola chiesa a Firenze, frequentata da alcuni fedeli, ma che necessita di una manutenzione. L’improvvisa morte di suo zio Waldemaro (Massimo Ceccherini) porta l’uomo a ereditare una fiorente attività in Svizzera, che potrebbe essere d’aiuto per poter iniziare i lavori di ristrutturazione della sua parrocchia. Don Simone parte alla volta di Lugano per conoscere da vicino l’attività ereditata, venendo a conoscenza solo in seguito che si tratta di un bordello di lusso, gestito dalla sensuale e perspicace Lena (Sabrina Ferilli).

Pur restando fedele al genere dei suoi lavori precedenti, questa volta Leonardo Pieraccioni dirige un’opera che racconta senza volgarità il mondo del sesso e quello della chiesa. La sceneggiatura, scritta dallo stesso Pieraccioni insieme a Filippo Bologna, si pone come uno spartiacque dalle sue opere precedenti, dando avvio a una nuova fase che vede coinvolto il regista toscano in un ruolo lontano anni luce da quelli in cui siamo stati abituati a vederlo. Non è un caso che all’alba dei suoi cinquantasette anni, Pieraccioni decida di vestire i panni di un religioso, prendendosi la libertà di raccontare una commedia che si concentra su diverse tematiche, come quelle della prostituzione e della religione.

Attraverso la figura di Don Simone, lo spettatore assiste a situazioni a dir poco esilaranti che vedono coinvolto il comico toscano. A fare da spalla al regista troviamo Marcello Fonte (Dogman, Vivere, Aspromonte) in un ruolo che sembra calzargli a pennello, dando vita a innumerevoli gag esilaranti. Una commedia che cerca di sdoganare la figura della prostituta, mostrandoci un lavoro criticato in Italia, ma legalizzato e controllato in Svizzera. Ma laddove le premesse di raccontare due mondi diametralmente opposti erano buone, l’opera, invece, non sembra convincere pienamente, anche perché si assiste a una serie di eventi che finiscono a lungo andare con risultare poco credibili. Molti punti verso il finale vengono lasciati in sospeso, sarebbe bastato concentrarsi sullo scioglimento di alcuni aspetti narrativi che non vengono approfonditi.

Il sesso degli angeli si rivela un’opera che rappresenta una nuova fase nella filmografia di Leonardo Pieraccioni, ma che, malgrado le buone premesse, non riesce a convincerci pienamente.

Il sesso degli angeli, prodotto da Levante in collaborazione con Rai Cinema, esce nelle sale cinematografiche il 21 aprile, distribuito da 01 Distribution.

Giovanna Asia Savino

PRO CONTRO
  • Le tematiche della prostituzione e della religiosità, pur rappresentando due cose diametralmente opposte, si rivelano interessanti.
  • Leonardo Pieraccioni e Marcello Fonte riescono a regalarci alcune gag esilaranti.
  • Alcuni eventi vengono raccontati in maniera superficiale, non c’è spazio per un ulteriore sviluppo in grado di chiarire alcuni dubbi. Inoltre, il finale frettoloso non riesce a convincerci pienamente, anche a causa di alcune situazioni poco credibili.
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