Il sol dell’avvenire, la recensione del film di Nanni Moretti

Con grande gioia mi trovo a scrivere questa recensione perché da sempre studiosa e ammiratrice del cinema di Nanni Moretti. Non posso che esprimere soddisfazione dopo aver visto Il sol dell’avvenire, che arriva dopo la parentesi non troppo brillante di Tre piani. Ed è proprio con quest’ultima opera, in uscita nelle sale cinematografiche italiane il 20 aprile, distribuito da 01 Distribution e in attesa di essere presentata in concorso alla 73° edizione del Festival di Cannes, che il regista romano ritorna a lavorare nuovamente con Margherita Buy e con Silvio Orlando, quest’ultimo dopo ben diciassette anni dalla sua ultima collaborazione ne Il caimano (2006).

La storia ruota su due piani narrativi, seguiamo principalmente il personaggio di Giovanni (Nanni Moretti), regista cinematografico che dirige un film ogni cinque anni, sposato con Paola (Margherita Buy) e padre di Emma (Valentina Romani). L’uomo è alle prese con la sua ultima opera, ambientata nel 1956 ai tempi dell’invasione russa di Budapest, e il circolo del Partito Comunista Italiano, frequentato da Ennio (Silvio Orlando) e Vera (Barbora Bobulova). Due coppie, una reale e l’altra finta, per esigenze di copione poiché siamo in un film nel film, che vengono messe al centro dell’opera insieme alle vicende personali di Giovanni, alle prese con dubbi esistenziali che lo portano a rimettere tutto in discussione.

Con Il sol dell’avvenire assistiamo a un gradito ritorno di Nanni Moretti come non lo si vedeva da anni, infatti, bisogna ritornare indietro di ben diciassette anni quando nel 2006 uscì Il caimano, che aveva protagonisti proprio il trio Moretti/Buy/Orlando e che metteva in scena elementi tipici del suo cinema. Con quest’ultima opera, scritta dallo stesso Moretti insieme a Valia Santella, Federica Pontremoli e a Francesca Marciano, assistiamo a una lunga serie di storie che si intersecano l’una con l’altra, rese alla perfezione da un cast di attori di primissimo ordine come Margherita Buy, che veste i panni di Paola, la moglie di Giovanni, nonché produttrice del suo ultimo film, in piena crisi matrimoniale. Silvio Orlando e Barbora Bobulova vestono, invece, i panni di Ennio e Vera, i due protagonisti del film diretto da Giovanni.

Con immenso piacere possiamo constatare quanto del buon cinema passato di Nanni Moretti sia presente in questa sua ultima opera, nella quale troviamo una visione personale dell’autore verso l’utilizzo (spropositato) delle piattaforme streaming per distribuire oggi il cinema; ma c’è anche un massiccio riferimento alla guerra che in un periodo storico come quello che stiamo vivendo diventa fortemente attuale, seppur in modo differente da quella del 1956 raccontata nel film.

In particolare, ne Il sol dell’avvenire ritroviamo alcuni personaggi e situazioni tipiche del cinema morettiano dei primi anni, la giovanissima figlia che si innamora di un settantenne, tic, manie e ossessioni che sono un marchio distintivo della sua filmografia.

Il sol dell’avvenire si rivela un’opera in grado di mettere in scena magistralmente tutte le tematiche care al regista romano, grazie non solo a una sceneggiatura curata nei minimi dettagli ma anche a un cast di attori a dir poco straordinari, tutti in parte, tra i quali non possiamo non menzionare l’ottimo Mathieu Amalric e Valentina Romani, la Naditza di Mare Fuori, bravissimi nei loro ruoli che aggiungono un ulteriore valore all’opera. Ma è soprattutto un modo per farci capire quanto Nanni Moretti abbia ancora tanto e tanto da raccontare attraverso il suo fare cinema d’autore.

Giovanna Asia Savino

PRO CONTRO
  • La sceneggiatura curata nei minimi dettagli che ci introduce a diversi piani narrativi senza mai perdere il punto di vista centrale.
  • L’ottimo cast di attori, tutti in parte, con una sorpresa verso il finale di alcuni volti noti del cinema di Nanni Moretti.
  • Nanni Moretti, regista e attore, capace di saper dirigere e interpretare in maniera eccelsa.
  • Potrebbe non piacere ai detrattori del cinema di Nanni Moretti, ma che piaccia o meno è un grande regista.
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