Into the Dark: Fateci entrare, la recensione

Nono appuntamento con Into the Dark, la serie antologica targata Blumhouse destinata al circuito televisivo, recentemente distribuita in Italia da RaiPlay. Una serie di lungometraggi slegati tra loro, dodici (a stagione) come i mesi dell’anno, il cui unico punto in comune è quello di svolgersi durante una festività.

Seguendo quella che è da sempre la sua filosofia produttiva e imprenditoriale, Jason Blum ha deciso anche per questa serie di dare spazio a registi emergenti o quantomeno alla caccia della grande occasione per farsi conoscere al grande pubblico, lasciando loro carta bianca per quanto riguarda l’interpretazione delle tematiche e delle festività affidategli. Un’impostazione che sta dando vita ad una serie di episodi variegati sia dal punto di vista stilistico che, soprattutto, di quello qualitativo con film davvero meritevoli ai quali fanno da contraltare altri dal valore decisamente deludente.

Alla prima categoria fa parte Fateci Entrare (They Come Knocking) diretto da Adam Mason, onesto mestierante del genere che dedica questo nono lungometraggio della serie alla Festa del Papà, offrendo di questa celebrazione il ritratto più oscuro, difficile e controverso possibile. Un quadro che emerge in tutta la sua evidenza attraverso una storia che parla delle difficoltà di un padre e delle sue figlie nel ricostruire un rapporto di amore e fiducia tra loro, deterioratosi a causa delle macerie lasciate dalla perdita prematura della madre. Ciò che ne scaturisce è un dramma familiare non del tutto scritto e rappresentato nel migliore dei modi, a cui però il regista inglese è molto bravo a dare slancio e freschezza attraverso la componente horror ben riuscita e molto coerente con i caratteri dei protagonisti e i loro equilibri emotivi, nonché efficace nel regalare qualche brivido di paura allo spettatore.

Into the Dark - They Come Knocking

Dopo la morte prematura della moglie, Nathan decide di mettersi in viaggio con le sue figlie per raggiungere il luogo simbolo del suo amore con la donna e spargere lì le sue ceneri. Tra racconti di aneddoti del passato e i litigi con la figlia maggiore Claire, però, i tre si ritrovano a fronteggiare la minaccia di terribili creature soprannaturali.

Fateci entrare rappresenta la prova della valenza del vecchio adagio “l’abito non fa il monaco”, dal momento che sia il trailer che la fredda lettura della sinossi lascerebbero presagire un classico film horror i cui protagonisti restano intrappolati in una roulotte e devono difendersi da creature mostruose dall’origine misteriosa, pronte ad ucciderli e a martoriarli. Nulla di tutto questo. Partendo da un input narrativo e un’ambientazione che ricordano Le colline hanno gli occhi di Wes Craven, Adam Mason costruisce un film del tutto distaccato da tale cliché e focalizzato nel raccontare i rapporti tra i membri di una famiglia distrutta, i loro traumi e la difficoltà di ricostruire il rapporto tra padre e figlia. Un’idea ambiziosa i cui risultati sono senza dubbio incoraggianti, nonostante qualche passaggio a vuoto ravvisato soprattutto in una prima parte fin troppo didascalica, piatta in alcuni punti e ricca di dialoghi superflui e flashback che non fanno altro che appesantire la visione.

Into the Dark - They Come Knocking

Dubbi e incertezze quasi totalmente spazzati vie da una seconda metà nella quale Mason, facendo tesoro del potere evocativo e simbolico del cinema di genere, lascia alle immagini e ai mostri da lui creati il potere di trasmettere allo spettatore il malessere, il cambiamento e l’evoluzione psicologica dei tre protagonisti all’interno di un plot sempre più coinvolgente dal punto di vista emotivo.

Le creature soprannaturali incappucciate e dall’aspetto fanciullesco, infatti, non sono famelici zombie o vampiri che puntano tutto su denti aguzzi o forza fisica disumana, bensì mostri che colpiscono, con le loro vocine delicate e simili a cantilene, le debolezze e i nervi scoperti di Nathan fino a ferirlo nello spirito e portarlo ad una sofferenza ben maggiore di quanto farebbe il semplice dolore fisico. La componente horror del film, dunque, diventa parte integrante di un discorso molto più complesso e profondo, ma non per questo il regista dimentica l’obiettivo primario della storia.

Into the Dark - They Come Knocking

Fateci entrare, infatti, resta comunque un film di paura e anche in questo senso il lavoro di Adam Mason non viene meno in quanto l’autore britannico riesce a piazzare alcune sequenze di tensione ben girate dal punto di vista tecnico e con una suspense e un gusto del macabro che rendono tali sequenze punte di notevole qualità, pur restando nell’ambito di un prodotto televisivo.

Il film di Adam Mason, a conti fatti, risulta un episodio ben riuscito e una dimostrazione di come, seppur tra luci ed ombre, uno schema narrativo inflazionato può essere rielaborato per raccontare una storia con contenuti e spunti interessanti.

Vincenzo de Divitiis

PRO CONTRO
  • La storia si slega dal cliché solito e racconta una vicenda profonda e con contenuti.
  • Le creature incappucciate e dall’aspetto infantile sono inquietanti.
  • Le scene di tensione colgono nel segno.
  • La prima parte è didascalica e piatta fino a risultare noiosa.
  • La regia in alcuni momenti è troppo televisiva e svogliata.
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Valutazione: 6.5/10 (su un totale di 2 voti)
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