Italian Horror Stories, la recensione

Una lunga tradizione editoriale lega l’horror e il fantastico in senso lato al racconto episodico autoconclusivo, in particolate sulle riviste a fumetti che esplosero negli Stati Uniti negli anni ’50, quelli che resero celebre la casa editrice EC Comics che pubblicava riviste ormai cult come Tales from the Crypt, The Vault of Horror, Weird Science e Weird Fantasy. Questi racconti a fumetti hanno plasmato un’intera generazione di autori, anche cinematografici, diventati il pilastro portante del panorama fantastico mainstream degli anni successivi (qualcuno ha detto Robert Zemeckis, Steven Spielberg, Joe Dante e John Landis?) ma hanno anche dato vita a progetti che chiaramente si sono ispirati a quelle atmosfere macabre, ciniche e grottesche. Se pensiamo alle opere che hanno reso celebre la casa di produzione britannica Amicus, come Le cinque chiavi del terrore, La casa che grondava sangue, La morte dietro il cancello e, soprattutto, Racconti dalla tomba e The Vault of Horror, rivediamo lo stesso modus narrandi delle suddette riviste a fumetti e se poi andiamo negli anni ’80 a ripescare i due Creepshow e la serie tv Tales from the Crypt, il cerchio si chiude.

Fatto sta che, ancora oggi, numerosi prodotti guardano a quel tipo di narrazione orrorifica antologica e se l’esempio più lampante e qualitativamente più alto ci arriva dalla serie tv di Ryan Murphy e Brad Falchuck American Horror Story, non mancano lungometraggi che strizzano l’occhio a quell’immaginario sempre vividissimo dell’horror a episodi.

Se nel 2004 arrivava nei cinema I tre volti del terrore, omaggio del Maestro italiano degli effetti speciali Sergio Stivaletti a quel genere di film, in particolare al grande classico Le cinque chiavi del terrore, è alla stessa matrice che guarda anche Italian Horror Stories, lungometraggio corale che si rifà ancora più palesemente al cult di Freddie Francis.

Arrivato direttamente sulla piattaforma streaming Amazon Prime Video, dopo essere stato premiato al Bloody Festival 2021 di Roma, Italian Horror Stories raccoglie sei storie (quindi sei cortometraggi) accomunati da una cornice. Di quest’ultima se ne è occupato Claudio Fragasso, regista che all’horror ha dato i cult Zombi 4 – Afterdeath e La casa 5, anche supervisore dell’intero progetto. Diciamo che le apprezzabili intenzioni di riesplorare l’horror episodico di matrice classica sono superiori al risultato finale, che è piuttosto modesto e altalenante da episodio a episodio.

italian horror stories

La cornice vede sei persone intente a farsi leggere i tarocchi da una cartomante che descrive a ognuno di loro un destino crudele e avverso. La prima storia, intitolata La trappola e diretta da Antonio Losito, è la migliore e vede un giovane filmaker intento a realizzare un documentario sulla carriera di un celebre regista che nasconde un tragico episodio nel suo passato. Lineare, ben recitato e con un epilogo a sorpresa beffardo e appagante. Se tutti gli episodi fossero stati così staremmo parlando di un prodotto più che buono, ma già il secondo corto, L’ultima tomba a sinistra di Daniele Malavolta, mostra un brusco arresto qualitativo. Una ragazza non riesce a trovare l’uscita del cimitero che sta visitando e rimane intrappolata lì oltre l’orario di chiusura insieme ad altre persone. Cosa sta accadendo? Esattamente quello che potete immaginare… Un soggetto molto prevedibile che si rifà a storie già raccontate più volte, senza molta ispirazione e con una preoccupante assenza di atmosfera, nonostante la suggestiva location cimiteriale.

Il fantasma di Claudio è il terzo episodio, firmato da Andrea D’Emilio e incentrato su un uomo che perde l’oppressivo padre e viene perseguitato da terrificanti visioni del suo fantasma. Un po’ Edgar Allan Poe, un po’ Creepshow ma c’è un’aura generale di film fatto in casa che ne smorza le potenzialità. Si fa meglio in Amore non è “ammore“ se muta quando scopre mutamenti diretto da Vincenzo Della Corte, un’ironica storia d’amore – anzi di corteggiamento – tra un giovane cantante neomelodico partenopeo e una femme fatale che nasconde un mostruoso segreto. Questo corto la butta in farsa e qui sta la sua chiave vincente perché riesce a mascherare la pochezza di mezzi con il sorriso.

Il peggiore del lotto è il quinto episodio, Vendetta, di Gianluca Bonucci, in cui una festa di Halloween in maschera si trasforma in un massacro ad opera di un misterioso killer in cerca di vendetta. Davvero nulla di nuovo nel soggetto e nei colpi di scena con una povertà generale che ne sottolinea quasi l’amatorialità. Chiude il lotto Midnight Special di Francesco Giorgi, tra i corti migliori e forse il più originale dei sei, che racconta la storia distopica di un ragazzo che vaga per strade di una città notturna e deserta a poche ore dalla fine del mondo.

italian horror stories

Nel complesso Italian Horror Stories, seppur riesce a creare una coerenza tra le diverse opere, è troppo palesemente un “ensemble” di cortometraggi creati individualmente per esser tali e uniti in un secondo momento. Le storie non sempre si legano al progetto di cornice e, purtroppo, per lo più sono opere mediocri e acerbe che mostrano senza ombra di dubbio passione per il genere ma anche scarsa fantasia.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Alcuni cortometraggi sono carini.
  • La maggior parte dei corti non sono riusciti.
  • Anche se c’è una visione d’insieme, si nota che è stata creata a posteriori e spesso le storie non si legano al progetto generale.
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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Italian Horror Stories, la recensione, 5.0 out of 10 based on 1 rating

2 Responses to Italian Horror Stories, la recensione

  1. Alessandro Rossi ha detto:

    Questo film è un vomito

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  2. John ha detto:

    Non ho parole. Peccato che tra le firme ci sia uno dei migliori registi indipendenti Italiani, Malavolta. Poi non pretendo che un attore non abbia completa mancanza di dizione, qui parlano tutti in romanaccio, ma nella mia infima storia almeno ho una postura e se devo togliere l’accento emiliano me ne invento un altro.

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