Jumanji: The Next Level, la recensione

Due anni fa il successo planetario di Jumanji – Benvenuti nella giungla colse un po’ tutti di sorpresa, Sony Pictures compresa che di certo non si aspettava di raccogliere 965 milioni di dollari worldwide nonostante la presenza nel cast del beniamino-del-botteghino Dwayne Johnson.

Era, dunque, necessario proseguire le avventure all’interno del videogame Jumanji, che a sua volta derivava dal vecchio gioco da tavola che stava alla base del film di Joe Johnston del 1995, ed era necessario farlo in tempi rapidi, così da battere il ferro finché caldo. Nasce così Jumanji: The Next Level che si muove in territori sicuri… ma talmente sicuri da somigliare in maniera un po’ sospetta a Jumanji – Benvenuti nella giungla con sospetto che gli sceneggiatori Jeff Pinkner e Scott Rosenberg abbiano in fin dei conti riciclato la loro stessa sceneggiatura del film precedente.

Finita la scuola, Spencer è rimasto virtualmente in contatto con i suoi amici ma è insoddisfatto dalla sua noiosa routine, a cui mette un peso da 90 il nonno in convalescenza che è andato ad abitare a casa sua, grazie al quale realizza che col passare del tempo la sua vita non può che peggiorare. Allora Spencer prende una decisione drastica: ripara la console e rigioca a Jumanji, sperando di poter vivere nuovamente un’avventura nei panni dell’aitante avventuriero dott. Bravestone. Quando i suoi amici perdono le sue tracce, si recano a casa di Spencer e resosi conto di cosa ha fatto il ragazzo, decidono di tornare anche loro all’interno di Jumanji per recuperare l’amico. Ma il videogame non funziona come dovrebbe e i ragazzi non hanno la possibilità di scegliere il loro avatar.

La storia si ripete: quattro ragazzi intrappolati in un videogame che devono affrontare sfide letali per salvare la propria pelle e guadagnare la possibilità di tornare alla loro vita. Le uniche variazioni apportate sono il mescolamento degli avatar (che sono sempre interpretati da Dwayne Johnson, Karen Gillan, Jack Black e Kevin Hart, a cui si aggiunge la cantante Awkwafina e un… cavallo!), per cui i giocatori non torneranno a impersonare gli stessi personaggi che hanno già giocato nel precedente film (ad eccezione di Martha) e l’introduzione di due nuovi personaggi, che nella vita reale sono due anziani signori ottusi a qualsiasi meccanica di gioco propria a un videogame, interpretati da Danny De Vito e Danny Glover. Per il resto c’è la medesima meccanica narrativa, con il regno di Jumanji da salvare, animali pericolosi da cui scampare, un villain in possesso di un potente manufatto e il gioco di squadra come unica soluzione per portare a termine la missione. Una reiterazione degli eventi che crea un senso di déjà-vu nello spettatore portando con sé pregi e difetti del film precedente.

In confronto all’altro film, in Jumanji: The Next Level viene meno la costruzione a livelli di videogame, invece si ha il sapore della narrazione unica scandita solo dal cambiamento dello scenario di gioco che può essere il deserto, il villaggio medievale e il paesaggio innevato. Funzionano molto bene le scene d’azione, con la lunga sequenza dei ponti sospesi e l’attacco dei mandrilli come scena madre che saprà farsi ricordare. L’ironia è costante e guadagna valore soprattutto nell’entrata in scena dei due personaggi anziani che associati a determinati avatar creano momenti di divertimento molto riusciti. Inoltre, la presenza di Eddie e Milo fornisce una marcia in più alla morale ultima del film, che è la collaborazione, il far squadra così da sanare i dissidi personali per il bene del gruppo, a cui sono chiamati proprio i due personaggi più anziani che hanno dei trascorsi che li hanno portati a non parlarsi più per decenni.

Tra scene d’azione elaborate ed esagerate, gag comiche basate sullo scambio degli avatar, Jumanji: The Next Level si avvicina al villain finale che stavolta è rappresentato da Jurgen Il Bruto, animalesco leader di un popolo di cacciatori bramoso di potere e interpretato da Rory McCann, noto ai più per il ruolo del Mastino ne Il Trono di Spade, e così come accadeva per il personaggio di Bobby Cannavale nel film precedente, di questo villain non interessa davvero a nessuno, compresi gli sceneggiatori e il regista Jake Kasdan.

Ritmo indiavolato ma poche sorprese, Jumanji: The Next Level promette un ulteriore sequel che potrebbe riavvicinare il franchise alla sua dimensione originaria, per il momento, però, dobbiamo accontentarci di un capitolo con poca fantasia seppur non privo di divertimento.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Alcune buone gag piazzate qua e là.
  • Le scene d’azione funzionano, in primis quella nel livello dei ponti sospesi.
  • Ha una struttura identica a quella del film precedente.
  • Viene meno la consapevolezza che il film sia ambientato in un videogame.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Jumanji: The Next Level, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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