Justin e i Cavalieri Valorosi, la recensione

Il destino di Justin, giovane dai capelli rossi che vive nel Regno medievale di Gabilonia, sembra già scritto definitivamente, come i fiumi di sterili leggi che presiedono la vita della comunità: si iscriverà alla scuola di Legge e seguirà le orme del severo padre Reginald, Primo Avvocato del Regno.

A Gabilonia, infatti, una rigorosa quanto invadente burocrazia ha obnubilato le menti dei cavillosi ministri della Legge e preso il sopravvento sul buonsenso. I bei tempi in cui i Cavalieri Valorosi, esiliati per sempre per ordine della Regina, difendevano i più deboli e garantivano la concordia, sono ormai lontani.

Il ragazzo, però, ha le idee chiare sul proprio futuro e sogna di diventare un cavaliere senza macchia e senza paura, al pari del defunto nonno Sir Roland. Così, col benestare della nonna e il disappunto del genitore, saluta la bella ma superficiale Lara – la ricca fanciulla di cui è cotto – e parte alla volta della Torre della Saggezza, per imparare l’arte dei Cavalieri e compiere un’impresa degna di questo nome. Solo allora farà ritorno e renderà alla dama del suo cuore il suo bizzarro pegno d’amore: un putrido calzino a strisce.

L’iniziazione Justin si rivelerà densa di sorprese, imprevisti e incontri con bizzarri personaggi.

Riuscirà, tuttavia, a dimostrare a se stesso e ai suoi cari di possedere la stoffa del vero Cavaliere?

Justin e i Cavalieri Valorosi è un’operazione coraggiosa, accurata e convincente, proprio come il suo protagonista. Un film che ha richiesto quattro anni di lavoro, la fantasia di molti e un grande impegno su tutti i fronti, e che può contare su una storia sicuramente prevedibile, ma narrata con cuore e intelligenza. Elementi, questi ultimi, che ben rappresentano la dicotomia che sta alla base della costruzione del film, incarnata dalla diatriba tra Cavalieri e burocrati.

La sceneggiatura, firmata dal regista Manuel Sicilia e da Matthew Jacobs (Le Follie dell’Imperatore) mantiene sempre sui binari la soglia dell’attenzione e procede – nonostante la grande varietà di personaggi e le relative linee narrative – in un fluido slalom tra un coccodrillo travestito da drago, una partita di scacchi che va avanti da 450 anni e una pagnotta così dura da poter diventare, all’occorrenza, arma contundente. Lo script si dimostra, a conti fatti, pienamente in grado di veicolare ai più piccoli con dolce semplicità un bel messaggio (è importante essere sempre se stessi, anche se questo può far male a chi ci sta vicino, ma bisogna lavorare sodo per raggiungere i propri obiettivi) e, perchè no?, strappare ai meno giovani una lacrimuccia di commozione.

Il valoroso Justin

Il valoroso Justin

L’umorismo non è certo graffiante né irriverente, peccando talvolta d’infantilismo, ma, in linea di massima, risulta piacevole e solo raramente sopra le righe.

Pur essendo un prodotto prevalentemente orientato verso l’infanzia, Justin riuscirà a far passare una gradevole ora e mezza anche ai genitori, grazie a una rosa di personaggi accattivanti e ben caratterizzati. Infatti, accanto a un buon protagonista, suo malgrado pasticcione ma determinato a realizzare i propri sogni, ci sono interessanti comprimari, tra cui una tosta ragazza dal ciuffo ribelle destinata a far breccia nel cammino di Justin (e non solo!), un mago decisamente incline alla schizofrenia che usa il suo ‘terzo occhio’ come GPS e un ingegnoso e anziano monaco costantemente sull’orlo di un esaurimento nervoso.

È interessante, a tal proposito, come, pur essendo la vicenda ambientata nel Medioevo, i protagonisti di Justin incarnino vizi e virtù assolutamente attuali e moderni; dal vanesio e fanfarone Sir Clorex (una sorta di “tronista” con cappa e spada) alla viziata fashion victim Lara, passando per l’effeminato e modaiolo Sota, il cui motto è “potenza e stile”.

Sicuramente quanto appena descritto rappresenta il maggior pregio della pellicola, ma un altro oggettivo punto di forza è costituito dal suo coloratissimo ed efficacemente evocativo impianto visivo, fatto di scorci mozzafiato e sequenze vertiginose, che denota una grande attenzione per il dettaglio. Soltanto la panoramica iniziale del film, tra la foresta e le rovine, richiese ben 504 ore di lavoro.

Justin e i Cavalieri Valorosi è prodotto dalla KANDOR Graphics, casa spagnola che può contare tra i suoi soci Antonio Banderas, che ha collaborato al film d’animazione anche come doppiatore, prestando la voce al già citato Sir Clorex, sedicente Cavaliere e seduttore incallito.

Il lungometraggio d’animazione, diretto da Manuel Sicilia, arriverà nei nostri cinema il 24 ottobre.

Chiara Carnà

 

PRO CONTRO
  • La storia è narrata con efficacia e intelligenza.
  • La varietà di personaggi, prevalentemente originali.
  • L’impianto visivo: un tripudio di colori e scorci mozzafiato.

 

  • Coinvolgerà e appassionerà davvero solo i bambini.
  • Talvolta i personaggi scivolano nella caricatura pur di risultare divertenti.
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