Kidding – Il fantastico mondo di Mr. Pickles

In attesa della nuova stagione, che sarà pubblicata negli Stati Uniti il 3 novembre, recuperiamo questa chicca dell’anno scorso firmata Showtime, canale televisivo noto per le sue serie provocatorie, che faticano a essere classificate in un genere.

Kidding è stata creata da David Holstein, già sceneggiatore per un’altra serie Showtime, la divertente Weeds. Holstein propose la parte da protagonista a Jim Carrey, che disse che ne avrebbe preso parte solo se a dirigere gli episodi fosse stato Michel Gondry, grande regista visionario che aveva già collaborato con Carrey nello splendido The Eternal Sunshine of the Spotless Mind (come è noto, tradotto orribilmente in italiano con Se mi lasci ti cancello). E così è stato: la visione e visionarietà di Gondry abbracciano tutta la serie, anche se non tutti gli episodi sono diretti dal regista. È comunque impossibile non riconoscere in Gondry alcuni dei motivi costitutivi della serie, tra cui l’amore per gli effetti pratici (da notare la sempre mutevole sigla iniziale) e l’atmosfera fanciullesca: fanciullezza che viene indagata nella sua ambivalenza di gioia ottimistica, ma anche, e soprattutto, di tormentata immaturità.

Kidding

Kidding segue la vita di Jeff, famoso personaggio televisivo protagonista dello show per bambini Mr Pickle’s Puppet Time, amato da tutti, adulti, bambini, e persino ladri, per la sua calma e le sue pillole di pacata saggezza: nella sua totale innocenza e nel suo candore, ci ricorda il conduttore americano Mr. Rogers che per anni ha condotto lo show per bambini Mr. Rogers Neighbourhood. Quello che i suoi piccoli telespettatori non sanno, però, è che Mr. Pickles sta affrontando il lutto per la morte del figlio Phil e la separazione dalla moglie Jill (Judy Greer), che si è allontana da lui dopo la tragedia. Jeff decide di affrontare il lutto nell’unico modo che conosce: decide di parlarne nel suo programma per aiutare i bambini con la dura tematica della morte.

Jeff per primo è un bambino: candido e innocente, non impreca, non insulta, a malapena si arrabbia. Ma come tutti i bambini, anche Mr. Pickles deve crescere: insieme a suo figlio dodicenne Will (gemello di Phil), anche Mr Pickles entra in una sorta di ritardata adolescenza, fatta di rabbia, ribellione e irrazionalità.

Kidding

Il padre Seb (interpretato dal sottovalutato Frank Langella), anche suo produttore, diventa sempre più preoccupato per l’equilibrio psico-fisico del figlio, e prende la tormentata decisione di lasciarlo da parte: il primo passo è creare un pupazzo con la sua faccia, che la famosa pattinatrice Tara Lipinski (lei stessa) indosserà in uno spettacolo sul ghiaccio. Jeff si sente tradito, soprattutto quando scopre che a creare il pupazzo è sua sorella Dee-Dee (Catherine Keener) che, al contrario del fratello, vede nei pupazzi l’essenza delle persone, che così diventano per lei quasi più reali delle persone in carne ed ossa, come dimostra la relazione con Mr.Pickles-San (Louis Ozawa Changchien), alter-ego di Jeff per la televisione giapponese che non parla una parola di inglese. Di delusione in delusione, Jeff perde progressivamente il suo autocontrollo, finché la rabbia che gli ribolle dentro non prenderà il sopravvento sulla realtà.

Kidding

Analisi di una coscienza che si sgretola, Kidding intesse in ogni episodio diversi e sovrapponibili piani di specularità: Will e il fratello morto Phil; la vita privata di Jeff e il suo personaggio pubblico Mr. Pickles; il marito di Dee-Dee che reprime la sua sessualità ma vuole far funzionare il matrimonio. Sono tutti doppi che giocano sullo stesso meccanismo, ovvero l’opposizione di una parte in superficie, pubblica e visibile, e di una nascosta e repressa, privata, che esplode e sovrasta l’altra. Questo gioco di specchi ci ricorda un altro film visionario: Essere John Malkovich diretto da Spike Jonze. Il film esorcizza l’ossessione dello sceneggiatore Charlie Kaufman per la dicotomia realtà/finzione e sembra quasi condividere lo stesso tema di Matrix: è veramente la realtà quella che percepiamo? O siamo solo marionette nelle mani di uno sconosciuto burattinaio?

La domanda che si pone Kidding sembra muoversi da questa ma la porta a un gradino superiore: tra l’immaginazione, intesa come positività ingenua che vive nel mondo senza leggi della fisica di Mr. Pickles, e la realtà fuori dallo schermo, quale delle due prende il sopravvento? E quindi, meglio, quale delle due è quella repressa, quella più vera che deve uscire?

Significativo su questo è il lungo filo conduttore della casa che Jeff compra accanto a quella della sua famiglia: uguale, ma vuota e pronta a esplodere, come Jeff dopo la morte del figlio.

Alternando plot twist che scaldano il cuore ad altri che lo prendono a martellate, la serie sembra non voler arrivare a una vera e propria risposta, a sottolineare l’infinito dualismo della vita, fatta di meschinità reali, ma altrettanto reali fantasie idilliache che alla fine si realizzano.

Marianna Cortese

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