La mossa del pinguino, la recensione

Bruno ha superato da un pezzo i trent’anni, eppure non si rassegna all’idea di dover crescere. Ha una moglie, Eva, e un figlio di nove anni, Yuri. Vive in affitto in un piccolo appartamento e le minacce di sfratto sono ormai all’ordine del giorno. Per vivere lavora insieme al suo migliore amico, Salvatore, come addetto alle pulizie notturne all’interno di un museo. Quella di Bruno è una vita piena di difficoltà, colma di ostacoli, eppure lui, che è un esempio da manuale di “Sindrome di Peter Pan”, non riesce a smettere di sognare. Un giorno scopre per caso un nuovo sport, il curling, e da subito si convince dell’idea di poter essere un campione in quel gioco. Perché non partecipare alle Olimpiadi di Torino 2006? Una volta convinto il suo amico Salvatore, per Bruno restano solo due cose da fare: mettere su un’improbabile squadra di vincenti e, ovviamente, non far sapere nulla a sua moglie Eva.

Per “mossa del pinguino” si intende quella capacità, peculiare ai soli pinguini, di scivolare sulla pancia e riuscire agilmente a destreggiarsi sui ghiacci senza mai perdere l’equilibrio. Una mossa che concede a questi graziosi animali la possibilità di andare sempre dritti per la loro mèta senza “cadere” o dover mai retrocedere.

Quello dei simpatici uccelli bianchi e neri si rivelerà un insegnamento prezioso, sia di vita che di sopravvivenza, per il nostro sgangherato gruppo di “eroi” che, come un’armata Brancaleone, decide di rappresentare l’Italia centro-meridionale durante i Giochi Invernali nelle Olimpiadi tenutesi a Torino nel 2006. Cosa c’è di folle nel loro piano? Semplice! Andare in rappresentanza di uno sport che nessuno conosce, loro in primis: il curling. Questo particolare sport sul ghiaccio è il punto d’innesco dell’intera vicenda, l’input che ha spinto l’attore Claudio Amendola a cimentarsi per la prima volta dietro la macchina da presa per raccontare la storia, o meglio un sogno, di quattro individui miserabili alla disperata ricerca di un “riscatto” per continuare a fare fronte a testa alta a tutte quelle difficoltà e quelle sconfitte che la vita sottopone quotidianamente. Bruno e Salvatore, ma anche Neno e Ottavio, sono dei perdenti. Pur avendo età differenti e trascorsi dissimili alle spalle, i quattro sono accomunati più o meno dagli stessi problemi: il lavoro, la famiglia, il futuro. Ma in comune hanno anche la passione per lo sport e sarà proprio quest’ultimo, esercitato ai livelli più alti come le Olimpiadi, ad aprire uno spiraglio di luce nelle loro “povere” vite e divenire motivo di una possibile redenzione.

La squadra al completo

La squadra al completo

Con La mossa del pinguino ci troviamo davanti ad una commedia sportiva, un film che si inserisce indisturbato nella tradizione della commedia all’italiana ed eredita, proprio da quest’ultima, il desiderio di indurre alla risata pur attingendo da situazioni decisamente amare. Le disavventure, o meglio ancora gli allenamenti, dei quattro sportivi ostinati a capire le regole del curling, suscitano più di qualche risata, eppure Amendola cerca di andare oltre la “semplice” ilarità portando in scena situazioni patetiche, talvolta anche troppo, legate alla vita privata di ogni singolo personaggio. Ed è proprio qui che risiede il più grande limite del film, il voler accantonare, da metà film in poi, un po’ troppo lo spirito goliardico della commedia per calcare la mano su situazioni drammatiche come i problemi familiari di Bruno o la malattia del papà di Salvatore. Ne esce fuori un film che parte molto bene grazie a personaggi brillanti e situazioni frizzati ma che, con il progredire dei minuti, assume un carattere sempre più “seduto” tanto da risultare persino pesante in alcuni momenti.

Edoardo Leo è Bruno, leader della squadra di curling

Edoardo Leo è Bruno, leader della squadra di curling

Punto forte del film è il cast. Protagonista della vicenda, nonché leader dello sgangherato team di curling, è Edoardo Leo che, ancora una volta, si conferma il talento più interessante della nostra attuale commedia. Ad affiancarlo troviamo un simpatico Ricky Memphis, i navigati ma sempre bravi Ennio Fantastichino e Antonello Fassari e una convincente Francesca Inaudi.

In definitiva La mossa del pinguino rappresenta indubbiamente un buon esordio alla regia per Claudio Amendola che firma una commedia sufficientemente divertente, a metà strada tra Rocky (chiaramente omaggiato) e The Full Monty e che fa del curling la motivazione principale per narrare le gesta e l’ascesa verso il successo di un improbabile manipolo di eroi.

Giuliano Giacomelli

Pro Contro
  • Il punto d’innesco della vicenda è piuttosto originale.
  • Non mancano momenti realmente divertenti.
  • Leo, Memphis, Fantastichini e Fassari sono oggettivamente un team vincente.
  • Con il progredire dei minuti il film diventa sempre più fiacco.
  •  Le situazioni drammatiche sono spesso troppo enfatizzate, al punto da risultare patetiche.
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