La notte di Halloween, la recensione

Phil scopre che l’origine di Pitchford Cove, la cittadina in cui abita, ha collegamenti diretti con la festività pagana di Halloween e che la sua compagna di classe Melissa è la diretta discendente di una strega che, prima di essere bruciata sul rogo, lanciò una maledizione sulla città. Affascinati da questa storia, Phil, Melissa e altri compagni di classe decidono di recarsi nel museo cittadino e trafugare i vestiti realmente appartenuti ai loro avi per farsi il costume di Halloween perfetto. Tra le cianfrusaglie, i ragazzi trovano anche una pergamena e si recano al cimitero per far festa. Indossati i vecchi abiti, i ragazzi hanno la bella idea di recitare le frasi scritte sulla pergamena e così facendo scatenano la maledizione, risvegliando dal sonno numerose creature del male.

Prodotto dalla rete televisiva ABC nel 1985 per impolpare il proprio palinsesto fine ottobrino, La Notte di Halloween (The Midnight Hour, in originale) è uno di quei film che con il passare degli anni è riuscito a cucirsi addosso un’aurea di cult ritagliandosi anche una discreta cerchia di fan. In Italia, in realtà, il film diretto da Jack Bender è poco conosciuto al di là di alcuni sporadici passaggi televisivi alla fine degli anni ’80 e inizio ’90, per il resto, saltato l’home video ai tempi dei VHS, ha trovato una distribuzione in DVD da parte della Jubal Classics Video in un’edizione scarna, poco curata e comunque ormai introvabile.

La notte di Halloween

Jack Bender, noto al pubblico dell’horror per la regia de La bambola assassina 3 e in tempi più recenti recentemente abbonato a serie televisive di successo (su tutte Lost e Il trono di spade), dirige con un piglio tipicamente da film tv una sceneggiatura di William Bleich che tenta di mescolare l’horror adolescenziale con la commedia. Visto con gli occhi dello spettatore moderno, La Notte di Halloween risulta un prodotto decisamente mediocre, per non essere più severi, un film talmente ingenuo e a tratti stucchevole dal lasciare un po’ dubbiosi sull’origine del piccolo successo di pubblico.

La notte di Halloween

Il primo dato che emerge è proprio la mancanza di adeguata amalgama tra le componenti del film: troppo poco pauroso per essere considerato un horror in senso stretto e assolutamente non divertente per essere considerato una commedia riuscita. Ci si adagia sui cliché della commedia adolescenziale anni ’80, con personaggi che fanno e dicono cose che spesso e volentieri non coincidono con il comportamento di persone della loro età. Per lo più i ragazzi protagonisti – liceali, nella finzione, ma spudoratamente trentenni nell’aspetto, come da tradizione – si comportano in modo stupido, costantemente sopra le righe, il che è normale per un teen movie americano, ma l’insistenza con cui in questo film i protagonisti dicono e fanno cose stupide alla lunga infastidisce. Non c’è una battuta realmente riuscita e l’unico momento “brillante” memorabile è rappresentato dalla parodia che i personaggi “mostrificati” fanno del video Thriller di Michael Jackson.

La notte di Halloween

Ovviamente è arduo trovare aspetti tipici dell’horror in La Notte di Halloween, dove la connessione al cinema del terrore si riduce alla presenza di numerosi mostri famosi, tra cui zombi, vampiri, streghe e licantropi. Bender, sicuramente legato al fatto che stesse facendo un prodotto per la tv, non punta mai alla costruzione della tensione e ovviamente tralascia completamente ogni particolare violento e troppo macabro.

Tra i pregi del film si può ravvisare un ottimale utilizzo di vecchi brani nella colonna sonora (tra cui In the Midnight Hour di Wilson Pickett, che dà anche il titolo al film nella versione originale) e un’atmosfera che tenta – riuscendoci – di richiamare gli anni ’50 e ’60 alla maniera di Ritorno al futuro senza realmente andare indietro nel tempo, ma inserendo nel contesto anni ’80 alcuni elementi del passato (tra cui la cheerleader-zombi interpretata da Jonna Lee).

Nel cast LeVar Burton di Star Trek e Dedee Pfeiffer di Vamp e La Casa 7 – The Horror Show, sorella della ben più nota Michelle.

Adatto soprattutto ai più piccoli.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Atmosfera anni ’50 gestita in maniera naturale e funzionale.
  • Un buon modo per far approcciare all’horror i ragazzini.
  • Non diverte per essere considerato commedia, non spaventa per essere considerato horror.
  • I personaggi sono davvero troppo stupidi…
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