La quinta onda, la recensione

Gli alieni hanno invaso la Terra e ora si nascondono tra di noi. Il loro sbarco sul nostro pianeta è avvenuto attraverso quattro differenti ondate di terrore e distruzione che hanno drasticamente decimato la popolazione terrestre. I pochi umani sopravvissuti sono stati raccolti all’interno di grandi accampamenti militari e tutti i più giovani arruolati direttamente nell’Arma con lo scopo di addestrare nuovi soldati capaci di fronteggiare la minaccia. In questo clima di devastazione, mentre gli alieni si preparano a colpire con una quinta e definitiva ondata, la giovane Cassie Sullivan è alla disperata ricerca del suo fratellino scomparso. Durante la sua lunga avventura, la ragazza incrocia il suo cammino con quello di Evan, un giovanotto che vive tranquillo in una baita nel bosco. Tra i due è inevitabile la scintilla, ma Cassie può davvero fidarsi di Evan?

È proprio vero che al peggio non c’è mai fine!

L’irrefrenabile industria cinematografica americana continua ad adattare per il grande schermo tutti quei romanzetti per adolescenti che si sono distinti negli ultimi anni. Le young adults, così sono denominate queste opere letterarie per giovani-adulti, rispondono ad un codice ben preciso e generalmente si servono di una struttura “avventurosa” per raccontare storie d’amore o di vita quotidiana i cui protagonisti sono obbligatoriamente adolescenti.

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Nati e diffusi con lo scopo di introdurre i più giovani alla letteratura, questi young-adults finiscono sempre per avere dei tratti molto simili fra loro e solitamente il plot di partenza, che sia di matrice fantascientifica, avventurosa o horror, è destinato a passare in secondo piano poiché al centro dell’attenzione sono posti sempre e comunque i “sentimenti spiccioli”, conflitti interpersonali di una semplicità disarmante che riflettono – il più delle volte – quella superficialità tipica dell’adolescente che guarda il mondo che lo circonda.

Ripercorrendo la storia del cinema recente è nelle avventure del maghetto di Hogwarts, uscite dalla penna della britannica J.K. Rowling, che possiamo individuare un primo grande esempio di successo letterario giovanile trasposto sul grande schermo con altrettanto seguito. Indubbiamente, però, il fenomeno young-adult in sala è esploso e divenuto tale dopo i buoni riscontri di pubblico ottenuti con la saga Twilight e successivamente con quella di Hunger Games. Da quel momento ad Hollywood si è iniziato a trasporre di tutto, ma proprio di tutto, con la speranza di fare breccia nel cuore di molti adolescenti individuando un nuovo successone capace di ricordare la love story tra Bella ed Edward o le gesta eroiche-rivoluzionarie di Katniss Everdeen. Unico risultato ottenuto dalle major hollywoodiane è però quello di produrre film tutti uguali tra loro, generalmente brutti, concepiti nell’ottica di una lunga serialità che però quasi mai arriva dal momento che le cifre al botteghino raramente si avvicinano a quelle desiderate. The Host, Shadow hunters – Città d’ossa e The Giver – Il mondo di Jonas sono solo alcuni tra gli esempi più infelici che possiamo ricordare e a cui adesso va ad aggiungersi anche La quinta onda, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo (The 5th Wave, 2013) scritto da Rick Yancey nonché primo capitolo di una trilogia composta anche da The Infinite Sea e The Last Star.

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Prodotto – tra gli altri – dall’attore Tobey Maguire e diretto dal giovane J. Blakeson, il quale si era fatto notare nel 2009 per il bel thriller La scomparsa di Alice Creed, il film in questione rappresenta in tutto e per tutto un’operazione maldestra in cui una serie di scelte infelici si uniscono ad una totale mancanza di fantasia.

L’introduzione alla storia è tanto classica quanto già vista, con le astronavi aliene che compaiono all’improvviso in cielo in modalità Independence Day, ma risaputi lo sono anche i minuti che seguono, con le solite – e ormai logore – situazioni da film di fantascienza in cui gli alieni sono nascosti tra gli umani ed è perciò difficile individuarli. A tal proposito, possiamo ricordare tutta una lunghissima serie di classici del genere da L’invasione degli ultracorpi, a Gli invasori spaziali fino ad arrivare al mediocre Il terrore dalla sesta luna.

Se per i primi quaranta minuti circa, però, ci troviamo davanti un anonimo film di fantascienza che soffre di déjà-vu continui è solo nel momento in cui la nostra eroina Cassie (Chloë Grace Moretz) incontra il misterioso Evan (l’inespressivo Alex Roe) che il film precipita nel baratro più assoluto. Da questo momento in poi La quinta onda si dimentica di essere un film di fantascienza, così come la protagonista si dimentica che stava cercando il fratellino scomparso, l’attenzione si sposta verso un’improbabile e immotivata storia d’amore tra i due giovanotti conosciutisi nel bosco e la narrazione procede con ritmi sempre più fiacchi, momenti carichi di un trash involontario e colpi di scena tanto prevedibili quanto banali.

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A peggiorare il tutto c’è la triste scelta di mettere in scena gli alieni meno interessanti della storia del cinema, persone tristemente normali che non hanno alcun che di “alieno”, così come non sono vincenti le dinamiche e gli intrecci tra i personaggi principali che raggiungono il culmine nello scontatissimo triangolo amoroso tra la protagonista, il belloccio misterioso che vive nei boschi e il ragazzetto di cui Cassie era invaghita prima dell’invasione e che ora è arruolato nell’esercito per osteggiare la minaccia.

Davvero nulla si può salvare in questo polpettone fantascientifico-adolescenziale che, a conti fatti, non è altro che una maldestra fusione tra Twilight e Hunger Games (già questo la dice tutta!). Non c’è coinvolgimento, non si respira mai una situazione di pericolo, non c’è una romance-story interessante, non si raggiunge quella narrazione epica che il film vorrebbe avere e non c’è una compiutezza narrativa per via dei seguiti letterari che – si spera – mai arriveranno al cinema.

Un disastro sotto ogni fronte!

Giuliano Giacomelli

PRO CONTRO
  • A fine 2016, farà si che non ci saranno dubbi su quale sarà stato il peggior film dell’anno.
  • Tutto. Davvero tutto.
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