Le Mans ’66 – La grande sfida, la recensione

Se ci fate caso, quando il cinema ha a che fare con le storie vere racconta con grande efficacia soprattutto le grandi vite di personaggi secondari, chi è stato nell’ombra, non è conosciuto ai più eppure ha compiuto imprese straordinarie, meritevoli di essere al centro di un film, appunto. A confermare questa paradossale regola non scritta arriva anche Le Mans ’66 – La grande sfida, l’ultimo film del talentuoso James Mangold che racconta la vita di Ken Miles e Carroll Shelby.

E chi sono? Direte voi se non siete appassionati di vecchia data di automobilismo… Il primo, di origini britanniche, è stato un pilota automobilistico e un ingegnere che ha collezionato diverse vittorie nella sua vita, dalla 2.000 Km di Daytona del 1965 a la 24 Ore di Daytona del 1966 fino alla 12 Ore di Sebring del 1966. Il secondo, invece, di nazionalità statunitense, oltre ad essere stato un pilota anch’esso è stato un grande imprenditore del settore automobilistico: nel primo ruolo ha vinto la 24 Ore di Le Mans del 1959, ma poi un problema cardiaco lo ha costretto a rimanere dietro le quinte fino a fondare la società Shelby-American, che gli ha dato notorietà e diverse soddisfazioni, tra cui la nascita della GT-Cobra, un’auto da corsa con motore Ford che ha avuto un ruolo primario nello storico scontro di brand Ford-Ferrari.

Ford v Ferrari

Ed è proprio su questo episodio, che culminerà con la gara de le 24 Ore di Le Mans del 1966, che si concentra il bel film di James Mangold che in originale si intitola proprio Ford v Ferrari.

Le Mans ’66 – La grande sfida ci racconta, prima alternandoli e poi mostrandoceli sempre insieme, i due grandi protagonisti Miles e Shelby, due personaggi scritti magnificamente dal team di sceneggiatori Jez Butterworth, John-Henry Butterworth e Jason Keller, e interpretati da due mostri sacri della recitazione come Christian Bale e Matt Damon. Il film gira tutto attorno a loro, alle loro vite, alle fortune, alle sfortune, ai dispiaceri e alle soddisfazioni mostrandoci due uomini profondamente diversi ma destinati fin dal primo incontro a far squadra per realizzare cose grandiose.

C’è affinità tra i due, è evidente, e il pacioso e accomodante savoir-faire di Shelby ben si sposa e sa domare l’indole iraconda e istintiva di Miles. Quest’ultimo, indubbiamente, è il personaggio che rimane nel cuore dello spettatore, l’“eroe” della vicenda, uomo ruvido e fumantino ma dal cuore d’oro, inquadrato in uno splendido rapporto con il figlio e troppo “verace” per piacere ai vertici della Ford. Infatti quest’ultimo dato è il risvolto narrativo più interessante della vicenda, quello che giustifica il titolo originale del film e che vede uno di fronte all’altro i due marchi automobilistici all’epoca più importanti sul mercato.

Ford v Ferrari

Il film è raccontato dalle fila della Ford, Shelby è socio della casa automobilistica americana e Miles corre per loro, però non vengono prese le parti della casa automobilistica Ford, anzi vengono mostrate le storie di due uomini gettati nel mezzo di un ridicolo contenzioso in cui i rispettivi leader si fanno guerra come farebbero dei bambini, a suon di dispetti e prese di posizione, anche se il team Ferrari – presieduto da Enzo Ferrari che ha il volto e il carisma del nostro Remo Girone – ne esce più nobile e corretto nel comportamento agonistico.

Il duello Ford/Ferrari è un contesto, un modo per catturare l’attenzione, scandire il ritmo, una scusa per portare in scena le vite dei due protagonisti. Infatti lo stesso James Mangold, che si è aggiudicato la regia di questo film e il suo completo controllo creativo dopo il successo di Logan, non è un appassionato di automobilismo e la sua decisione di fare il film è stata dettata proprio dalla grande potenzialità narrativa trovata nei due personaggi. Ciò nonostante, va detto che anche da un punto di vista strettamente automobilistico, La Mans ’66 è preciso e ben costruito, ripercorre con fedeltà (romanzata, ovviamente) gli eventi e dona allo spettatore le più belle scene di corse in pista mai realizzate in un film.

Ford v Ferrari

Matt Damon è bravo e il suo personaggio umano, ma Christian Bale è gigantesco e il suo Ken Miles è un altro grande character che può aggiungere alla sua ormai importante collezione… e non ci stupirebbe se per questo ruolo guadagnerà l’ennesima nomination agli Oscar!

Nei cinema italiani dal 14 novembre 2019, Le Mans ’66 – La grande sfida è un grande film di quelli che a Hollywood si fanno sempre più raramente, dal sapore classico ma dal linguaggio moderno, capace di intrattenere, commuovere e divertire.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Un film incentrato sui personaggi che qui sono costruiti ottimamente e interpretati da grandi attori.
  • Di conseguenza al primo punto, Christian Bale.
  • Bellissime scene di corsa in pista.
  • Non c’è nulla da sottolineare… magari potrebbe risultare respingente a chi non è interessato all’automobilismo, ma è comunque un film che parla di umanità e di sentimenti.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Le Mans '66 - La grande sfida, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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