Le Week-end, la recensione

Uscito in Gran Bretagna lo scorso anno e distribuito in Italia dalla Lucky Red, arriva solo ora nei nostri cinema Le Week-End, una commedia agrodolce che ruota attorno al fine settimana a Parigi di due non più giovani innamorati alle prese con i tanti anni trascorsi insieme. Conosciuto maggiormente per il suo lavoro più celebre, l’intramontabile Notting Hill, il regista Roger Michell torna al cinema dopo il fiasco di A Royal Weekend con un’altra pellicola firmata in collaborazione con lo scrittore Hanif Kureishi, il quarto della coppia dopo Venus, The Mother e The Buddha of Suburbia. Per questo film però il regista cambia strategia affidando l’intera pellicola a nessun volto noto o iconico come Hugh Grant o Julia Roberts, ma piuttosto alla bravura di due diciamo sconosciuti Jim Broadbent e Lindsay Duncan, che portano avanti con innata eleganza l’intera narrazione. Roger Michel, da regista sensibile ed introspettivo, dirige un film che è una piccola gemma preziosa, un ritratto dolce e romantico, malinconico ma anche spiritoso, disperato e allo stesso tempo pieno di speranza sull’amore maturo e sulle difficoltà di continuare ad amarsi nonostante gli anni che passano, nel tentativo di riaccendere una passione ormai spenta dal tempo.

Gli inglesi Nick e Meg in occasione del loro trentesimo anniversario di matrimonio decidono di trascorrere un week-end a Parigi, la città della loro luna di miele. Lui un professore universitario, lei un insegnante di biologia, ormai stanchi di un rapporto che dura da un’intera vita, cercano durante questo fine settimana di provare nuove esperienze che possano restituire loro l’allegria e soprattutto rompere la routine di un’esistenza ormai inevitabilmente diretta verso la noia. L’incontro casuale con un vecchio amico di Nick, il ricco e logorroico Morgan, tirerà fuori dalla coppia tutto ciò che pensavano di aver dimenticato.

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Parigi è da sempre la città dell’amore per eccellenza, meta di migliaia d’innamorati che sulle rive della Senna celebrano il loro amore. Così anche per i sessantenni Nick e Meg, che decidono di riscoprire la città che li aveva visti innamorati per la prima volta. In realtà i due sessantenni vorrebbero cercare di ritrovare un’intesa quasi del tutto persa e di rivitalizzare il loro matrimonio, ormai ridotto ad una sterile convivenza. I due girano per Parigi, corrono e si rincorrono, s’insultano e si baciano, si odiano e si amano e tutto nel giro di pochi attimi. La storia in sé non ha una trama complessa, ma per tutta la durata del film si assiste a questa continua lotta di amore e odio tra i due, fatta di piccoli gesti e sguardi consumati, di momenti commoventi e divertenti, che vedono i due protagonisti immersi in tutti quei comportamenti che solo chi sta insieme da una vita può capire. Una dualità di atmosfera che oscilla sempre tra il comico ed il drammatico riassunta perfettamente in uno degli aforismi di Nick: “Non puoi fare a meno di amare ed odiare la stessa persona. Ed in base alla mia esperienza tutto ciò di solito avviene nel giro di cinque minuti”. Nick e Meg sono come bloccati in una relazione che li vede uniti solo dalla nostalgia, ma che giunta ad un punto morto ha bisogno di una svolta, negativa o positiva. L’evento improvviso è appunto una cena a casa di Morgan, un vecchio amico di Nick, interpretato da Jess Goldblum. Durante la serata, che è l’evento catalizzatore del film, vengono a galla vecchie ruggini ed incomprensioni, ma emerge tra i due anche un inaspettato sentimento di amore e di stima controverso e nonostante tutto ancora molto forte.

Il film si regge tutto sui due protagonisti, sulle loro disavventure, sui loro piccoli momenti felici ed infelici. Nick, interpretato da un sempre perfetto Jim Broadbent, è un uomo senza più stimoli, aggrappato all’amore per la moglie di cui è sempre follemente innamorato come il primo giorno e che non sa più cosa fare per renderla di nuovo felice: l’interpretazione di Bradbent è fenomenale e riesce a trasmettere la sottile sofferenza e l’amara ironia del suo personaggio. Lindsay Duncan interpreta invece Meg, una donna stanca della monotonia, del proprio lavoro e del proprio matrimonio, e la Duncan con la sua innata eleganza restituisce appieno la profonda inquietudine e all’opposto l’intraprendenza della protagonista. La regia è avvincente ed a tratti molto intimista anche se abbastanza classica: non ci sono infatti evidenti guizzi di stile, ma tutto è molto funzionale alla narrazione, o meglio al mostrare lo scorrere degli avvenimenti di cui Nick e Meg sono protagonisti. La sceneggiatura di Hanif Kureishi la fa da padrona, equilibrando sia l’ironia della british comedy e sia la triste malinconia intrinseca nella storia.

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Le Week-End non è il classico film su due stranieri in viaggio a Parigi, ma è invece una suggestione continua di sguardi e di parole non dette, il tutto condito da uno humour esilarante, sullo sfondo di una Parigi disincantata, non più da cartolina, ma piuttosto malinconica e priva di clichè. È vero, invecchiare è difficile d’accettare, ma il film prova a dare una sorta di speranza: Nick e Meg alla fine riscopriranno il gusto della vita, delle cose inaspettate e soprattutto capiranno quanto il loro matrimonio sia importante. È l’amore maturo, quello consolidato che si basa sul rispetto e sulla stima reciproca e che si nutre del ricordo ad essere il più forte e duraturo di tutti.

Le Week End è un film di Roger Michell con Jim Broadbent, Lindsay Duncan, Jeff Goldblum e Olly Alexander. Distribuito dalla Lucky Red sarà nelle sale italiane da giovedì 12 giugno.

Serafina Pallante

 

PRO CONTRO
  • Un’atmosfera, soprattutto nella scena finale, che ricorda molto alcuni film di Godard.
  • La grazia e la bravura degli attori Lindsay Duncan e Jim Broadbent.
  • Lo sfondo di una Parigi assolutamente inedita.

 

  • A tratti alcune uscite comiche risultano un po’ forzate.
  • La fotografia, un po’ piatta e banale.

 

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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