Loro chi?, la recensione

David vive ogni giorno con la sola ambizione di fare carriera nell’azienda in cui lavora. Per riuscire in questo, deve cominciare con il guadagnarsi la stima e la fiducia del presidente dell’azienda. Il sogno della sua vita sta per essere coronato nel momento in cui gli viene affidato il delicato compito di presentare un brevetto rivoluzionario al quale l’azienda sta lavorando da tempo. La sera prima della presentazione, però, David fa la conoscenza di Marcello, un abile truffatore, e nel giro di una sola notte si troverà a perdere tutto, dalla fidanzata al lavoro. Vedendo la sua vita cadere in frantumi, David ha una sola possibilità di riscatto: rimettersi in carreggiata imparando l’arte della truffa proprio da colui che l’ha messo nei guai.

Di film incentrati sull’intricato mondo delle truffe, in Italia, non se ne vedono molti e nelle poche occasioni in cui si è tentato di fare un’incursione nel genere lo si è fatto in modo del tutto goliardico e semplicistico con commedie interessate più a suscitare la risata che ad approfondire in modo reale le dinamiche tra truffatore e truffato. A tal proposito, nella storia del nostro cinema più o meno recente, possiamo ricordare le truffe “da fumetto” portate in sala da Carlo Vanzina con Febbre da cavallo – La mandrakata o con il più divertente In questo mondo di ladri. Due film in cui l’interesse maggiore era evidentemente quello di far commedia e non spiegare le dinamiche precise e realistiche di come portare a compimento una truffa perfetta.

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A differenza dei film di Vanzina, Loro chi? sembra nascere con intenti ben diversi e la volontà di rendere la Truffa protagonista indiscussa della vicenda è più che mai esplicitata. Diretto a quattro mani da Francesco Micciché e Fabio Bonifacci, il film prende le giuste distanze da tutte quelle commedie borghesi che stanno saturando il nostro mercato in favore di una commedia ricercata ed intelligente più interessata ad una solida struttura e alla narrazione piuttosto che a servire la battuta giusta al momento giusto.

Se i due registi dichiarano di essersi ispirati a molti film italiani come I soliti ignoti, Operazione San Gennaro e Il mattatore è più che evidente anche l’influenza di tanto cinema americano tra cui, in particolar modo, Il genio della truffa di Ridley Scott e Confidence – La truffa perfetta di James Foley. Loro chi? è un film indubbiamente alternativo, in cui la scrittura riveste un ruolo fondamentale e in cui situazioni tipiche del cinema comedy vengono a fondersi con dinamiche da thriller e da action, soprattutto nell’ultimo atto, in cui i due registi si divertono a ribaltare continuamente il punto di vista attraverso una serie di colpi di scena che si susseguono a ritmo sfrenato.

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In tutto questo, Loro chi? risulta un film vincente ed è più che mai apprezzabile la volontà di scrivere e realizzare una commedia fuori dal coro che, per alcuni aspetti, sembra avere quella freschezza e quella libertà di tanto cinema indipendente pur avendo le spalle coperte da una grande major produttiva e al proprio servizio i due principali mattatori dell’attuale commedia all’italiana: Edoardo Leo e Marco Giallini.

Non tutto, però, riesce ad andare per il verso giusto così che il punto di forza del film riesce a diventare al tempo stesso anche il principale punto debole e ciò che alla fine proprio non funziona sono le truffe stesse. La volontà di Bonifacci (che è anche sceneggiatore) e Micciché di creare un film sofisticato incentrato sul mondo delle truffe era più che mai vincente ma il tutto, purtroppo, viene a tradursi in un goffo tentativo di emulare un certo cinema americano senza averne però la ricchezza e la complessità.

Il racconto focalizza tutto l’interesse sull’ideazione di una complicatissima truffa che possa realmente cambiare la vita ai due protagonisti. Una truffa intricata e macchinosa in cui nulla può andare storto ma che alla fine ha la complessità strutturale di una barzelletta. L’imbroglio inscenato dai protagonisti David e Marcello non riesce ad essere credibile neppure per un istante, tutto avviene in modo esageratamente facile ed ogni passaggio della truffa risulta essere altamente improbabile. Se questa facilità poteva non rappresentare un problema nei suddetti film di Vanzina, che nascevano con altri scopi, lo diventa nel film di Micciché e Bonifacci che proprio sulle dinamiche della truffa impianta la propria struttura.

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Il cast funziona abbastanza bene. Edoardo Leo e Marco Giallini, che già avevano avuto modo di duettare in passato, risultano abbastanza affiatati sulla scena anche se a fare la parte del leone, come sempre, spetta a Giallini che si muove con molta agilità nei panni del malinconico Marcello, imbroglione filosofo-esistenzialista che sembrerebbe aver trovato la vera ragion d’essere delle truffe.

Sicuramente si poteva fare di più. Questo è la prima riflessione che attraversa la mente dello spettatore sullo scorrere dei titoli di coda. Un film indubbiamente gradevole ma incapace di maneggiare in maniera convincente situazioni e dinamiche che andavano escogitate con maggior attenzione.

Giuliano Giacomelli

Pro Contro
  • Una commedia ibridata con il thriller assolutamente fuori dal coro.
  • Interessante la struttura a “colpi di scena” che, nel finale, omaggia e richiama un certo cinema americano.
  • La coppia Leo-Giallini funziona bene.
  • Per un film in cui la Truffa è situata al centro della narrazione, tutti gli espedienti adottati dai truffatori sono esageratamente ingenui e poco credibili.
  • La narrazione avanza attraverso dinamiche troppo facili ed espedienti che vorrebbero apparire complessi ma che non lo sono affatto.
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