Luna Nera: l’eclissi della serialità italiana

Solchiamo subito una linea di demarcazione: queste parole che leggerete sono frutto di un’analisi e di un punto di vista sul prodotto seriale, non sul cast, sulla produzione o sulle presunte – e rivedibili – strategie di marketing che hanno spinto questa serie tv ad esser pubblicizzata in pompa magna per una particolarità (e curiosità) di genere: il liberatorio “tutto al femminile”.

Fatta questa breve, ma doverosa premessa, veniamo a noi: la serie tv Luna nera è mediocre.

Mediocre perché ci aspettavamo tutti molto di più.

Mediocre per la recitazione (se non pessima, viste le forti inflessioni dialettali).

Mediocre per la storia (sembra quasi uno spin-off di una fiction italiana vecchio stampo).

Mediocre per l’idea mal sfruttata: sarebbe stato opportuno vedere sangue, crudeltà, mutilazioni, torture, umiliazioni e chi più ne ha, più ne metta vista la cosiddetta “caccia alle streghe”.

Non c’è niente.

Nulla di tutte le aberranti vicende di quel periodo storico.

Luna Nera

Si tratta dell’ennesimo teen-drama (anche basta, Netflix) tra lei – Ade, interpretata da Antonia Fotaras – strega inconsapevole e lui – Pietro, interpretato da Giorgio Belli – figlio del capo di turno che vuole dare la caccia alle streghe.

Si trovano, si lasciano, combattono, piangono, camminano nei boschi e si preparano per 5 puntate alla battaglia finale, che si riduce a 20 minuti di eclissi lunare (spoiler, not spoiler).

Insomma, è davvero difficile trovare appigli positivi che possano portare ad un punto di vista diverso che possa aiutare a sperare in una seconda stagione che sia, a questo punto, del tutto diversa dalla prima.

“La prima serie fantasy italiana”, in fin dei conti, era solo un bellissimo ed inconsistente claim.

Luna Nera

Ad onor del vero, la colonna sonora, così spiazzante e di rottura, è stata una bella sorpresa, ma fine a se stessa. Così come gli effetti speciali: davvero ben fatti (forse i primi, di una serie italiana, realizzati con una dovizia incredibile e una certa consapevolezza dei propri mezzi).

Ma siamo sempre lì: ci troviamo in un bellissimo contenitore, un incredibile periodo storico che fanno da contrasto ad un’inconsistenza di idee e di sviluppo della trama incredibilmente sterile.

Anzi – e vado oltre – ci troviamo di fronte ad uno dei prodotti italiani più scarni degli ultimi 5 anni (basti pensare a Il Miracolo, Gomorra e L’amica geniale), che credo – purtroppo – non avrà un rinnovo. Potrebbe averlo (e sperarlo) vista l’apertura dei nuovi uffici a Roma e quindi chissà… ma i dubbi sono tanti, la noia pure.

Pensavamo tutti fosse fantasy, invece era I Cesaroni.

Fabrizio Vecchione

Se vuoi sapere di più sulla creazione di Luna Nera con le dichiarazioni delle creatrici, clicca qui.

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