Ma che bella sorpresa, la recensione

Direttamente dall’entourage milanese della Colorado Film e Medusa Film, arriva l’ultima commedia di Alessandro Genovesi, che solo qualche mese fa era uscito in sala con il buon Soap Opera. Come sempre più frequentemente accade nel panorama italiano, anche Ma che bella sorpresa è un remake e, dopo i francesi di Benvenuti a Sud e gli spagnoli di Fuga di cervelli, stavolta tocca ai brasiliani, per la precisione, ad essere finiti nelle mire dei produttori Maurizio Totti e Alessandro Usai con il film di Claudio Torres del 2009 A Mulher Invisivel.

Ma che bella sorpresa racconta la storia di Guido (Claudio Bisio), insegnante di italiano in una scuola media di Napoli, che un giorno torna a casa e ha la brutta notizia che sua moglie Anna (Anna Ammirati), vuole lasciarlo perché aspetta un bambino da Gunnar, uno skipper belga di cui è follemente innamorata. Guido piomba nella depressione e a nulla sembrano servire gli incoraggiamenti del suo migliore amico Paolo (Frank Matano) o dei suoi genitori che sono a Milano (Renato Pozzetto e Ornella Vanoni). Ma un giorno Guido conosce fortuitamente Silvia (Chiara Baschetti), la sua nuova vicina di casa, e se ne innamora follemente, ricambiato. Ma, nel frattempo, anche Giada (Valentina Lodovini), frustratissima altra sua vicina di casa, cova un amore segreto per lui.

Detta così, senza scendere nel dettaglio, la trama di Ma che bella sorpresa sembra simile a molte, troppe, altre commedie che si producono in Italia, ma c’è da mettere in chiaro che in realtà il film riserva delle sorprese (come da titolo) che rendono la storia un tantino più originale del consueto. Nulla che faccia gridare al miracolo, ovvio, anzi si può dire che il twist narrativo che avviene a metà film è ampiamente prevedibile già all’inizio, ma è comunque apprezzabile il tentativo di mescolare le carte in tavola.

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Quello che invece sorprende è che ci sia bisogno di comprare un’idea del genere dall’estero! Esattamente come accadeva per Benvenuti al Sud e Fuga di Cervelli, infatti, ci troviamo di fronte a film normalissimi che non hanno nulla di geniale e per di più hanno alle spalle un film sconosciuto nel nostro Paese che, di per se, non offre traino da curiosità. La testimonianza ormai palese che il cinema italiano se la passa malino e che anche il settore in cui abbiamo sempre furoreggiato, la commedia, è rimasto a corto di idee vere.

Ma che bella sorpresa è comunque una commedia carina un po’ in ogni sua componente, dal ritmo molto alto (aiutato da una durata adeguata) a un cast azzeccato che mette al centro della storia il sempre professionale Claudio Bisio e la bella Valentina Lodovini (che, guarda caso, erano protagonisti anche in Benvenuti al Sud e sequel!), con il simpatico Frank Matano (che era – a riguardacaso – in Fuga di cervelli!) come spalla comica, un piccolo ma incisivo ruolo per Anna Ammirati – che ricordiamo con piacere per l’esordio brassiano in Monella – e un redivivo Renato Pozzetto, che riesce a far sorridere anche solo con le espressioni, come da manuale. Ruolo primario per la modella Chiara Baschetti che, appunto, è una modella e qui esordisce come attrice, non convincendo del tutto, così come la cantante Ornella Vanoni, che offre una performance un po’ troppo grottesca e recitativamente risulta molto discutibile.

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Il film di Genovesi riesce a tenere desta l’attenzione dello spettatore per tutta la durata, affidandosi innanzitutto alla simpatia di Bisio e intessendo una serie di gag che fanno sorridere e a volte ridere di gusto. Forse risulta un po’ banale il modo in cui è stato affrontato anche qui lo scontro ideologico e di costumi tra Nord e Sud, con protagonisti milanesi che si trovano a popolare il capoluogo campano con stereotipi da commedia (una donna trentenne come la Lodovini oggi non vestirebbe e si comporterebbe mai così, quasi intrappolata in una dimensione da Pane, amore e fantasia) e una Napoli da cartolina che si muove, sulle note di Pino Daniele e Renato Carosone, tra paesaggi costieri e passeggiate nel cuore pulsante dei quartieri spagnoli.

Ma che bella sorpresa si distingue, quindi, come una commedia gradevolissima e capace di intrattenere con gusto per una serata di disimpegno. Niente di nuovo o di rivoluzionario, ma un remake addomesticato all’ottica buonista dell’odierna commedia italiana che punta su un buon cast e sul ritmo ben gestito.

 Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Tratti di originalità nella storia.
  • Un buon ritmo narrativo.
  • Il cast è (quasi) tutto azzeccato.
  • Costruito sugli stereotipi.
  • La Napoli descritta nel film è proprio come la vedrebbe un milanese.
  • Sconcerta sapere che si tratta di un remake, visto che non c’è nulla di così geniale da giustificare questa scelta.
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