Maze Runner – La rivelazione, la recensione

L’avventura di Thomas e i ragazzi sopravvissuti all’apocalisse virale iniziata nel 2014 e proseguita l’anno successivo, trova finalmente una conclusione con Maze Runner – La rivelazione, adattamento cinematografico del terzo romanzo della saga fantascientifica young adult creata da James Dashner. Una saga che ha saputo distinguersi positivamente nel mare magnum delle fallimentari produzioni cinematografiche tratte da romanzi per ragazzi, capace di aprire uno spiraglio di freschezza in mezzo a prodotti tutti troppo uguali a se stessi per “sopravvivere”. Maze Runner è una saga incredibilmente derivativa ma comunque legata a un immaginario che ad oggi non abbiamo incontrato nel suo filone di riferimento, apparendo così “diversa” seppur “uguale” a tante altre cose.

Costellato da problemi produttivi, il cui apice è stato toccato dal grave incidente sul set che è costato quasi la vita all’attore protagonista Dylan O’Brien e ha costretto la produzione a uno stop di quasi un anno, Maze Runner – La rivelazione è un buon episodio conclusivo, incredibilmente coerente con i due film precedenti tanto da creare un continuum che non fa minimamente percepire i quattro anni di scarto tra il primo capitolo e questo.

Dopo le sconcertanti rivelazioni che hanno concluso Maze Runner – La fuga, l’equilibrio del gruppetto di sopravvissuti è stato scardinato e Thomas, Newt, Brenda e Jorge sono alla ricerca dei loro alleati catturati dalla WCKD, tra i quali anche Minho. Il piano è irrompere nell’ultima città fortificata e penetrare nei laboratori della WCKD e per far ciò Thomas è aiutato da una vecchia conoscenza, ora membro di un gruppo di ribelli che vuole distruggere a tutti i costi l’ultimo avamposto della civiltà.

Sempre in perfetto equilibrio tra generi, con la preponderanza dell’action fantascientifico, Maze Runner – La rivelazione si tiene sulle corde di spettacolarità e ampiezza narrativa del precedente capitolo, riuscendo a donare un maggior spessore ad alcuni dei tanti personaggi introdotti in La Fuga e portandone in scena di nuovi che, irrimediabilmente, passano abbastanza inosservati, ad eccezione dell’impressionante Lawrence, leader dei ribelli interpretato da Walter Goggins, reso quasi irriconoscibile da un make-up che lo fa apparire quasi un novello Mason Verger.

Ribelli, quelli introdotti in questo terzo capitolo, che differiscono di molto da quelli che abbiamo già conosciuto in La fuga e di cui sono esponenti Giancarlo Esposito e Barry Pepper, piuttosto una declinazione dell’immagine del terrorista, spesso kamikaze, che tanta cronaca ci ha tristemente descritto in questi anni. Un’interessante declinazione che mescola ancora una volta le carte in tavola confondendo i confini tra i buoni e i cattivi, a cui anche alcuni membri della WCKD contribuiscono con interessanti sviluppi caratteriali.

In La rivelazione (a proposito, pessimo titolo italiano fin dal romanzo, in sostituzione al ben più attinente The Death Cure originale), non mancano anche momenti di grande enfasi emozionale con importanti scene madri che coinvolgono i personaggi principali, un crescendo che pone l’ultima mezz’ora di questo terzo capitolo tra le vette qualitative dell’intera saga. Inoltre va sottolineata la capacità del regista Wes Ball di mascherare il budget relativamente basso del film (costato poco più di 60 milioni di dollari) con una grande quantità di scene spettacolari e con l’utilizzo di massiccia dose di CGI, degna di produzioni ben più ricche.

Parliamo sempre e comunque di cinema per ragazzi incredibilmente derivativo che dialoga con un pubblico dalla memoria cinematografica per lo più vergine, pieno di cliché e disinteressato a un approfondimento sociologico della situazione descritta. Ma oggi, a saga conclusa, possiamo considerare Maze Runner l’erede più compiuto di Hunger Games e capace, in alcune occasioni, si superare il prototipo sul versante dell’intrattenimento.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Grande coerenza all’interno della trilogia.
  • Riesce a trovare un buon equilibrio tra i vari generi che abbraccia.
  • Gli sviluppi della vicenda sono assolutamente soddisfacenti.
  • È tanto, troppo, derivativo fino all’ultima immagini e si ha dai 20 anni in su sicuramente ci si appassiona meno.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Maze Runner - La rivelazione, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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