Memorie di un assassino, la recensione

Sagace e lucidissima riflessione degli anni più bui della storia della Repubblica di Corea, Memorie di un assassino – Memories of Murder racconta attraverso il ricorso a reali fatti di cronaca adeguatamente romanzati la società sudcoreana di metà anni ’80 e lo fa con tale maestria da noir e cinismo da satira da rendere la storia di un Paese fruibile in maniera trasversale a qualsiasi pubblico. Questo è un po’ il talento che il regista Bong Joon-ho, fresco trionfatore agli Oscar 2020 con la sua opera più tagliente Parasite, ha dimostrato fin da principio quando nel 2000 ha esordito con la commedia dalle tinte fosche Barking Dogs Never Bite. E Memorie di un assassino appartiene proprio alla prima fase di una carriera fino ad oggi molto coerente essendo datato 2003, precisamente il secondo film da lui diretto e arrivato nei cinema italiani solo ora, a distanza di ben 17 anni, distribuito da Academy Two proprio all’indomani dell’incredibile successo di Parasite.

In realtà Memories of Murder non era inedito nel nostro Paese, distribuito nel 2007 da Dolmen direttamente in DVD, ma considerando la caratura dell’opera e il fatto che ad oggi è considerato una dei più grandi film sudcoreani del terzo millennio, sarebbe stato un peccato privarlo di una distribuzione sul grande schermo.

Memories of a murder

Memorie di un assassino racconta la vera storia del primo serial killer sudcoreano conosciuto e la vicenda si ambienta nel 1986 a Hwaseong, nella provincia di Gyeonggi. Qui viene rinvenuto in una risaia il cadavere di una ragazza, seminuda, strangolata e vittima di violenza sessuale: non è il primo ne l’ultimo corpo trovato dalla polizia e le caratteristiche degli omicidi fanno pensare a un assassino metodico che agisce solo di notte, quando piove e in una zona circoscritta sempre ai danni di giovani e attraenti donne. Viene inviato un poliziotto da Seul per supportare le indagini della polizia locale, ma venire a capo del mistero non sarà affatto facile.

Adattando l’opera teatrale Come to See Me di Kim Kwang-lim, Bong Joon-ho porta nella terrificante storia del killer che mise in ginocchio il nord-est del Sud Corea tutto il suo modo di fare cinema che poi sarebbe esploso nel successivo monster-movie The Host fino al celebre Parasite. Perché dietro una maschera da cinema di intrattenimento puro, con una storia thriller dal taglio molto occidentale virata in commedia, si nasconde una riflessione molto ponderata e sincera degli umori sociali del Paese.

Memories of a murder

Prima del 1993, quando fu eletto Kim Young-sam, la Corea del Sud aveva avuto solo leader eletti tra gli esponenti dell’esercito essendo di fatto una repubblica di stampo militare. Il clima di pesantezza e violenza, nonostante non ci fosse dittatura, era percepibile e come primo riflesso aveva una mancanza di fiducia verso le forze dell’ordine, considerate spesso corrotte, poco limpide ed estensione diretta del governo. In Memorie di un assassino questo umore si riflette nel modo violento, poco ortodosso potremmo dire, con cui i protagonisti poliziotti conducono l’indagine per smascherare il serial killer. Un’indagine che non sembra mirata a trovare IL colpevole ma semplicemente UN colpevole, con tanto di inquinamento di prove e confessioni estorte con la tortura: per cui un povero disabile – a cui paradossalmente l’investigatore Park Du-man che lo incrimina è legato da amicizia – e un pervertito diventano dei colpevoli perfetti, al di là di reali prove.

Perfino l’investigatore Seo Tae-yun, giunto da Seul e immagine della correttezza e della solerzia, si lascia contagiare da un mondo bruto e violento e viene sopraffatto dall’istinto di vendetta, dalla rabbia.

Memorie di un assassino

La realtà di provincia della Repubblica di Corea ci viene così descritta come un mondo quasi surreale dove vige l’anarchia della legge e il popolo è piegato alle logiche del destino, un destino beffardo che colpisce nel mucchio mietendo vittime random. Poi c’è lui, l’assassino del titolo, un diavolo senza volto che agisce nell’ombra secondo un rituale inquietante: chiunque può essere il killer, si nasconde tra le strade del paese, nelle case illuminate, negli scantinati bui, nei volti di persone amichevoli. Il riflesso di una società frustrata che vuole in tutti i modi uscire dagli schemi e scardinare quell’ordine costituito ma dalle radici in putrefazione.

Dal canto suo, Bong Joon-ho ci restituisce un salto indietro nel tempo di 15 anni particolarmente accurato nella ricostruzione di ambienti ed umori, firmando un’opera decisamente cruda nelle immagini e nelle tematiche ma con toni spesso leggeri e una descrizione umanissima dei personaggi, vitali e realistici nelle loro idiosincrasie e contraddizioni. Tra loro spicca Park Du-man, antieroe così fuori dagli schemi da suscitare allo stesso tempo simpatia e ribrezzo nello spettatore in maniera del tutto imprevedibile, interpretato da Song Kang-ho, volto noto nel cinema sudcoreano (Mr. Vendetta; Il buono, il matto il cattivo) e, soprattutto, nella carriera di Bong Joon-ho (The Host, Snowpiercer, Parasite).

Memorie di un assassino

Memorie di un assassino è stato un successo incredibile in Sud Corea e ha collezionato una marea di premi nei festival di settore di tutto il mondo, un film di incredibile potenza che attingendo a piene mani nell’immaginario crime a stelle e strisce ha, a sua volta, influenzato alcune recenti dinamiche narrative del cinema e della serialità televisiva americana.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Una lucida riflessione degli umori di un Paese schiavo di anni e anni di governi militari.
  • Una perfetta sinergia di toni narrativi.
  • Bong Joon-ho è stato molto influenzato dallo stile occidentale così da comparire accessibile a qualsiasi tipo di pubblico.
  • Il tono farsesco da commedia potrebbe inizialmente (ma solo inizialmente) creare resistenza nel pubblico che ha scelto il thriller.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: +2 (da 2 voti)
Memorie di un assassino, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.