Morto Ettore Scola, il regista di C’eravamo tanto amati

Un 2016 iniziato con tristi addii per il mondo dello spettacolo. Da David Bowie ad Alan Rickman, oggi il lutto è stato tutto italiano, l’ultimo esponente della grande commedia tricolore: ci ha lasciati Ettore Scola.

Campano di origini e romano di adozione, Scola aveva 84 anni, stroncato da un arresto cardiaco.

La sua carriera nel mondo dello spettacolo inizia appena ventenne come sceneggiatore e autore testi per varietà radiofonici e televisivi, finché nel 1964 esordisce alla regia con Se permettete parliamo di donne. Il primo grande successo arriva però quattro anni dopo con Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?, con Nino Manfredi e Alberto Sordi, a cui seguono Il Commissario Pepe (1969) e C’eravamo tanto amati (1974). Da questo momento, autore affermatissimo e di successo, Scola ha una strada tutta in discesa durante la quale colleziona veri pezzi della Storia del cinema italiano: Brutti, sporchi e cattivi (1976), Una giornata particolare (1977), I nuovi mostri (1977), La terrazza (1980), La famiglia (1987), Romanzo di un giovane povero (1995), La cena (1998).

Negli ultimi vent’anni Scola si è dedicato in particolare al documentario e infatti e con un docu-film su Federico Fellini che ha salutato il mondo del cinema nel 2013: Che strano chiamarsi Federico.

In tutta la sua carriera Scola ha collezionato un numero invidiabile di premi, tra cui la Palma per miglior regia a Cannes per Brutti, sporchi e cattivi, ben 8 David di Donatello, il Jaeger-leCoultre Glory to the Filmmaker a Venezia per Che strano chiamarsi Federico e 4 nomination (ma nessuna vittoria) agli Oscar.

Addio, Ettore.

Roberto Giacomelli

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