Mountain, la recensione

Così come era accaduto per Interruption, anche Mountain, opera prima dell’israeliana Yaelle Kayam, dalla Mostra del Cinema di Venezia è passato automaticamente al  Festival di Torino: era in Orizzonti a Venezia ed è in TorinoFilmLab al TFF.

C’è da dire che già a Venezia, in generale, Israele è stata forse la nazione vincitrice morale del Festival: ha presentato più film e nessun’opera sbagliata. E questo film è stato accolto con notevoli applausi in proiezione stampa.

Protagonista è Zvia, una goffa donna israeliana, ebrea praticante, che vive nei pressi di un cimitero. Trascorre le sue giornate in una solitudine esasperata, mentre il marito è fuori per lavoro e i figli sono a scuola, nelle solite faccende domestiche. Quando una notte si imbatte per caso in una coppia che consuma un amplesso in un luogo pubblico, qualcosa si accende in lei: un latente desiderio di trasgressione e di fuga che si accentuerà ancor di più con l’incontro inaspettato con una prostituta. Da quel momento, la sua vita non sarà più la stessa.

Il nucleo famigliare non appagante, la solitudine estrema, la condizione della donna israeliana imprigionata nel ruolo di moglie-serva… questi sono i temi toccati dal film di Yaelle Kayam. La quotidianità di Zvia non è diversa da quella vissuta da un eremita che vive sulle montagne. Ma non si tratta di una scelta personale, ma piuttosto del morso di una determinata cultura limitante.

Mountain 1

Film piccolo e incentrato su un unico personaggio, Mountain si lascia guardare e ha molti punti in comune con La sposa promessa di Rama Burhstein. Due film israeliani, entrambi diretti da una donna, in entrambi protagonista femminile, e tutti e due incentrati sugli stessi temi. Ma mentre La sposa promessa raccontava piuttosto la prematura fine di un’innocenza, Mountain racconta invece un’esperienza di vita che non è mai arrivata. Inoltre, le due opere si assomigliano anche “fisicamente”: stessa fotografia, stesso sguardo, stesso modo di rappresentare il femminile…Ma forse La sposa promessa aveva in più quell’amarezza, forse poco digeribile, ma indispensabile per permettere allo spettatore di stabilire un legame di empatia psicologica con la giovane protagonista.

Claudio Rugiero

PRO CONTRO
  • Buona la rappresentazione della quotidianità.
  • Le intenzioni dell’autrice sono chiare già dalla prima scena.

 

  • Forse è un film che apre un discorso già aperto.
  • Un’interprete buona, ma che avrebbe potuto fare un po’ di più.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Mountain, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.