Need for Speed, la recensione

Patiti dell’alta velocità, patiti delle auto sportive, patiti dei videogames potete gioire, perché è arrivato Need for Speed, il film tratto dalla popolarissima saga videoludica sulle corse d’auto.

Quella della trasposizione cinematografica dei videogiochi è diventata una tendenza a cui Hollywood non può più rinunciare, quasi quanto i fumetti. I risultati non sono sempre esaltanti e a un Silent Hill, spesso seguono un Tekken o un Hitman, tanto per capire quanto siano più spesso le trasposizioni non riuscite ad avere il sopravvento numerico. Fortunatamente non è questo il caso di Need for Speed, che si difende egregiamente nel suo essere un prodotto derivativo ma con personalità.

Il videogioco targato EA Entertainment è stato creato nel 1994 e da allora ha dato vita a una serie che conta oltre venti capitoli, con cifre di vendita stratosferiche che superano le 100 milioni di copie, facendone la serie di giochi di corse più importante di sempre. Non si tratta di semplici giochi di corse, però, anche se gli inseguimenti e gli incidenti hanno la priorità su ogni altro elemento, dal momento che, con il passare degli anni, sono riusciti a costruire attorno all’alta velocità e all’abilità con il joypad anche delle storie che per lo più virano verso il crime. Eppure Need for Speed – Il film non prende spunto da nessuna delle trame e personaggi già visti su console e da vita a un universo del tutto inedito, pur rimanendo fortemente ancorato alle atmosfere criminali dei videogames.

need for speed immagine 1

Derivativo, dicevamo di questo film, perché come ci si potrebbe aspettare nel 2014, dopo che Dominic Toretto e Rick O’Connell hanno sfrecciato per le strade cinematografiche di mezzo mondo, Need for Speed nasce palesemente da una costola di Fast and Furious. O meglio, è il successo crescente dei film con Vin Diesel ad aver dato il via all’idea di trarre un film da Need for Speed, magari nella speranza di cavalcare l’onda dei Fast and Furious. E infatti, il pubblico a cui Need for Speed punta è precisamente quello che si esalta per le vicende di Toretto e soci, anche se la sceneggiatura di George Gatis sembra guardare più al primo capitolo diretto nell’ormai lontano 2001 da Rob Cohen che agli ultimi mirabolanti e pirotecnici capitoli di Justin Lin. Maggiore aderenza alla realtà, dunque, con corse e inseguimenti realistici realizzati al 100% dal vero con gli stunts, come assicura il regista Scott Waugh, che prima di buttarsi nella regia con il bellico Act of Valor (2012), veniva proprio dal mondo degli stuntmen.

Però c’è da fare una considerazione rilevante. In più occasioni e soprattutto nel suo lunghissimo blocco centrale, Need for Speed più che guardare al cinema d’azione contemporanea strizza l’occhio al cult del 1971 Punto Zero, ovvero quel bellissimo simbolo della controcultura sessantottina e metafora della voglia di libertà diretto da Richard C. Sarafian. Da lì, infatti, proviene la fuga del protagonista attraverso gli Stati Uniti e, soprattutto, è proprio dal film di Sarafian che Gatis e Waugh hanno preso ispirazione per il personaggio dello speaker radiofonico interpretato da Michael Keaton.

La storia? Niente di nuovo sotto il sole per l’aspetto narrativo, che si adagia su una vicenda di riscatto e vendetta come se ne vedono di frequente. Tobey Marshall (Aaron Paul) è un meccanico che gestisce l’officina di famiglia con i suoi amici e partecipa, di tanto in tanto, a corse clandestine per sbarcare il lunario. Quando, però, i debiti stanno per portargli via l’officina, Tobey accetta un lavoro dal suo rivale Dino Brewster (Dominic Cooper), che consiste nel restaurare una Ford Mustang per venderla a un facoltoso cliente inglese. Tutto procede per il meglio, ma i rancori tra Tobey e Dino, che comprendono anche una donna, si concretizzano in una corsa d’auto a cui partecipa anche Pete, amico fraterno di Tobey. Ma la sfida finisce in tragedia e, a causa di Dino, Pete muore. Dell’accaduto viene accusato Tobey, che si fa due anni di galera, ma una volta uscito il suo unico obiettivo e ritrovare Dino, dimostrare la sua colpevolezza e vendicare l’amico.

need for speed immagine 2

A dare volto al protagonista è il lanciatissimo Aaron Paul, star del serial Breaking Bad, che il regista rivela essere stato inizialmente contattato per il ruolo del cattivo. Paul è ottimo e, una volta tanto, viene scelto per un ruolo da macho un attore realmente ingamba. Meno incisivo Dominic Cooper nella parte del villain, mentre si fa piacevolmente notare Imogen Potts, che è la compagna di viaggio di Tobey. A completare le quote rosa del film c’è Dakota Johnson, che presto vedremo nel ruolo di protagonista in Cinquanta sfumature di grigio.

Insomma, si azione, trama minimal e inseguimenti spettacolari che da soli valgono il prezzo del biglietto, ma anche un lavoro realizzato con cognizione di causa, un buon cast, ampio respiro e riferimenti cinematografici non così banali come si potrebbe pensare. E la scene in soggettiva nell’abitacolo delle auto faranno felici tutti i videogiocatori.

Il film è stato distribuito anche in 3D.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Da un videogioco di corse sono riusciti a trarre un film narrativamente ben strutturato.
  • Buon lavoro di cast con Aaron Paul in testa.
  • Interessante l’aver preso come modello il film Punto Zero.
  • Scene d’inseguimento d’auto veramente ottime.
  • La storia sa di già visto.
  • Dura almeno venti minuti di troppo.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Need for Speed, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.