Nevernight: il vero erede de Il Trono di Spade

Il pluripremiato scrittore australiano Jay Kristoff è ormai famosissimo in tutto il pianeta grazie ai propri romanzi fantascientifici per ragazzi (The Illuminae Files, Aurora Rising, Lifel1k3 ) ma è con la saga dark fantasy The Nevernight Chronicle che è riuscito ad attirare l’attenzione della critica “seria”, tanto da essere quasi definito l’erede di George R.R. Martin.

Mentre in Italia i tre volumi degli Accadimenti di Illuminotte (Nevernight) editi dalla Mondadori facevano il tutto esaurito, nella madrepatria di Kristoff la Screen Australia con la collaborazione di YouTube cominciò la produzione di una web-serie basata su questo innovativo fantasy.

I primi tre episodi sono stati diffusi sulla piattaforma in inglese con sottotitoli disponibili in diverse lingue da dicembre 2019, la lavorazione dei rimanenti sembra essersi presa una pausa ma in compenso i fan della saga possono godersi questi gioiellini da dieci minuti ciascuno che con un budget mediamente basso sono riusciti a dare corpo all’anima del romanzo.

Nevernight

A dare inizio alla “messa in scena” della serie è stata la fantastica Piera Forde (Maximum Ride Webseries, The End, Harrow), attrice, regista, booktuber, sceneggiatrice  di ventisette anni che dal suo canale YouTube ha cominciato dando recensioni entusiaste dell’opera di Kristoff e dopo è riuscita a farsi affidare l’adattamento visivo dell’opera di cui, oltre che a curare la sceneggiatura (fedelissima al romanzo), ne impersona anche la protagonista, l’assassina Mia Corvere.

Tutti gli appassionati della saga, o in generale di cinema, possono vedere sul canale di Forde il backstage degli episodi, il casting, il make up e le prove della troupe; da esso si deduce che la maggior parte della produzione sia stata affidata ad artisti appena trentenni: la regia è della giovane  Genevieve Kertesz (The Rizzle, Midnight, The Tree That Bore no Fruit), l’animazione del prologo iniziale di George Brown,  il sound di Ben Steward e le musiche di Ack Kinmonth.

Nevernight

Ma giungiamo al dunque: con un’animazione dalle tinte chiaro-scure, una voce narrante introduce la triste infanzia di Mia Corvere, che assieme alla madre assiste all’impiccagione del padre, accusato di aver tradito la Repubblica di Itreya; con un salto temporale e tecnico, arriviamo al momento in cui Mia (Piera Forde), ormai adulta e provetta assassina, aspetta nell’ombra lo stesso boia che anni prima uccise suo padre e dà inizio alla sua vendetta contro la Repubblica di Itreya.

Dopo aver salutato l’uomo che si prese cura di lei quando perse tutto, il maestro Mercurio, la protagonista salpa per arrivare a Ultima Spes e diventare un’adepta della Chiesa Rossa, un’istituzione religiosa dedicata a Niah, dea della notte e Nostra Signora dell’Omicidio Benedetto; insomma la “Hogwards degli assassini”.

Sempre accompagnata da Messer Cortese, il suo gatto fatto di ombre, che lei è in grado di manipolare, arriva nella taverna di Daniio Il Grasso (Damien Garvey) e incontra il giovane guerriero Tric (Jordi Webber) con cui inizia un viaggio nel deserto per giungere all’agognata meta.

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Le influenze del sopracitato George R.R. Martin e della sua opera più famosa, Il Trono di Spade,  che ha aperto le porte del fantasy alla cultura di massa contemporanea, non sono poche: la storia della nostra Mia Corvere somiglia tantissimo a quella di  Arya Stark e del suo viaggio verso Bravos, nel tempio del Dio da Mille Volti, tanto quanto Tric può ricordare Gendry; Kristoff non ha mai fatto mistero del fatto che adori rimescolare e giocare coi cliché e Nevernight potrebbe essere l’esempio perfetto di quanto la creatività di un autore sia in grado di creare mondi nuovi attingendo dal passato.

Tornando alla web-serie, in solo tre episodi possiamo ammirare la ricchezza del world building: dagli ombrosi vicoli della città di Godsgrave agli sconfinati scenari del deserto illuminato dai tre soli di Ultima Spes, i protagonisti usano appellativi latineggianti, motti su divinità della notte e vestiti di una società che si ispira sia all’antico Impero Romano sia alla settecentesca Repubblica di Venezia.

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Il personaggio di Mia è quello di una ragazza spregiudicata della razza dei Tenebris che si fa consigliare da un sarcastico “Gatto Parlante” mentre fuma il suo sigaretto o sconvolge il guerriero Tric con discorsi sull’etimologia delle parolacce.

La scelta degli attori è perfetta: la fisionomia, il trucco e lo stile recitativo sono di una fedeltà quasi filologica dell’opera originale – la scena della taverna di Daniio il Grasso non poteva essere ricostruita meglio-, si tende anche a dimenticare che Messer Cortese è stato creato con la più basilare tecnica grafica.

In attesa che la produzione ottenga più consensi e possa permettersi una migliore definizione delle immagini, il grossissimo fandom di Nevernight può godere di questi brevi cortometraggi dal respiro teatrale e l’equipe talentuosa, guardandoli gratuitamente su Youtube a questo link.

Ilaria Condemi de Felice

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