Noi 4, la recensione

La famiglia, argomento caro alla tradizione cinematografica tanto da diventare tematica portante di tanti cineasti di rilevanza mondiale, basti pensare al magnifico affresco che Steven Spielberg ha costruito durante tutta la sua carriera analizzando e decostruendo proprio l’istituto famigliare. Il cinema italiano, in particolare, sembra particolarmente legato al tema della famiglia, in quanto elemento fondante della cultura nostrana, tanto che la grande tradizione sia del cinema popolare che di quello più d’élite ha sempre avuto un occhio di riguardo per la raffigurazione di nuclei famigliari, spesso allargati, specchio dei tempi nei quali la narrazione si inserisce. Francesco Bruni, noto in particolare per l’ottimo lavoro come sceneggiatore – per esempio per i film di Virzì fin dai tempi di Ferie d’agosto – e passato alla regia nel 2011 con il riuscitissimo Scialla!, va ad inserirsi spudoratamente in questa lunga tradizione tematica e confeziona Noi 4, un film che è la cronaca quotidiana di una famiglia borghese romana.

Già in Scialla!, Bruni aveva raccontato con leggerezza e garbo una famiglia dell’attualità romana: nucleo ristrettissimo, con padre assente (anzi mai conosciuto), madre carica di impegni e responsabilità, figlio un po’ sbandato che sogna i gangster alla Romanzo criminale. Il tutto visto proprio dal punto di vista del ragazzo, con una figura paterna che è l’emblema dell’irresponsabilità, ben oltre la sindrome di Peter Pan. Ovviamente lì c’era una ricerca dell’esagerazione che faceva della famiglia UNA famiglia e non LA famiglia, piuttosto estrema e grottesca nella connotazione. Con Noi 4, invece, il regista e sceneggiatore decide di ancorarsi maggiormente alla realtà, scegliendo di descrivere una famiglia “tipo”, inquadrata in una giornata “tipo”. La cronaca di 24 ore (e poco più) nella vita di quattro persone nella Roma caotica di inizio estate.

Fabrizio Gifuni e Lucrezia Guidone, padre e figlia

Fabrizio Gifuni e Lucrezia Guidone, padre e figlia

C’è Lara (Ksenia Rappoport), che ha passato da poco i quarant’anni e sta vedendo sfiorire il suo corpo. Di nazionalità russa, capoprogetto per la realizzazione della linea C della metro romana, apprensiva-oppressiva-ossessiva con i figli; in questa giornata di fine giugno ha l’obiettivo primario di vedere suo figlio sostenere l’esame di terza media.

Giacomo (Fracesco Bracci Testasecca), 13 anni, diviso tra una madre troppo protettiva e un padre irresponsabile. Segretamente innamorato della compagna di classe Li Zhu Ye, che però è cinese e i suoi genitori mal sopportano gli italiani, è preso dall’esame di terza media proprio nel suo giorno di svolgimento.

Emma (Lucrezia Guidone) è poco più che ventenne, spirito libero, aspirante attrice teatrale e innamorata di un regista che ha il doppio dei suoi anni e la illude, forse l’ha anche messa incinta. Adora il fratellino, mal sopporta la madre e sembra molto più vicina ideologicamente al padre.

Ettore (Fabrizio Gifuni), ex marito di Lara, padre di Giacomo ed Emma, è un artista perditempo, ricco di famiglia e allergico al lavoro. Vive parassitariamente a casa di un amico che cerca di combinargli appuntamenti di lavoro che lui, puntualmente, manda a rotoli.

L'amore fraterno tra Lucrezia Guidone e Francesco Bracci Testasecca

L’amore fraterno tra Lucrezia Guidone e Francesco Bracci Testasecca

Seguiamo le vicende di queste quattro persone, gli affetti, i litigi, i problemi e i momenti più leggeri. Bruni ha uno sguardo poco attento all’aspetto antropologico-sociale, anzi, sembra non interessargli più di tanto, intento a descrivere, come farebbe un romanziere, le vite incasinate eppure meravigliose di questi prototipi/archetipi. Eppure nel suo essere anti-narrativamente narrativo, Noi 4 lascia intendere proprio una spocchiosa voglia intrinseca di raccontare la realtà contemporanea romana, scopo nel quale Bruni fallisce in pieno. I quattro personaggi protagonisti del film non sono credibili, non sono reali. Giusto il piccolo Giacomo, nella sua normalità da adolescente in balia degli eventi, può creare un minimo di empatia, gli altri sono dipinti con tale esasperazione da risultare del tutto fuori dalla vita vera. Lara e la sua isteria, Ettore e la sua irritante irresponsabilità, Emma, poi, è la macchietta dell’artista di sinistra, una hippy contemporanea che sembra uscita da un vecchio film di Verdone, ma senza lo sguardo ironicamente satirico dell’artista romano. Sono dei personaggi forti e molto ben caratterizzati, ma finti, così come è palesemente finta la voglia di raccontare una specifica tipologia di famiglia italiana che Bruni probabilmente non conosce affatto.

Ad esclusione del finale, eccessivamente ed inutilmente dilatato (fino a sforare la giornata che costituisce l’arco temporale narrativo del film), Noi 4 risulta ben costruito ed efficacemente raccontato. Peccato per il tentativo fallito di voler essere realistico fino a risultare solamente irritante, perché con un approccio differente e più onesto, Noi 4 sarebbe potuto anche essere all’altezza dell’ottimo Scialla!. Così è solo un film ben scritto ma poco originale, scorrevole  e pretenziosetto, ruffiano nel suo spudorato ottimismo, sicuramente incapace di lasciare realmente il segno.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Ben scritto e con personaggi adeguatamente caratterizzati.
  • Interessante e particolare la scelta di ambientarlo nell’arco di una giornata sotto diversi punti di vista.
  • Pur volendo essere realistico, è falso.
  • Finale tirato troppo per le lunghe.
  • Gira e rigira è il solito film buonista sulla famiglia disastrata ma piena d’amore.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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