Non sposate le mie figlie!, la recensione

È approdato nelle nostre sale il fenomeno cinematografico d’oltralpe dell’anno, Non Sposate le mie Figlie! (titolo originale, Qu’est que on a fait au Bon Dieu?), commedia frizzante e garbata firmata da Philippe de Chauveron e interpretata da uno scoppiettante Christian Clavier.
La pellicola, che, in patria, ha incassato cifre da capogiro (si parla di 130 milioni di euro), prende di mira tematiche delicate quali l’integrazione razziale e la xenofobia. Riuscirà a centrare il bersaglio anche nel Bel Paese, come già accadde con Quasi Amici?

I coniugi Verneuil (Christian Clavier e Chantal Lauby), borghesi cattolici e conservatori, hanno quattro figlie, che hanno cresciuto secondo principi validi e fondamentali: la tolleranza, l’apertura nei confronti di ciò che è diverso, l’amore. Valori che le prime tre figlie hanno assimilato fin troppo alla lettera, poiché sono convolate a nozze, rispettivamente, con un musulmano, un ebreo e un cinese! Le speranze di mamma e papà, dunque, sono tutte per la figlia minore, la bionda e dolce Laure (Élodie Fontan), che, un bel giorno, annuncia di aver deciso di sposare Charles (Noom Diawara), un bravo ragazzo cattolico. Peccato che, anche stavolta, la spiazzante sorpresa sia dietro l’angolo… e abbia una famiglia altrettanto ingombrante e cocciuta al seguito!

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Una felice commistione di autoironia, battute al vetriolo e sarcasmo quanto basta rende Non Sposate le mie Figlie! un prodotto gustoso per quasi tutti i palati. L’ingranaggio funziona e l’obiettivo – colpire difetti sociali, quali il pregiudizio e la chiusura mentale, col divertimento e la risata – può dirsi centrato in maniera efficace e convincente. Sebbene, infatti, la commedia segua una struttura lineare e sia apparentemente votata al politicamente corretto, la scrittura osa e i dialoghi pepati condiscono l’insieme con quella grinta che conferisce al film una genuina marcia in più. Tale impostaziine, inoltre, si rivela assolutamente funzionale a veicolare in maniera diretta e incisiva gli importanti contenuti.

La Francia, dunque, riflette su se stessa e sulle proprie debolezze, in un momento delicato come non mai per quanto riguarda i labili e precari equilibri interni del Paese. La componente sociale è affrontata con onestà e coraggio, in maniera da favorire l’empatia e suscitare la riflessione da parte del pubblico. Quest’ultimo, senza dubbio, si divertirà e, nondimeno, riscontrerà nelle problematiche e nei luoghi comuni presi di mira spunti assolutamente attuali e, perché no?, inerenti alla propria quotidianità o esperienza biografica. Probabilmente, molti di noi si domanderanno se, e in che misura, le reazioni e le riserve non solo dei Verneuil, ma anche dei loro generi, dopotutto, non appartengano anche al nostro modo di pensare, malgrado l’immediatezza con la quale ci professiamo a gran voce ‘moderni’ e assolutamente non razzisti.

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Il film di Chauveron regge bene per quasi tutta la sua ora e mezza grazie anche a un cast affiatato e in buona forma, elemento indispensabile per ogni commedia corale degna di questo nome. Ciascun interprete riesce ad apportare il proprio contributo all’insieme e a lasciarsi ricordare volentieri, non accontentandosi di essere mero carattere bidimensionale. Certamente, però, a restare a lungo impressi saranno gli spassosi duetti tra il già citato mattatore Clavier e l’istrionico Pascal Nzonzi, che interpreta il burbero padre di Charles. La loro versione sfacciata e rumorosa di Indovina chi viene a cena? regala un intrattenimento vivace e spumeggiante, e solo a tratti esagerato o sopra le righe.

L’arguzia e il graffio delle premesse, tuttavia, va inevitabilmente sfumando, man mano che ci si avvicina all’epilogo. Siamo pur sempre, non dimentichiamolo, nel filone della commedia romantica e il lieto fine non può mancare! Ma è sufficiente prendere atto della natura del prodotto per godersi, senza storcere il naso, una storia semplice e all’insegna del buonumore, in grado di strappare qualche sincera risata e, al tempo stesso, sollevare significative riflessioni alle quali ciascuno di noi non deve sentirsi estraneo. Non Sposate le mie Figlie! è in sala dal 5 febbraio con 01 Distribution.

Chiara Carnà

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Non sposate le mie figlie!, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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