Operazione U.N.C.L.E., la recensione

Una spy-story divertente e retrò in pieno riconoscibilissimo stile Guy Ritchie è quella che si direbbe una sintetica definizione per il nuovo film del regista britannico, Operazione U.N.C.L.E.

The Man From U.N.C.L.E., il titolo originale che è lo stesso della serie televisiva statunitense anni ’60 a cui il film è ispirato, è una pellicola vecchio stile ma allo stesso tempo modernissima, perché è sicuramente difficile riuscire a fare qualcosa di nuovo quando si parla di agenti segreti e missioni impossibili da portare a termine. Eppure Guy Ritchie ci è riuscito. Con i due film dedicati a Sherlock Holmes, il regista inglese ci ha catapultato in una Londra vittoriana senza troppi problemi, lo stesso succede in Operazione U.N.C.L.E. dove, seduti sulle nostre poltrone, siamo in grado di arrivare nel bel mezzo della “dolce vita” degli anni ’60 tra Berlino, Roma e Napoli.

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Una spy-story trasformata, a detta dello stesso Ritchie, in un “buddy movie”, che ci trasporta ai tempi della Guerra Fredda, nel 1963, dove “l’uomo d’acciaio” Henry Cavill, nei panni dell’agente della CIA Napoleon Solo, si trova a fare squadra con un agente del KGB, Illya Kuryakin, interpretato da Armie Hammer, mettendo da parte le inevitabili ostilità. Due agenti agli antipodi, nemici per definizione, obbligati a collaborare con un obiettivo comune: fermare un’organizzazione criminale che vende armi nucleari e prevenire una catastrofe. Ma la trama, paradossalmente, non è così importante: quello che fa di Operazione U.N.C.L.E. un film moderno in pieno stile Ritchie è il montaggio che regala alla pellicola un ritmo sincopato che non lascia mai distrarre lo spettatore e lo sorprende in ogni momento, aiutato anche da un forte uso dello split-screen.

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La meravigliosa colonna sonora, i costumi e le location sono, poi, gli elementi che completano il tutto, stregando definitivamente la platea. Le musiche, spesso strappate dal repertorio melodico italiano degli anni ‘60, guidano l’azione e sottolineano tutte le situazioni e gli stati d’animo dei protagonisti. I costumi, estremamente coerenti, inoltre, ci catapultano in un altro mondo e rendono realistica la ricostruzione dell’epoca trattata. Lo stesso compito compiono le meravigliose location, per di più italiane, che da una fredda Berlino arrivano alla scalinata di Piazza di Spagna, al teatro Marcello, Piazza Venezia e il Grand Plaza Hotel di Roma, fino ai tunnel della Napoli sotterranea e al Castello di Baia a Pozzuoli.

Bellezza e eleganza con un tocco di umorismo british: ecco cosa troverete in Operazione U.N.C.L.E.

Rita Guitto

PRO CONTRO
L’atmosfera vintage pienamente rispettata anche con l’aiuto della fotografia oltre che dalla soundtrack e i costumi perfetti.  L’attore Luca Calvani, che impersona Alexander uno dei villain, è molto sottotono rispetto agli altri interpreti. La sua recitazione è molto artificiosa. 
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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