Paddington, la recensione

Il 25 dicembre, oltre ai regali sotto l’albero, ne troverete un altro al cinema: il film Paddington, distribuito da Eagle Pictures e dedicato al popolare orsetto creato dalla penna di Michael Bond. Le prime avventure dell’orso risalgono addirittura al 1958 e, finalmente, giungono anche sul grande schermo: questo mix nostalgico e contemporaneo affascinerà sicuramente grandi e piccini. Le nuove generazioni non potranno che innamorarsi di Paddington, mentre i più grandi riassaporeranno un pezzo della loro infanzia.
Un adorabile orsetto un po’ pasticcione vive insieme ai suoi zii nel Misterioso Perù. Una notte, però, dopo un terribile terremoto che distrugge la loro casa, la zia convince il nipotino ad andare a Londra, che gli descrive come un posto dagli abitanti disponibili e gentili. L’orso, sbarcato nella città inglese, scoprirà che non è esattamente come se l’aspettava. Per fortuna, proprio quando sta perdendo le speranze, incontra la stramba famiglia Brown, che decide di accoglierlo in casa propria. Tutto sembra andare per il meglio ma Paddington, così soprannominato dai Brown, non sa che una perfida tassidermista (interpretata da Nicole Kidman) è sulle sue tracce…

Il cast vanta dei professionisti eccezionali: da Hugh Bonneville, della popolare serie tv Downtown Abbey, a Sally Hawkins, candidata al premio Oscar l’anno passato. I più piccoli riconosceranno al volo Julie Walters e il Premio Oscar Jim Broadbent, grazie ai loro ruoli nella saga di Harry Potter. Ultima, ma non meno importante, è la cattiva del film, il Premio Oscar Nicole Kidman. Ognuno degli attori è fortemente caratterizzato, nonché curato sin nei minimi dettagli, proprio come i loro costumi. L’abbigliamento, e il colore di esso, rispecchia, di fatto, la personalità dei personaggi. Ad esempio, Mr. Brown, alias Hugo Bonneville, indossa in principio dei completi grigi molto formali; durante la narrazione, però, più diventa aperto, più mette da parte i completi in favore di vestiti colorati e sportivi. Senza contare, poi, le mise decisamente aggressive della Kidman: la vediamo aggirarsi con destrezza, nel tentativo di catturare il povero Paddington, vestita di pelle e su tacchi vertiginosi.

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Una tale cura per il particolare testimonia il gran lavoro e la cura magistrale dietro questo film. Naturalmente, chi merita un discorso a parte è il protagonista peloso: Paddington. L’orsetto dal cappello rosso e il montgomery blu (simboli iconici del personaggio libresco) non potrà che far breccia anche nel cuore più freddo. Nonostante il suo aspetto “selvatico”, l’orsetto guarda al mondo con gli occhi di un bambino. I suoi creatori sono riusciti a rendere perfettamente credibile (mantenendone, allo stesso tempo, la dimensione fantastica) l’idea di un orsetto parlante che sbarca a Londra per cercare una casa. Grazie all’aura di realismo che lo circonda, non risulta affatto difficile affezionarsi a Paddington: la colonna portante della trama è il suo sentirsi un pesce fuor d’acqua in una metropoli, che, perlomeno in principio, gli è ostile e sconosciuta.

Tutti noi possiamo identificarci senza sforzi nei tentativi dell’orsetto di integrarsi, poiché è capitato a chiunque di sentirsi fuori posto o di affrontare il primo giorno di una nuova avventura. Il film, pertanto, presenta anche un lato propedeutico, utile per i bambini che presto dovranno iniziare la scuola o affrontare piccole sfide. Il coraggio e la dolcezza di Paddington, infatti, insegnano come superare le difficoltà, accettando la propria diversità o quella degli altri. Anche Londra gioca un ruolo preponderante: nel film se ne offre un ritratto inizialmente poco lusinghiero, ma che cambia nel corso della narrazione, trasformando la città in un luogo pieno di tolleranza ed amore. Il pubblico avrà l’impressione di percepirne l’essenza, aiutato anche dal clima natalizio che permea la pellicola. Londra, come Paddington, mantiene un equilibrio delicato tra l’aspetto verosimile e quello favolistico: questo avviene grazie ai luoghi iconici in cui si svolgono le scene, come il Museo di Storia Naturale e il mercato di Portobello.

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L’atmosfera del film strizza l’occhio ai Tenenbaum (si veda la scena in cui viene presentata la famiglia Brown!) e a Mary Poppins; anche in Paddington abbiamo un padre amorevole ma severo e, soprattutto, due bambini introversi che conoscono la felicità grazie ad un nuovo membro della famiglia. Tra le tante risate, dovute sia ai guai combinati dall’orsetto che agli altri personaggi spumeggianti, si ha dunque l’occasione di riflettere, grazie a un film che scalda davvero il cuore. La lezione più importante è che, nonostante si viva in una grande città, si può sempre tendere una mano verso chi ne ha più bisogno, che sia una persona in difficoltà… o un orso parlante in cerca di un tetto sopra la testa!

Giulia Sinceri

PRO CONTRO
  • Piacerà a grandi e piccini.
  • Si riflette e si ride, grazie alle avventure di Paddington e alla famiglia Brown.
  • È un film che scalda il cuore, in virtù di una bella atmosfera natalizia e dei luoghi iconici di Londra.
  • Nessuno.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Paddington, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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