Partisan, la recensione

Il lungometraggio d’esordio di Ariel Kleiman, premiato autore di cortometraggi, è un’opera eccentrica, cruda e complessa, che trova la propria ragion d’essere in una vicenda forte ed enigmatica.
Partisan è la storia del misterioso Gregori (Vincent Cassel), affascinante leader di un’insolita comunità di madri sole con figli a carico, collocata nella fatiscente periferia di una città senza nome. L’uomo è un patriarca affettuoso e rispettato, che si dedica con passione all’educazione di tutti i giovanissimi membri della sua famiglia allargata. Oltre a giochi e faccende domestiche, però, Gregori addestra i ragazzi anche all’omicidio, per poi far sì che compiano per lui delle terribili missioni. Il dodicenne Alexander (Jeremy Chabriel), pupillo di Gregori, sarà il primo a mettere in discussione l’autorità di quest’ultimo e a ribellarsi, con conseguenze potenzialmente drammatiche…

La dimensione narrativa di Partisan, così enunciata, sembrerebbe promettere una dose massiccia di coinvolgimento e suspense. Purtroppo, malgrado le premesse più che buone, il film non supera l’esame della tensione e finisce per trascinarsi fiaccamente per i 98 minuti di durata, provocando più di qualche sbadiglio. Il motivo è rintracciabile nell’impostazione della sceneggiatura, che sceglie di procedere per grandi blocchi narrativi. Questi, focalizzandosi di volta in volta su episodi isolati o aspetti generali della vita nella piccola società dalle leggi distorte, approfondiscono fin troppo dati talvolta superflui e trascurano, al contrario, notizie che aiuterebbero lo spettatore ad incrementare l’interesse per la storia.

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Nulla, infatti, scopriamo del background di Gregori né delle motivazioni che lo hanno spinto a circondarsi di donne rifiutate e figli non propri. Allo stesso modo, l’indefinitezza spazio-temporale in cui il tutto si svolge lascia avvolti nel buio totale le identità delle persone assassinate con innocente freddezza dai piccoli killer (di cui conosciamo solo il nome). Questa impostazione, che lascia ogni rivelazione in sospeso, toglie tantissimo in termini di efficacia e di ritmo a un racconto altrimenti dotato di interessanti frecce al proprio arco. In primis, i protagonisti: Gregori e Alexander sono personaggi carismatici e imprevedibili, cui un maggiore approfondimento avrebbe conferito uno spessore probabilmente non dimenticabile.

Anche l’idea di una comunità matriarcale fuori dal mondo, votata a un unico patriarca e governata da principi deviati, è stuzzicante e inedita. Tuttavia, come già accennato, la diegesi si sviluppa attraverso reiterati momenti di quotidianità (come le grottesche serate-karoake) o spaccati che vorrebbero essere investiti di significati reconditi eppure, per lo più, stentano a catturare l’attenzione. Invece la presa di coscienza di Alexander, con ciò che ne segue, pur essendo il punto di svolta cruciale, viene raccontata per sommi capi e senza grinta. In compenso, si lasciano notare positivamente l’amaro e tormentato commento musicale di Daniel Lopatin e la fotografia – opaca, inospitale, kitsch – di Germain McMicking.

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Malgrado il film sia complessivamente deludente, l’epilogo, a onor del vero, vale la visione. I minuti conclusivi posseggono finalmente quel crescendo di vibrante emozione che avrebbe dovuto essere la cifra del prodotto nella sua interezza, complice anche un meticoloso gusto per l’inquadratura e un’alchimia palpabile tra i due attori protagonisti. Preparatevi a trattenere il fiato.
Partisan, promettente occasione quasi del tutto sprecata di raccontare un’avvincente e insolita vicenda umana, è in sala dal 27 agosto, distribuito da I Wonder Pictures.

Chiara Carnà

PRO CONTRO
  • Le performance di Vincent Cassel e dei giovani protagonisti.
  • Il segmento finale.
  • Uno spunto narrativo dal notevole potenziale.

 

  • Si sviluppa fiaccamente, concedendo ampio spazio ad aspetti della vicenda tutto sommato superflui.
  • Al contrario, dettagli, motivazioni e dinamiche che avrebbero davvero meritato un approfondimento sono clamorosamente omessi o trascurati.

 

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: +7 (da 7 voti)
Partisan, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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